sabato 30 dicembre 2017

"IL PAESAGGIO, IL MUSEO PIU' IMPORTANTE DELLA BASILICATA"

                                                              
Francesco Pietrantuono (foto Angelo Capasso)
                                                        

Valli, rocce, anfratti, montagne irriducibili. Cime che sfidano il tempo come il Dolcedorme, il Pollino, il Volturino o il Pierfaone, il sacro monte di Viggiano sferzate dal sole e dalle intemperie. E non perdono quel fascino inconfondibile.
Il paesaggio rappresenta il punto di approdo di un percorso lungo e non certamente facile che vede la Basilicata al centro dell’interesse internazionale: non solo Matera 2019, non solo il Capodanno Rai ma diversi segnali sottolineano l’impegno a imprimere una svolta al cammino di questa terra del Sud che vede scienza e umanesimo, tecnologia e progresso marciare di pari passo, nonostante sul tappeto ci siano altri problemi da affrontare. Altri nodi della vita di ogni giorno.
I giovani in prima linea nell’incontro di fine anno organizzato dal responsabile dell’ambiente, Francesco Pietrantuono, con i ragazzi che si sono distinti alla maturità di luglio con il saggio breve riguardante il rapporto uomo natura. Tema eterno, questione esistenziale e non solo meramente teorica. In ordine alla quale gli studenti, ormai universitari, hanno mostrato grande consapevolezza e davvero straordinaria sensibilità.
L’incontro fa da sfondo allo scenario tracciato le scorse settimane per dare al paesaggio lucano una collocazione ben precisa nel panorama di una Basilicata tutta da far conoscere e valorizzare adeguatamente in cui spicca la definizione del Soprintendente Canestrini che vede nel paesaggio il vero museo di questa terra. 
Piani paesaggistici, risorse, parchi, tutela dell’esistente fino al punto da scongiurare un danno irreparabile a causa del petrolio e del nucleare, ma anche di altro.
I giovani a diretto contatto con la politica e le istituzioni, una bella sfida. Non una passerella, dunque, ma il richiamo a una stagione diversa in cui ambiente e territorio siano davvero sotto il controllo delle nuove generazioni. Una democrazia viva e partecipata che certo non è facile realizzare. 
                          
Il lago del Pertusillo (foto R.De Rosa)

     

martedì 19 dicembre 2017

PAPA FRANCESCO A CASA SOLLIEVO IL 17 MARZO



E’ di queste ore la notizia, diffusa dall’Ufficio stampa di Casa Sollievo della Sofferenza, della visita di Papa Francesco all’Ospedale di San Giovanni Rotondo il prossimo 17 marzo.
Una visita quanto mai importante e attesa, informa una nota del Vescovo di Manfredonia, che cade in un anno molto particolare per tante coincidenze. Anzitutto il centenario delle stimmate di Padre Pio che hanno segnato la vita dell’umile Frate di Pietrelcina e lo hanno additato al mondo intero come un mediatore tra il Cristo risorto e l’umanità del nostro tempo, insanguinata dalle guerre e dall’odio. Dilaniata dai conflitti. 
La visita di Francesco è dunque una testimonianza di amore e di venerazione per il grande figlio del Sud. Un voler proclamare ufficialmente la validità del suo pensiero e l’importanza del suo apostolato di fede e di carità cristiana.
Papa Francesco celebrerà una Santa Messa alle 11 proprio sul sagrato dell’ospedale dove Padre Pio intervenne il 5 maggio 1956, con un discorso che ha fatto storia, per l’inaugurazione di Casa Sollievo. 
In occasione dell’udienza del 6 febbraio 2016 il Papa definì l’ospedale  l’Opera di Misericordia corporale di San Pio e rivolgendosi ai fedeli di san Giovanni Rotondo,  che acclamavano il suo arrivo nel Gargano, disse: “chiunque venga nella vostra bella terra, e io ho voglia di andarci, possa trovare anche in voi un riflesso della luce del cielo.” 
La macchina per i preparativi è già in moto e si prevede per le prossime settimane un febbrile lavoro di organizzazione dell’evento.


sabato 16 dicembre 2017

LE GIORNATE LUCANE A FIRENZE


                                                 
Una delle sculture lignee lucane esposte a Firenze
                          
Verrebbe voglia di prendere in prestito il titolo di un libro di Giuseppe Toffanin, storico della letteratura italiana, dal titolo “Perche’ l’umanesimo comincia con Dante” per dire che l’umanesimo comincia anche con la Basilicata, a giudicare dalla gran mole di produzioni artistiche, storiche, religiose che in questa settimana occupano a Firenze un posto d’onore nelle principali chiese e nelle basiliche del capoluogo toscano. 
Oltre all’ormai noto presepe del maestro Francesco Artese a Santo Spirito, nella basilica di Santa Croce s’inaugura una preziosa rassegna di sculture lignee tra Medioevo e Settecento che il Soprintendente ai beni archeologici artistici e paesaggistici, Francesco Canestrini, considera di grande interesse. Una degna sottolineatura di Matera 2019 e del significato che questo riconoscimento riveste a livello europeo e non solo italiano.
Obiettivo principale delle varie iniziative, curate con molto impegno e con particolare zelo dall’Agenzia per la promozione del territorio di Potenza, è quello di ottenere un riconoscimento pieno del ruolo delle opere custodite in Basilicata, che fanno parte del grande museo lucano nel corso dei secoli di cui esistono testimonianze di assoluto rilievo.
Tra l’altro le giornate lucane a Firenze si avvalgono di una ricca documentazione proposta dall’Apt e dal suo direttore, Mariano Schiavone, che rappresentano un modo innovativo per avvicinare il grande pubblico alla conoscenza dei tesori dell’arte e della letteratura in Basilicata, nel corso del tempo. Le sintesi hanno il pregio di non essere semplicemente una fredda documentazione dei contenuti delle mostre, ma rappresentano uno sguardo d’insieme, una finestra sul mondo dei lucani di ieri e di oggi.

Le sculture lignee saranno esposte a Santa Croce fino al 24 marzo del prossimo anno.

venerdì 15 dicembre 2017

MAURIZIO BOLOGNETTI CANDIDATO A PERSONAGGIO DEL 2017



Chi difende l’ambiente tutela la salute di noi tutti, garantisce il futuro a un’intera comunità che perciò stesso dovrebbe testimoniargli gratitudine e non solo simpatia. 
Prendo spunto da queste considerazioni per sostenere la candidatura di Maurizio Bolognetti, segretario dei radicali lucani, a personaggio del 2017, un anno non proprio facile per la Basilicata, terra ricca di risorse, di natura e di ambiente ma continuamente alle prese con l’assalto di chi  potrebbe, e non è detto che ciò non accada già, irrimediabilmente compromettere un territorio meraviglioso e fragile al tempo stesso.
Su questo terreno si sta muovendo da tempo Bolognetti che rappresenta una vera banca dati e una risorsa di grande valore, quanto alla conoscenza dei fenomeni che minacciano la Basilicata: petrolio, nucleare, rifiuti e tanto altro ancora. Concetti emersi a Latronico recentemente in occasione del dibattito sul novo libro di Bolognetti, Buchi per terra. Titolo singolare, altro che buchi: perforazioni, penetrazioni ecc. Dibattito ricco di spunti, mi piace ricordarlo, alla presenza del Governatore lucano, Marcello Pittella, interessato anche lui ad approfondire questioni spesso difficili da apprendere, data la loro complessità. 
Bolognetti personaggio lucano del 2017? Perché no, trattandosi di persona impegnata su un fronte difficile e rischioso, quello dell’ambiente appunto, da decenni esposto in Basilicata al pericolo di una contaminazione senza ritorno. Fa testo, al riguardo, l’unica importante inchiesta della magistratura lucana sul nucleare a Rotondella, condotta negli anni Ottanta dal compianto Procuratore di Matera, Nicola Pace. 

giovedì 14 dicembre 2017

BUON RITORNO SULLA TERRA, ASTROPAOLO


                               
Paolo Nespoli incontra gli sudenti lucani (foto R. De Rosa)

Attende di poter gustare i sapori e gli odori della Terra, Paolo Nespoli, l’astronauta italiano che oggi farà ritorno sul pianeta dopo la missione sulla ISS, la stazione spaziale internazionale, che continua a orbitare a 400 chilometri di altezza e ad una velocità di ottomila metri al secondo. 
In un collegamento con la ministra Fedeli Nespoli ha mostrato tutto il suo entusiasmo per l’esperienza vissuta sulla navicella spaziale: lassù la Terra appare piccola piccola, ma incredibilmente bella e attraente.
Uomo di grande umanità e capace di vivere e far vivere una esperienza del genere anche a chi non sognerebbe mai di fare l’astronauta, Nespoli è personaggio brillante. L’ho conosciuto ad Anzi, in occasione della sua visita al paesino lucano il 3 maggio 2013. Incontrò i ragazzi delle scuole e si soffermò in particolare a spiegare come si vive all’interno della stazione dove anche una goccia d’acqua in libertà può rappresentare in rischio per il funzionamento dei computer di bordo. 
La ISS trasmette a terra dei messaggi e addirittura può essere collegata via radio anche dalle scuole. Non è impresa facile, mi fa notare Gabriele Altamura esperto in radiocomunicazioni, giacché occorrono attrezzature e sistemai informatici per essere avvertiti sul passaggio nei cieli dell’Italia. La stazione spaziale trasmette sulla frequenza di 145.800 o 825 Mhz in FM. Sarebbe interessante se il Planetario di Anzi mettesse a disposizione delle apparecchiature per ascoltare e parlare con la Stazione spaziale Internazionale.      

mercoledì 13 dicembre 2017

VENOSA: SANITA' A TUTTO CAMPO



La sanità apre al territorio. Questioni sociali e problemi legati alla salute, ma anche il tema delle eccellenze nei vari settori della medicina,  sono stati il punto focale del dibattito a Venosa, in occasione di un consiglio comunale aperto, che ha affrontato tra l’altro i nodi delle dotazioni tecnologiche del nosocomio, strumento indispensabile per un sanità al passo con i tempi. Non solo. Un apparato capace di proiettarsi in una dimensione ben più vasta dell’ambito localistico e di essere, di conseguenza, punto di attrazione per i pazienti non solo lucani. Ecco l’obiettivo che corrisponde a uno sforzo per raggiungere livelli di qualificazione al passo con le esigenze sempre crescenti della comunità che si estende, per ovvie ragioni, fino ad avere caratteristiche ben diverse dall’utenza degli ospedali di zona, spesso incapaci di fornire una risposta di alto livello a determinate patologie importanti. 
Del resto Venosa è una frontiera aperta alla vicinissima Puglia, alla Campania con una utenza in netta crescita per quanto attiene all’oculistica, un punto di forza del nosocomio della città Oraziana.
Pittella ha ricordato le tappe di un lungo cammino che trova nell’elisoccorso notturno un punto di forza da non trascurare. Non certamente l’unico. 
La sanità lucana ha compiuto, negli ultimi anni, passi significativi. Un dato incontrovertibile che rivoluziona finanche il vecchio concetto della scienza, intesa come appannaggio esclusivo di un centro sempre più centro e di una periferia destinata ad una marginalità sempre più marcata. Oggi invece, proprio nella piccola Basilicata, la periferia sa essere centro, grazie a politiche di crescita supportate da investimenti di tutto rilievo. Basti pensare alla reumatologia, diretta fino a qualche mese fa, dal prof. Olivieri, purtroppo prematuramente scomparso. Ma anche all’assetto del San Carlo di Potenza, diretto da Rocco Maglietta, senza escludere per questo l’ospedale Madonna delle Grazie di Matera dotato da tempo di apparecchiature estremamente avanzate dal punto di vista tecnologico. 
Certo, il cammino da fare non è brevissimo. Ma l’impegno volto a cambiare tradizionali assetti, superando vecchie incrostazioni, sta dando i suoi frutti. E’ il segno distintivo di una buona politica dalla quale dipende la buona sanità.    

giovedì 7 dicembre 2017

APPENNINO LUCANO : DIECI ANNI DI PARCO


                                        
La sede dell'Ente Parco a Marsiconuovo (foto R.De Rosa)


Sono trascorsi dieci anni dal Dpr dell'8 dicembre 2007 che istituiva il Parco nazionale dell'Appennino lucano Val d'Agri Lagonegrese. 
La nuova area protetta era apparsa agli occhi di tutti quasi come una scommessa per tenere a bada il petrolio e garantire salvaguardia e rilancio della biodiversitá, ma anche occasioni vere di sviluppo,  in un clima non proprio tranquillo. Nasceva in alternativa al Delta del Po, diventato  parco regionale. 
Domenico Totaro, ingegnere di Senise, aveva subito ottenuto l'incarico di presiedere la neonata struttura ma immediatamente erano divampate le polemiche. Feroci. Roventi. Alle quali Totaro cercò di rispondere avvalendosi di un sistema di comunicazione efficace e in grado soprattutto di sbarrare il passo a polemiche inutili e di isolare il chiacchiericcio. Addirittura c'era finanche l'ipotesi del ricorso alla magistratura per il commissariamento che, tra l'altro, si scontrava con le aspettative di chi aveva voluto il Parco nazionale dell'Appennino lucano pensando a una diversa gestione. Soprattutto per quanto riguardava il nome del Presidente. Si, la questione del nome agitava e rendeva turbolente le notti insonni di diverse persone. Una in particolare. Incredibile! Altro che avere a cuore il destino di un'area di grande valenza ambientale . Nel cuore di qualcuno c'era soltanto l'attaccamento al proprio destino. Quello personale. Per ragioni politiche, ma non solo.
La direzione del Parco fu affidata a Vincenzo Fogliano, architetto, attuale direttore. Uomo pacato e in grado di valutare al millesimo ogni azione, ogni iniziativa. Ogni parola. Finanche le ragioni di un incontro o di un contatto con questa o quella persona. Una meticolositá certosina, la sua.
All'inizio Totaro minacciava azioni plateali contro il petrolio, presente  con le trivelle all'interno del perimetro del Parco. Anzi, in pieno parco. Poi l'idea di quell'azione forte si è andata affievolendo. O, meglio, è rimasta nelle buone intenzioni, ampiamente sottolineata da una rivista online (pubblicata dal Parco a costi irrisori) che si sarebbe  potuta rivelare il fiore all'occhiello dell'Appennino, ma osteggiata per vari motivi. Problemi di scelta degli argomenti, necessitá di garantire un adeguato livello di pluralismo delle idee, impostazioni non sempre condivise a livello di vertici.  Pochi numeri della Rivista videro, infatti,  la luce in un clima di incertezza e di grande confusione. Anche qui beghe interne e rancori personali dominarono la scena. Si attende ancora l'uscita di un monografico dopo anni di silenzio!  Eppure la comunicazione ha il suo valore, se intesa in una dinamica di ampio respiro, ben oltre la vicenda locale. Perchè affrontare determinati argomenti quando poi risultava conveniente tenere tutto il fardello ben chiuso tra le mura domestiche? Ragionamento miope, ovvio: dura realtá, ma pur sempre realtá. 
In questi anni il Parco nazionale dell'Appennino lucano è passato attraverso una serie di vicissitudini. Bandi, concorsi espletati, un forte alternarsi di personale con pochi nomi stabili. E molti, davvero tanti i ricambi con volti nuovi. Poi una miriade di eventi che hanno inteso rappresentare il dinamismo dell'area protetta mentre sono sotto gli occhi di tutti le tonnellate di petrolio finite nei terreni circostanti il Centro olio, cosa che ha costretto la Regione Basilicata a bloccare nei mesi scorsi il funzionamento dell'enorme "cavallo di Troia", il Cova appunto, monitorato a vista mentre crescevano le preoccupazioni di alcuni sindaci per il considerevole sversamento di greggio e i danni all'ambiente.
Intanto, nel mese di luglio 2017 il Presidente Totaro viene bloccato senza alcuna possibilitá di proroga. Bruscamente disarcionato senza una spiegazione. Il Ministero non lo vuole, si sente dire da alcune persone informate sui fatti. Tante le ipotesi sui possibili candidati alla successione, ma una sembra farsi largo più delle altre, quella di Vincenzo Taddei, ex parlamentare lucano, particolarmente interessato all'incarico e quanto mai intenzionato a far valere la sua aspirazione e a dar prova di una vera attitudine al governo dell'area protetta. 
In questi giorni il direttore Fogliano mi ha consegnato una intervista sull'argomento clou: il piano del Parco, indispensabile strumento per il governo dell'area, a quanto pare in dirittura d'arrivo. Uno strumento insostituibile per fare del Parco un parco non solo sulla carta.
"Il Piano vuole innescare nuove economie - precisa tra l'altro Fogliano - stimolando le future generazioni a fare impresa anche nel settore turistico, ricettivo e agroalimentare, riscoprendo ad esempio produzioni di nicchia, capaci di rispondere a necessitá basilari di formazione del reddito a fronte della crescente precarizzazione del lavoro."
Il Piano strumento di gestione. Ma la natura va in ogni caso collocata al primo punto in una graduatoria che considera la biodiversitá (flora e fauna) elemento trainante per il futuro dell'Appennino lucano, area di rilievo nazionale, sará utile ricordarlo, nel momento in cui l'ambiente diventa punto di forza di quello spazio di cui Matera rappresenta l'asse portante in campo europeo. Una nuova cultura del territorio e dell'ambiente come ricorda più volte Francesco Pietrantuono, responsabile dell'ambiente in Regione. 
Anzitutto la natura, dunque. È il punto di vista di Vittorio Triunfo, oggi facente funzioni di presidente. Impresa non facile, senza dubbio, per le mille difficoltá passate e presenti. 
Cosa significa tutelare, proteggere, valorizzare le risorse naturali del Parco? 
"Vuol dire in primo luogo dedicare una struttura a questo obiettivo, con personale qualificato, oserei dire con specialisti della materia." 
Mi sembra che lei voglia sottolineare un'esigenza primaria e far risaltare al tempo stesso una carenza.
"Il Parco nazionale dell'Appennino deve essere parco a tutti gli effetti con il suo enorme patrimonio di storia, cultura, religiositá e architettura che non può essere ignorato. 
Convegni, incontri, simposi e altro ancora non sono l'essenza del Parco. Per quanto mi riguarda mi batterò con tutte le mie forze perchè gli obiettivi indicati si traducano in realtá, con una ricaduta positiva sul territorio e sull'occupazione, aspetto non secondario."
Archiviato il decennale dell'Appennino, ora si guarda avanti. 

venerdì 1 dicembre 2017

CONGRESSO PD: "UN PATTO GENERAZIONALE TRA DEMOCRATICI"



Prevale il tema dell'unitá del Partito e del rapporto con gli elettori in questa vigilia del congresso del Pd lucano, in un clima più realistico, e forse politicamente più condivisibile, rispetto al polverone delle polemiche interne che si sono registrate nel corso del lungo confronto, da settimane e mesi fino a oggi. 
Era ora che si superassero velleitá separatiste in un quadro d'insieme in cui le logiche di parte debbono cedere il passo, per forza di cose e alla luce degli ultimi eventi in campo nazionale, agli interessi della gente e ai bisogni di una regione che si avvia a ottenere il riconoscimento di area pilota e di terra ricca di risorse, alla ricerca tuttavia di una attestazione non solo locale quanto nazionale e comunque di ampio respiro. Ecco la posta in gioco o, se vogliamo, il vero banco di prova per un'intera classe dirigente chiamata a misurarsi con il congresso, dopo le vicende ultime: una tappa decisiva e non un'occasione come tante altre. 
Agli occhi di un osservatore distratto e superficiale sfugge l'esigenza della Basilicata di vedere riconosciuto il proprio ruolo in una dinamica di rapporti ben più autorevole di quella attuale, con la prospettiva di una crescita in grado di coinvolgere interi settori della vita produttiva. 
Un dettaglio da non sottovalutare affatto, mentre risalta l'impegno di Marcello Pittella di restringere la forbice, rispetto a realtá ben più fortunate, e di guadagnare alla Basilicata il passaporto di regione evoluta e sostanzialmente in grado di raggiungere traguardi importanti, a cominciare dalla scelta della sede per il dibattito sui fondi europei, caduta su Matera, che rappresenta in ogni caso il segno di una svolta.
Il Pd ago della bilancia? I numeri parlano chiaro, senza per questo volere ipotecare il futuro, ovvio. Sicchè il congresso dei democratici rappresenta un evento dal quale dipende molto del domani della Basilicata. 

Mario Polese, anzitutto quali le scelte da compiere per dare nuova linfa al centro sinistra. La segreteria non è  semplicemente un incarico politico  fine a sé stesso, ma implica risvolti ben più rilevanti.

"Non è facile affrontare la sfida della candidatura alla segreteria del Pd, raccogliendo l’eredità di Antonio Luongo e degli altri amici e compagni che lo hanno preceduto. Per me è una prima volta, sono nuovo della politica, per questo la vivo con grande senso di responsabilità ma anche con l’entusiasmo che solo la buona politica sa regalare.  Chiunque sarà eletto segretario, dopo le primarie di domenica 3 dicembre, dovrà necessariamente puntare a rigenerare il Pd, a coinvolgere le tante comunità democratiche che nei territori non hanno mai smesso di discutere di futuro e buona politica, dagli amministratori locali, dagli iscritti e dagli elettori che sono la vera linfa vitale del nostro partito. Il Pd è la più grande comunità politica lucana, è alla guida della Regione Basilicata e di molti altri enti locali, per questo ha bisogno di riabilitare i propri luoghi democratici di discussione e decisione, dove il confronto tra idee, progetti e visioni, diventa fondamentale per la scrittura di nuove politiche volte al bene comune."

In questi giorni Mdp ha rinunciato a un dialogo con il Pd. In Basilicata è possibile ricucire un rapporto che abbia riflessi sulla prospettiva, per favorire sviluppo e salvaguardia delle risorse esistenti? 

"Seguo con molto interesse le dinamiche politiche nazionali, sono importanti per capire quale sarà il possibile quadro entro il quale il Pd dovrà lavorare per costruire proposte politiche, programmi e alleanze. Io sono dell’idea, e l’ho ribadito più volte in questa campagna congressuale, che è fondamentale ritrovare i valori e le idee che ci uniscono, cercando di smussare il più possibile gli aspetti che ci dividono. Per quanto riguarda la Basilicata, io ho lanciato la proposta di realizzare un vero e proprio patto generazionale all’interno del centrosinistra. Dobbiamo riconnettere positivamente tutte le forze politiche che compongono il centrosinistra e scrivere insieme quello che sarà il programma elettorale con il quale ci candideremo per le prossime elezioni regionali. Le forze democratiche e progressiste di questa regione devono tronare a stare insieme, così come fatto nel passato. Con un Pd forte ed un centrosinistra solido sarà possibile affrontare le sfide elettorali, che coi vedranno contrapposti alle forze populiste ed irresponsabili che giocano sulla rabbia dei cittadini senza avanzare proposte concrete credibili. Il fallimento delle loro amministrazioni è sotto gli occhi di tutti. Tra le prime cose che farò, se sarò eletto segretario, chiamerò Roberto Speranza, leader di MDP, per riannodare il dialogo politico.

Il PD è un partito di grandi tradizioni. I suoi scenari spaziano dai giovani alle più importanti questioni del momento. Sicché il segretario, che sarà indicato dalle primarie in Basilicata, non potrà non tenere conto di tutto questo e dovrà anzi esprimere al massimo una forte capacità di governo del Partito democratico, a livello locale ma anche in un rapporto positivo con il quadro nazionale. Parte di qui la vera rivoluzione.

"Un partito come il nostro deve saper contemplare al suo interno tutte le diverse sensibilità che lo animano, avendo come punto di riferimento i valori e le storie sui quali è stato fondato, ma guardando al tempo nuovo che si apre. Il lavoro del segretario regionale, compito non semplice in un periodo in cui la politica stenta ancora a ricostruire un rapporto positivo con i cittadini, dovrà concentrarsi necessariamente sul fare sintesi tra posizioni diverse e legittime ambizioni politiche. Ma tutto ciò non basta. In questi anni il Pd non ha fatto altro che guardarsi allo specchio, ora è il tempo di aprire la finestra e guardare al paese reale, che chiede alla politica più diritti e opportunità. E’ da qui che bisogna partire."


giovedì 23 novembre 2017

QUEL 23 NOVEMBRE



Chi non ricorda quella data passata alla storia del Mezzogiorno? Trentasette anni fa un sisma violentissimo dette una sterzata al destino del Sud. Ricordo un pacco di giornali poggiati per terra, due giorni dopo, da un edicolante che aveva perso tutto. Il Corriere della Sera annunciava con un titolone: 4000 morti, gemono i feriti sotto le macerie. Non esisteva la protezione civile sicchè verso l'una di notte del 24 novembre il centralinista della Prefettura di Potenza cercava invano di mettersi in contatto con il Ministero dell'Interno e in particolare con l'eccellenza Bianco che non riusciva a raggiungere. 
Ore terribili con la gente per le strade alla ricerca di notizie di congiunti irraggiungibili. Un capitano dei carabinieri mi disse, passi più tardi dalla caserma e potremo darle informazioni più precise. Più tardi? Cittá e paesi piombarono in un caos tremendo subito dopo.
Il Notturno dall'Italia mise a disposizione delle sedi Rai i suoi spazi e fu cosí che intorno alle due di quella tragica notte riuscimmo a dare e ad avere informazioni per quanto confuse, di ciò che stava accadendo intorno a ciascuno di noi. Frattanto era iniziata la conta dei morti: il farmacista Trerotola, di Balvano, mi ha detto oggi che giá mezz'ora dopo la scossa di 90 secondi le salme erano allineate per terra ovunque. 
Una tragedia di cui non ci si rendeva conto presi, noi giornalisti e non solo ma anche i tecnici, gli operatori, tutto il personale della Rai, da una gran voglia di fare: l'informazione era sin dalle prime ore della tragedia qualcosa di necessario. Anzi di inevitabile. E fu cosí che tutti ci mettemmo al lavoro dimenticando orari, famiglie, riposi e quant'altro. Una gara di solidarietá indescrivibile. 
Trentasette anni dopo quel ricordo sembra un sogno. Ma fu una realtá tragica e forse indescrivibile con parole e con servizi radiotelevisivi. Nulla riusciva a dare la dimensione di un evento di proporzioni immani. Di questo eravamo ben consapevoli.

venerdì 17 novembre 2017

IL VULTURE INEVITABILMENTE PARCO



                              
Francesco Pietrantuono (foto R. De Rosa)


Un parco che non si poteva evitare. Il Vulture è una miniera di biodiversitá con i suoi paesaggi mozzafiato, peraltro a portata di mano. Scenari che sembrano tratti da un film, con i laghi di Monticchio nel cuore di quel vulcano esploso all'incirca 800 mila anni addietro.
Se il ruolo di un parco è quello di conservare e preservare tesori antichi e moderni, il massiccio del Vulture ha anche obiettivi di crescita e di sviluppo compatibili, non solo turistici o naturalistici. Basti pensare ai vini. Ai prodotti di quelle terre vulcaniche da sempre apprezzati dalle popolazioni del luogo.
Artefice del Parco naturale è Francesco Pietrantuono, responsabile dell'Ambiente in Basilicata, melfitano, innamorato della sua terra in maniera autentica. 
Pietrantuono, dove guarda il neonato parco regionale? 

"Il parco del Vulture nasce come strumento di tutela e di valorizzazione della biodiversitá, un ecosistema soggetto a lungo a forti aggressioni, come accade tuttora. Siamo ad un punto limite. Basti osservare il lago Grande di Monticchio per vederne il profondo degrado, in stato di progressivo avanzamento,  per assenza di interventi idonei per assenza di ossigenazione, di riciclo, con canali occupati spesso dagli agricoltori. Tutto questo dipende dal fatto di non essere mai riusciti a introdurre elementi di tutela in grado di proteggere e garantire l'intero habitat lacustre, la flora e la fauna, oltre al paesaggio. 
A questi elementi si aggiungono spesso appropriazioni indecorose, con una baraccopoli assolutamente ingiustificata. 
Ma oggi bisogna guardare avanti, ecco il compito del Parco. La funivia è stata in passato un attrattore importante, un sogno che sarebbe bello trasformare soprattutto oggi in realtá.  Ma prima di ripensarla occorre dare risposte a un assetto complessivo dell'area. Il Vulture è un comprensorio di grande pregio con importanti elementi storici e architettonici a cominciare dall'abbazia di Sant'Ippolito, insediamento basiliano poi bizantino che rispetto alla storia normanno sveva di quel tempo costituisce anche un luogo interessante in una visione di recupero di quell'area. L'esigenza da cui parte il parco è appunto la tutela di un grande patrimonio."

Storia, natura, brigantaggio. Senza escludere lo sviluppo dell'intera zona, non facile da costruire e forse anche soltanto da progettare.

"C'è un punto di tensione che riguarda un po' tutti i parchi, una sorta di contrasto tra conservazione e sviluppo. In questo caso siamo partiti dal basso indicando un perimetro che fosse ampiamente condiviso dalle comunitá locali. Frutto di compromesso ma per il solo fatto che sposa la condivisione massima dei territori avrá buone possibilitá nel seguire il percorso verso lo sviluppo. Questo dato consente di attivare migliori elementi di valorizzazione e di sviluppo, con l'occhio rivolto all'agroalimentare, alla storia, ai monumenti fino ad una importante attrazione naturalistica, da Monticchio alle cascate di San Fele. E non solo.

Quali le prossime scadenze?

"Anzitutto gli organi del parco, la redazione dello statuto. E poi occorrerà intervenire sul lago grande di Monticchio che soffre una condizione assai preoccupante. Un'atrofizzazione avanzata del lago da non sottovalutare per le  gravi  conseguenze che può determinare, fino a trasformarsi in un fenomeno irreversibile."

Il parco regionale del Vulture racchiude aspetti scientifici legati alla presenza e alla storia geologica del massiccio. Un motivo di larghissimo interesse sul quale, ora a maggior ragione, si concentrano gli interessi del mondo della scienza e della ricerca.

"Questo dato emerge allorquando mettiamo in essere il massimo del rispetto per i  luoghi: la tutela che diventa elemento di rilancio e di sviluppo in tutti i sensi dell'intero territorio. Quindi la tutela come elemento dinamico e non di semplice conservazione dell'esistente.
Un tragitto che il parco dovrá attivare avvalendosi dell'apporto della ricerca. E ciò dovrá essere alla base di un turismo differente. Abbiamo bisogno di mettere in campo delle tutele adeguate, nel senso che tutti i soggetti interessati dovranno spingersi verso livelli più elevati nella loro presenza e nelle molteplici attività vecchie e nuove, unica condizione per attrarre un turismo di maggiore qualitá, adeguato alla posta in gioco di Monticchio laghi e del Vulture nel complesso. Per la Basilicata 2019 e oltre una carta importante. Anzi un vero banco di prova." 

martedì 14 novembre 2017

IN CAMMINO VERSO IL 2019

                                    
Il Governatore Marcello Pittella (Riproduzione riservata)




Governatore Marcello Pittella, forse il "merito" del petrolio è di essere diventato una questione politica di primo piano in Basilicata e di  avere impegnato su questo una intera classe politica, come non era mai accaduto. È d'accordo con questa analisi? 

"Sono convinto che tutto questo va attribuito all'azione politica e amministrativa messa in campo. C'è da dire tuttavia che abbiamo realizzato obiettivi importanti, non solo sul piano del dibattito legato all'evolversi della vicenda, anche in campo nazionale, quanto sul terreno prettamente operativo da parte del Governo Regionale con controlli, verifiche, con il potenziamento di Arpab e nondimeno con il recupero della centralitá della regione stessa nei processi legati all'attivitá estrattiva e ai suoi riflessi su vasta scala. 

Tutto questo ha fatto sì che molte cose venissero fuori e che la vicenda petrolio, intesa come risorsa per il Paese e per la Basilicata ovviamente, venisse posta al centro dell'attenzione declinando il paradigma in maniera diversa dal passato: non una regione che subisce ma una regione in grado di diventare attrice del proprio destino e dell'utilizzo di una risorsa importante."

In tante situazioni l persona di Marcello Pittella è stata messa alla prova spesso in maniera impietosa. Eppure mi sembra che per l'ambiente, per la sua salvaguardia e valorizzazione siano state fatte cose importanti. Per altro verso non si parla affatto dei silenzi e delle inefficienze di chi ha governato questa regione sin dal 1970.


"Viviamo un tempo in cui sembra esserci poca memoria e sembra che ci si affidi alla quotidianitá, ai luoghi comuni in certi casi e non ad un serio e attento approfondimento. Se per un attimo provassimo a mettere a fuoco le azioni politiche messe in atto forse in molti cambieremmo opinione, sul passato e sul presente.

Non ci sono a memoria azioni in grado di potenziare Arpab con 40 milioni di euro, non ci sono a memoria misure che abbiano trasformato l'osservatorio ambientale in fondazione ambientale e non mi sembra che vi siano state azioni volte a mettere in campo una così vasta campagna epidemiologica in Basilicata. Anche i governi nazionali passati non credo che abbiano attuato azioni di sostenibilitá economica in rapporto ai problemi estrattivi che la Basilicata va affrontando ormai da anni. 
Noi recuperiamo tutte queste cose e andiamo a racchiuderle in quattro anni di grandissime difficoltá in cui non sono mancati tentativi strumentali di dare l'idea di una regione che volesse perforare a tutti i costi. Al riguardo mi piace ricordare che non c'è un pozzo in più rispetto a quelli previsti nel 1998 e nel 2006, in base agli accordi dell'epoca con Eni e con Shell. Addirittura sulla produzione c'è una riduzione in termini di quantitá di barili. Abbiamo respinto tutte le istanze per progetti estrattivi in terra e in mare e abbiamo avuto una posizione vigile sul tema della qualitá dei controlli sulla salute degli abitanti delle aree interessate dalle estrazioni e sul territorio."

Quindi Presidente gli abitanti della val d'Agri hanno motivo di essere ragionevolmente tranquilli. O gli allarmismi hanno qualche fondamento?


"Assolutamente si, fermo restando che la nostra azione deve essere continua e incessante. La salute dei cittadini, soprattutto nei siti dove insistono impianti industriali di una certa pericolositá non solo per gli inquinamenti, ma anche per eventuali incidenti, la salute dei cittadini dicevo merita un monitoraggio severo e ininterrotto, cosa che faremo su tutta la Basilicata: attenzione non è soltanto la val d'Agri a essere sotto osservazione, sono il Lagonegrese e il Pollino per la tremolite, la fascia jonica per il nucleare, il melfese per la questione Fenice. Tutte realtá che vanno mappate e controllate, sicchè io da cittadino anzitutto, da medico e da governatore, mi sento di dire che non ci sará giorno in cui noi non lavoreremo per garantire la tutela della salute mediante il monitoraggio e la prevenzione."


Lasciamo per un attimo il capitolo petrolio e ambiente per parlare di come i media vedono la Basilicata. Il Venerdì di Repubblica recentemente ha dedicato la copertina e un ampio servizio a Matera cittá dei Sassi. Eppure Matera e la Basilicata sono il risultato di trasformazioni profonde rispetto al passato con tutto ciò che un fatto del genere comporta. Scienza, turismo ambientale, archeologia e altro ancora dovrebbero catturare l'attenzione della grande stampa. 


"C'è un tentativo di interpretare in modo riduttivo la capacitá e la qualitá del brent lucano che si manifesta non solo con la straordinaria bellezza dei Sassi, ma anche in altri mille modi. Noi dovremmo continuare ad alimentare al massimo la capacitá di comunicazione, anche di educazione, per sottolineare adeguatamente che questa regione è al centro del Mediterraneo e che diventa un elemento trainante per l'intero Paese. Questa regione fa dell'economia della cultura un volano di sviluppo. Ma non solo. Anche attraverso scienza e tecnologia riesce a distinguersi e ad aprire scenari nuovi.    Tutto questo significa agganciare reali opportunitá di crescita e di lavoro. E' una terra, la Basilicata, che fa dell'agroalimentare il suo fiore all'occhiello distinguendosi per più peculiaritá. Riesce insomma a essere eccellenza in un mondo competitivo."


Presidente Pittella, che giudizio dá di questa classe politica? È in grado di garantire pienamente un futuro dignitoso a questa Basilicata?


"Una classe politica che sceglie la veritá, il confronto con i cittadini, la costruzione laboriosa del domani attraverso la fatica di ogni giorno trova il mio apprezzamento. Chi invece si iscrive al partito della contrapposizione a tutti i costi, della demolizione, del nullismo perchè l'obiettivo è conseguire un consenso immediato non troverá la mia e la nostra adesione.

La classe dirigente attuale si sforza di conseguire risultati ambiziosi in una competizione complessiva e globale."

In politica spesso ogni argomento è utilizzato o utilizzabile. C'è chi stabilisce un nesso con la Sicilia, volendo significare che quegli scenari potrebbero verificarsi anche in terra lucana.


"Io evito polemiche inutili, non amo le parole al vento. Dico soltanto che il confronto non regge, che questa è un'altra realtá e lo stiamo dimostrando. Mi farebbe piacere che tutti, anche quelli che scrivono queste cose o delineano scenari del genere si iscrivessero al partito della fatica, del lavoro, della collaborazione perchè questa regione possa continuare a traguardare risultati importanti, insieme e non divisi. Finiamola di inculcare nel cittadino lucano l'idea che le cose debbono andare necessariamente male e per forza.  Dobbiamo lavorare perchè questa regione continui a mantenere questo trend positivo, con l'impegno di tutti, a cominciare dal centrosinistra." 

venerdì 3 novembre 2017

MATERA CITTÁ DELLE RADIOSTELLE


                           
IL CENTRO DI GEODESIA SPAZIALE A MATERA 


Tra tanti Sassi e tante chiese rupestri sembra strano che non ci sia posto, nell'immaginario degli osservatori, per una veritá grande ma finora nascosta, se non proprio (involontariamente?)  occultata: il ruolo scientifico di Matera nel quadrante internazionale e non solo europeo. Un dato di prima misura sul quale si sofferma il sindaco De Ruggieri e sul quale fa perno l'intuizione di Marcello Pittella, governatore della Basilicata, abituato a superare vicende locali e storie di una cultura fin troppo tradizionale per guardare avanti con una buona dose di realismo.
Sarebbe utile che il traguardo del 2019 fosse anche questo, vale a dire quell'insieme di attenzione all'arte, alla storia ma anche ad una vocazione moderna e scientificamente riconosciuta di cui Matera è espressione.
Il Centro di Geodesia spaziale, sulla Murgia verso Santeramo, da dove vengono inviati potenti segnali radio diretti alle Quasar (le radiostelle) è la dimostrazione della esistenza dei numeri necessari, delle professionalitá adeguate e della ricerca che Matera ha prodotto facendosi forte del suo passato e della sua capacitá di imporsi un ritmo di sviluppo frutto di una cultura elevata. Una sorta di formidabile mediazione tra passato e presente, operata con vera sensibilità e profondo dinamismo di cui i materani sono capaci non da oggi.
Paradossalmente i film da Pasolini a Mel Gibson sono la sintesi di tutto questo e non solo.  E probabilmente, per non dire certamente, anche di una visione totalizzante che porta questa parte della Basilicata a guardare oltre il petrolio e tante minute questioni di campanile, rivelatesi prive di contenuti e assolutamente deleterie.
Matera ha avuto da sempre grandi aspirazioni a coltivare umanesimo e scienza e a diventare espressione di un modi di intendere con spirito moderno la vita e il futuro di una terra dalle mille potenzialitá insite nella coscienza civile di un popolo, prima di tutto.
Modernizzare  al massimo il traguardo del 2019, che non è afffatto un'icona: ecco il punto di partenza e non solo il riconoscimento ottenuto, per quanto importante.
Partire di qui per cambiare Basilicata e Mezzogiorno. Ecco il percorso giá tracciato e ancora da completare, indubbiamente. Sicchè la carenza, per quanto parziale, di infrastrutture non può inficiare un lavoro iniziato quando l'Unesco e l'obiettivo della capitale della cultura erano soltanto in mente dei.  Vale a dire decenni e decenni orsono, quando si capiva che la posta in gioco era ben più importante dei problemi, per quanto essenziali, del vivere quotidiano. Una rigorosa proiezione nel futuro ha fatto grande Matera, non vi è dubbio.
Sicchè la presenza di Aurelia Sole, rettrice dell'Universitá della Basilìcata, e dello stesso Paolo Verri deve puntare a imprimere una sterzata al cammino verso il 19 gennaio del 2019 dando slancio a un'idea che smetta di considerare Matera Sassi e soltanto Sassi con fiumi di turisti negli antichi quartieri di tufo. Orientare le comitive verso le parabole del Centro di Geodesia sarebbe non solo una novitá, quanto un'idea appropriata e intelligente.

giovedì 2 novembre 2017

OVUNQUE È ALLARME AMBIENTE



Le telecamere del tg1 mostrano i ghiacciai eterni del Gran Paradiso che si assottigliano fino a minacciare una lenta e inesorabile agonia.
Immagini da brivido che documentano le conseguenze della perdurante siccitá e dell'effetto serra causa di un disastro ambientale di proporzioni indicibili, che giá oggi determina la scomparsa dei principali ghiacciai: un fenomeno imputabile all'enorme quantitativo di CO 2 immesso in atmosfera e di numerosi altri gas dei quali forse in pochi hanno contezza.
Papa Francesco, in visita al cimitero dove sono sepolti i caduti americani della seconda guerra mondiale e poi alle Fosse Ardeatine, addita la guerra considerandola causa indiscutibile di distruzione e di morte. Un monito per gli uomini del pianeta terra, e non solo per i credenti o per i soli cristiani, davvero per tutti. 
L'umanitá non può arrendersi  difronte a cataclismi come quelli provocati dal progresso umano e dallo sviluppo esasperato di scienza e tecnologia. Ecco la drammatica lezione che occorre apprendere, in un'epoca in cui il progresso appare capace di cancellare millenni di storia e di cambiare il volto del pianeta.
Frattanto, non lontano dalla casa dei lucani anzi in casa nostra, si fa strada l'ipotesi tremenda di un flagello determinato dalla fuoriuscita di greggio dal Cova di Viggiano,  che  sembra essere questione non certo recente sicchè le misure adottate dal governo regionale, con il fermo del Centro olio, appaiono oggi ancor più appropriate e inevitabili come del resto la vigilanza senza precedenti esercitata da Arpab e da altri soggetti interessati. 
Peccato, se tutto questo apparato di controllo fosse stato messo in atto nei decenni scorsi certamente il prezzo da pagare oggi non sarebbe stato così alto. Eppure l'Eni ha buttato fiumi di denaro per realizzare le sue "imprese". Basti pensare allo stanziamento di un miliardo tre milioni e 961 mila euro (dicono i tabulati interni segretissimi) per il primo progetto di sviluppo olio. Erano i primi anni Novanta.
Finanche un suicidio con raccapriccianti restroscena fa da sfondo a questa terribile stagione di disastri ambientali anche nella Basilicata considerata fino a ieri un'isola felice. Stupidamente. Anzi inconsapevolmente per alimentare una sorta di meschina illusione a danno degli abitanti di questa terra.

sabato 28 ottobre 2017

SOSTENIBILITÀ SOCIALE E AMBIENTALE



Il governo del territorio non può limitarsi al semplice dato economico o gestionale. Nè può prescindere da quella sostenibilitá sociale e ambientale che rappresenta l'elemento trainante di una  politica diretta  all'uomo come obiettivo primario. 
Allo scadere di una legislatura non facile, percorsa da problemi di portata ingente (petrolio, inquinamenti, occupazione giovanile) un convegno a Senise ha riaperto parentesi peraltro non chiuse e temi di strettissima attualitá. Ha affrontato i nodi della sostenibilitá sociale e ambientale, argomenti che da soli rappresentano una sfida, in passato neppure minimamente sfiorata da chi avrebbe dovuto, per timore di chissá quali conseguenze. Elettorali ma non solo. 
Marcello Pittella oggi scende in campo per dare risalto proprio a questa impostazione, l'unica in grado di distinguere una politica dai propositi coraggiosi da uno scenario scialbo e inconcludente del vivere alla giornata. Una sorta di progetto per il futuro giá sperimentato in un recente passato e ancora nel presente. 
Un cammino lungo e complesso non è facile da completare: richiede tappe forzate, impegno e soprattutto stretta collaborazione da parte di tutti gli attori che non possono dirsi estranei e meno che mai sottrarsi ai loro doveri. Per di più la posta in gioco riguarda anche l'ambiente in un momento in cui abbiamo tutti sotto gli occhi l'esigenza di una svolta che diventi regola di vita per fronteggiare emergenze epocali.
L'economia della sostenibilitá sociale richiede, dunque,  passaggi importanti: é un modo diverso di fare politica, un diverso atteggiamento nei confronti dei cittadini utenti in cerca di fiducia. Insomma una rivoluzione da incoraggiare perchè possa raggiungere nuove mete e traguardi qualificanti. 

venerdì 20 ottobre 2017

LA "RIGENERAZIONE" DELLA POLITICA



C'è una filosofia della scienza, una filosofia del diritto. Alla pari non è detto che non possa e non debba esistere una filosfia della politica, soprattutto in tempi in cui ci si interroga sui nuovi scenari nel rapporto non facile tra societá civile e mondo della politica, delle istituzioni, in cui la divaricazione genera spesso fenomeni di ogni tipo, dai più semplici ai più complessi.
Gianni Pittella, capogruppo dei socialisti a Strasburgo,  ha introdotto questa nuova e interessante categria di analisi parlando della rigenerazione della politica. Si, categoria di analisi giacchè di questo si tratta.  Rigenerazione non solo della grande famiglia socialista, quanto dei vari tasselli e delle diverse componenti di partiti, di aggregazioni sembra legittimo dedurre senza eccessivi sforzi di fantasia. Anzi con sufficiente realismo. 
Argomento non usuale e forse finanche non ancora esplorato a fondo quello della necessitá di rigenerarsi che contiene in sè  utili spunti di approfondimento oltre a  indicazioni di merito e di metodo da porre in essere prima che sia troppo tardi.
Tutto ciò peraltro accade in occasione di un importante appuntamento internazionale, vale a dire le due giornate di lavori del convegno "Costruire il futuro progresista insieme" con i leader del socialismo europeo al gran completo e con autorevoli osservatori. 
A questo punto la rigenerazione non è un sostantivo puro e semplice. Nemmeno un progetto come tanti altri. Ma assume la veste di un elemento di rottura con i canoni del passato e  con una interminabile tradizione (era giudicata tale dal senso comune!) di una politica lanciata verso le mete più impensate e più disparate. Un meccanismo pressochè totalizzante, per non dire quasi alle soglie dell'onnipotenza, destinato ad avere accesso ovunque e in qualunque momento. 
Non è un caso se uno degli interventi di maggiore spicco è affidato a Geremy Corbyn, convinto oppositore di ogni intesa e di qualsiasi forma di collaborazione con la destra cercando così di "rigenerare", di far rivivere,  una stagione di conquiste e di sacrifici, costata lacrime e sangue. Il che significa riappropriarsi della storia e compiere oltretutto una operazione veritá non di poco conto.

martedì 17 ottobre 2017

L'INNOVAZIONE MOTORE DI SVILUPPO



"La Basilicata compete con altre realtá del mondo, e si colloca tra le regioni più vocate all'innovazione." 
Lo sostiene il Governatore, Marcello Pittella, ed è proprio questo il filo conduttore dell'iniziativa tendente a rimarcare il carattere di quel radicale mutamento di rotta al quale si deve un po' tutto. In primo luogo l'attitudine dell'apparato pubblico e privato di questa terra a trasformarsi radicalmente fino a invertire vecchie e obsolete tendenze alla conservazione di un sistema produttivo di ieri, ormai non più efficace se non addirittura improponibile. Fuori dal tempo. Un sistema simile a un marchio, non facile da ignorare. 
Sicchè l'avvenuta cancellazione della Basilicata contadina, beninteso non come dato storico ma come sistema arretrato, e per giunta totalizzante, rappresenta una meta di tutto rilievo. Il risultato di operazioni complesse e molto articolate.
Innovazione scientifica e tecnologica. L'universitá è una testimonianza autorevole sorta nel dopo terremoto dell'Ottanta, proprio quando la sfida consisteva nel generale mutamento di strategie e di logiche alla base dell'economia da supportare non solo da parte del mondo della ricerca quanto della politica e dell'industria evidentemente. 
Oggi l'innovazione si sposta sul terreno scientifico  facendo compiere passi avanti alla progettazione del futuro. Grande obiettivo, ma anche grande responsabilitá. Se dovesse fallire per incuria o inadegutezza delle forze messe in campo sarebbe un fatto di estrema gravita.
Per questo la presenza di Aurelia Sole, rettrice dell'Ateneo lucano, al tavolo delle varie iniziative, in campo scientifico,  ha un carattere da non sottovalutare affatto, specie poi se produce nuove idee e mette a disposizione l'universitá di questa complessa fase di cambiamenti forse ancora non tutti conosciuti e non tutti esplorati a fondo. Di cui occorre prendere atto come sottolinea Roberto Cifarelli, responsabile delle attivitá produttive e della macchina che elabora l'ambito delle innovazioni, nel complesso. Se non altro a livello di concreta attuazione delle linee guida del settore. 
Il 30 ottobre sará la giornata conclusiva di questa prima fase, alla quale seguiranno delle altre. C'è da auspicare dello stesso livello e di analoga portata.

domenica 8 ottobre 2017

PETROLIO: CONTRAPPORRE CERTEZZE AI SILENZI DEL PASSATO


Si apre una nuova parentesi nella lunga e tormentata vicenda del petrolio nella Valle dell'Agri, in Basilicata. Decisa  la chiusura del pozzo di reiniezione Costa Molina 2, in territorio di Montemurro, per la presenza di sostanze pericolose in una delle vasche di stoccaggio delle acque di strato e in testa pozzo, precisa una nota dell'ufficio stampa del governo regionale. 
Lo hanno annunciato in conferenza stampa il Governatore, Marcello Pittella, l'assessore all'Ambiente Francesco Pietrantuono con il direttore di Arpab, Iannicelli, e il direttore generale dell'Ambiente, Santoro.
Raffica di domande da parte dei giornalisti per mettere a fuoco il ruolo dell'Eni, nella complicata vicenda della reiniezine dei reflui: argomento che s'interseca con lo smaltimento dei liquidi considerati per legge rifiuti da collocare nelle sedi idonee, appunto, e non certo da reiniettare in profonditá.
Si scava in tutti gli angoli con l'obiettivo di comprendere come stanno le cose realmente. Un quasi mistero che si accinge a essere meno oscuro e più intellegibile. Più trasparente. 
Il ruolo di Arpab, l'Agenzia per la tutela dell'ambiente,  è di riuscire a controllare, si sostiene, il delicato processo estrattivo in un clima difficile in cui le uniche certezze sono quelle fornite dagli organi pubblici ( Ispra, Cnr, ministeri dell'Ambiente e della salute) come afferma il presidente Pittella con legittimo orgoglio e con soddisfazione per essere riuscito a mettere alcuni punti fermi nella complessa, delicata e in certi momenti incomprensibile vicenda del petrolio in Basilicata, ancor più intricata dopo il fermo del centro Olio Eni di Viggiano, giacchè molte preoccupazioni si sono rivelate non solo fondate quanto minacciose.
Petrolio vuol dire tutto. Forse piùdi tutto. Una vicenda che suscita mille interrogativi come dimostra, del resto, la presentazione a Latronico del libro di Maurizio Bolognetti dal titolo suggestivo e accattivante: Buchi per terra. Altro che buchi, lascia intendere Bolognetti, diventato una sorta di data base per la gran mole di notizie, di dati, di elementi e particolari disseminati lungo il cammino del petrolio in questa terra del Sud, dai primi anni Novanta. Un libro che rappresenta un tassello importante.
La partita, sia chiaro, è tutta politica. Quando mai la Basilicata è riuscita a far sentire la sua voce in campo nazionale in maniera così netta e distinta? Quando mai ha raccolto l'attenzione di colossi come Ispra, Governo, Cnr intorno alla questione petrolio e a tutto ciò che ruota intorno all'universo delle estrazioni? Oggi tutto questo accade, e gli anni del silenzio per esorcizzare i rischi del petrolio sono alle spalle. Per fortuna. Anni in cui il silenzio colpevole delle istituzioni ha gettato le basi perchè i danni delle estrazioni s'ingigantissero a dismisura con conseguenze di cui oggi paghiamo tutti un prezzo sproporzionato.
Costa Molina 2 ha un peso bene al di lá dell'inquinamento riscontrato. Fino a ieri stava a indicare l'arbitrio delle compagnie, il dictat del petrolio sulle istituzioni. Oggi invece si vigila con attenzione sulla grande causa di ogni possibile inquinamento di aria, acqua, territorio con l'occhio rivolto alla salute dei lucani. Un bene irrinunciabile che non può essere minimamente scalfito dall'interesse dei petrolieri. 
Ecco cosa rappresenta la sospensione dell'attivitá di Costa Molina 2, fino a ieri una palla di piombo al piede della valle verde, oggi invece attentamente monitorata grazie al dinamismo di chi si è assunto l'impegno di dare risposte ai lucani: in termini non approssimativi ma scientifici e di costruire delle certezze da contrapporre ai troppi silenzi del passato. 

martedì 3 ottobre 2017

GOVERNARE CON IMPEGNO LE ISTITUZIONI



“Dallo studio Vis sono emersi due dati a mio giudizio significativi: il primo è che non esiste alcuna contaminazione di acque superficiali, il secondo è che non ci sono nemmeno tracce sul suolo, in oltre quaranta punti indagati in un’area di circa tre chilometri e duecento metri”.
L'intervento di Marcello Pittella, in chiusura di un lungo e difficile dibattito sul tema del petrolio e della Vis (la valutazione di impatto delle estrazioni sulla salute), ha messo a fuoco un dato da non sottovalutare. Il governo della Basilicata continua ad affrontare una delle sfide di maggiore portata per una intera classe dirigente riuscendo a richiamare sulla questiine petrolio l'atten zione di organismi nazionali di grande prestigio, quali Ispra, Cnr, ministeri della salute e dell'ambiente che si sono uniti ad Arpab e Asp per condurre accertamenti di valenza scientifica sulla ricaduta delle estrazioni petrolifere in Val d'Agri. Una sinergia mai verificatasi da quando l'Eni dette il via al primo progetto di sviluppo olio, con un investimento di un miliardo tre milioni e seicentonovantesette mila euro. Cifre da capogiro per la fine degli anni Ottanta.
Nel corso della riunione straordinaria del Consiglio regionale, dati alla mano, Pittella ha confutato uno per uno gli allarmismi, le paure, e soprattutto la sfiducia nell'operato del governo che guida. Gli ha fatto eco l'intervento del titolare dell'Ambiente, Francesco Pietrantuono, che ha fornito una serie di dettagli sulle azioni intraprese, a livello locale e  nazionale, e sulle prospettive che si aprono oggi.  
Ma l'intervento di Pittella ha superato il livello del dibattito attuale su Aia e Vis, per affrontare il nodo dei criteri di governo di una regione fino a ieri ai margini del dibattito nazionale e oggi, si può dire, in una posizione di tutto riguardo. 
Non esiste contaminazione di ambiente e acque superficiali: ecco il punto di partenza del suo discorso che lancia un messaggio a maggioranza e opposizione mettendo sotto gli occhi di tutti un modo di lavorare e di fare politica nelle istituzioni. 
"Nei miei quattro anni di presidenza abbiamo affrontato tante criticitá: molte le abbiamo risolte, non tutte chiaramente. Ma le criticitá ambientali non sono argomento di facile soluzione. Se qualcuno è in grado di venire da questa parte e di provare a risolvere in pochi anni i problemi che hanno caratterizzato la vita regionale in tema ambientale, allora lo faccia, si accomodi. Lo aiuteremo a governare. Ma senza urlarci contro e senza urilizzare la paura e la precarietá per recuperare un minimo di visibilitá. In fondo le cose che contano sono quelle che si fanno."  
Dibattito apertissimo destinato a proseguire proprio mentre si arricchisce di alcune riflessioni essenziali, e che dá conto di quanto si sta facendo. Una svolta nel modo di fare politica, sotto gli occhi di tutti. 

lunedì 2 ottobre 2017

AIA, VIS E ONCOLOGIA DEL SAN CARLO



Con tutta probabilitá, anzi con quasi certezza, non esiste in Italia una regione che abbia più della Basilicata un rapporto così diretto e problematico tra ambiente e salute dei cittadini. E ciò non solo per il petrolio, quanto per il traffico sostenutissimo deI centri abitati, anche di periferia, che contribuisce a compromettere la salubritá dell'aria. Il grado di vivibilitá di zone fino a ieri appartenenti a una idea di abbandono perciò stesso "salubre" oggi è stravolto da una modernizzione esasperata se non selvaggia. 
In questa ottica i decenni scorsi non hanno rappresentato minimamente un punto di riferimento saldo: parlo degli anni Settanta, e Ottanta soprattutto quando il silenzio sembrava essere l'unico antidoto a certi problemi incalzanti. Fu allora che si cominciò a parlare di Itrec, l'impianto della Trisaia di Rotondella sulla costa jonica lucana, per il trattamento e il riprocessamento del combustibile nucleare quando erano in pochi i cittadini edotti in materia o con una suffciente capacitá di seguire la situazione reale del funzionamento dell'impianto. Per giunta il rapporto di un  ufficiale dei carabinieri proprio sull'Itrec è finito nel cestino delle carte da buttare.
Per altro verso i decenni che si sono succeduti hanno portato la Basilicata a registrare una sorta di allineamento "alle regioni a più elevata industrializzazione" per quanto riguarda le patologie oncologiche, come sostiene una voce autorevole che segue da vicino l'andamento del registro tumori.
Negli ultimi venti o trent'anni le estrazioni petrolifere hanno disegnato gli scenari attuali. Non vi è dubbio. E oggi le politiche in materia di salvaguardia ambientale e di tutela della salute dei cittadini sono giunte a configurare un rapporto diretto tra Basilicata, ministero dell'Ambiente e della salute. Ecco il dato ineludibile. Direi la svolta in grado di produrre effetti importanti.
Aia e Vis, rispettivamente autorizzazione integrata ambientale e valutazione di impatto sulla salute, sono diventate pane quotidiano mentre prima non esistevano nel dizionario dei termini utilizzati da politici e non. Oggi il governatore della Basilicata, Marcello Pittella,  ha annunciato dei passi avanti nel campo della revisione dell'autorizzazione stessa  per il centro Olio di Viggiano e ovviamente per quello in fase di costruzione di Tempa Rossa. 
Il funzionamento dell'Arpab (l'agenzia per l'ambiente) è questione di primo piano. Intanto la seduta del Consiglio regionale straordinario, prevista per domani tre ottobre, prevede una comunicazione del Presidente Pittella proprio su questi argomenti.
E sul versante ospedaliero le moderne attrezzature di cui il San Carlo di Potenza si sta dotando aprono un capitolo di interesse scientifico che contribuisce ad accrescere il prestigio del nosocomio, a ridurre se non ad annullare le distanze tra centro e periferia della scienza. A dare smalto a una regione che taglia il traguardo di realtá pilota nel campo delle risorse disponbili e della loro tutela, con specifico riferimento alla salute dei suoi abitanti. Concludendo: oggi l'ambiente e la gente che risiede nei territori hanno un loro peso. E dovranno continuare ad averlo. Inevitabilmente.   

mercoledì 27 settembre 2017

TRA BRUXELLES E PALAZZO CHIGI



La Basilicata a Bruxelles tra le regioni d'avanguardia a livello europeo: importante traguardo, mai raggiunto prima d'ora. 
Tema centrale il confronto del governatore Marcello Pittella con i vertici di Nereus, l'organizzazione internazionale che mette insieme le aree di maggiore sviluppo scientifico e tecnologico, tra le quali figura appunto la Basilicata con i suoi insediamenti del Centro di Geodesia spaziale, sulla murgia materana, e il distretto tecnologico Ter di Tito.
Discussione quanto mai concreta con al centro il programma di lavoro pluriennale 2018 - 2020 e la relativa pianificazione degli interventi.
L'evento ha un carattere di tutto rilievo e fa seguito alla firma dell'intesa a palazzo Chigi Basilicata-Governo su Matera 2019 con relativi finanzimenti pari a circa 400 milioni di euro in vari settori. Obiettivo che si arricchisce di contenuti di giorno in giorno fino a rappresentare un indicatore centrale del peso politico di questa terra, oggi in una posizione centrale, quanto piuttosto capace di essere punto di forza di nuove intese su vari piani che hanno come scenario il Mezzogiorno.
Un dato politico non può sfuggire: il premier Gentiloni si sofferma sul ruolo di Matera Basilicata. Lo fa in conferenza stampa e l'annuncio viene ripreso dai media e opportunamente diffuso. Non manca di suscitare commenti e di innescare nuovi processi, legati alla dimensione della posta in gioco: l'evento non ha insomma una dimensione localistica. Non è proiettato semplicemente sul versante degli interessi di una regione. Ma sancisce una dinamica di prospettive e di rapporti assolutamente inediti e non previsti. 
Ci si rende conto che al centro di tutto ci sono nuove potenzialitá da mettere a frutto in un contesto cambiato in cui la Basilicata dialoga con il Governo e ha voce in capitolo con ricadute possibili a vari livelli.
Francamente non è poco essere riusciti ad eliminare quell'odioso dualismo tra centro e periferia della politica, della scienza, dello sviluppo. Certo, non tutto può dirsi conquistato. Ma la svolta c'è ed è tangibile. Si tratta di proseguire su questo cammino con l'occhio rivolto a due fattori essenziali. Da un lato la crescita dell'economia, dall'altro l'occupazione che tiene ancora con il fiato sospeso in un regione in cui frenare l'emorragia dell'esodo costante, finora, implica la messa in moto di meccanismi nuovi potenti e forse finanche inediti. Un banco di prova da non sottovalutare affatto. Intanto i primi risultati non si fanno attendere.

lunedì 25 settembre 2017

AL PILOTA GABRIELE ORLANDI



Un tonfo nel mare di Terracina. Onde altissime ti hanno accolto
mentre giá non appartenevi più a questa vita. Al mondo dei vivi.
Uno schianto e nient'altro: assoluto silenzio rotto dalla disperazione dei tuoi,
dal pianto inconsolabile ed eterno della tua compagna di vita.

La vedrai da lassù piangere e disperarsi mentre ha nei suoi occhi ancora
la bara che ti ha portato nei fondali profondi del Tirreno: non una bara di legno ma un eurofighter, modernissimo, insuperabile strumento di morte. La tua seconda casa che sbalordiva amici e conoscenti incantati dalla velocitá e dalla guerra. Quella mai combattuta che tu hai toccato con mano senza riuscire a salvare la vita.

I telefonini a centinaia hanno ripreso l'aereo caduto in picchiata dal cielo
che voleva sfidare tutto, finanche il destino, in un sereno pomeriggio dell'ultima domenica di questo tragico settembre.

Prima ragazzo, poi giovane, poi ufficiale pilota: uomo dai grandi sentimenti
che non vengono inghiottiti dalle onde. Quelli si, sono e saranno eterni mentre tu riposi come tanti altri tuoi colleghi, come gli uomini di questa terra.

Hai portato in fondo al mare i tuoi sogni dolcissimi, esaltanti, meravigliosi
che nessuno cancellerá. Stai tranquillo, Gabriele, e riposa lì dov'è ora la tua anima, nobile e bella. Come te, del resto.

UN'ALTRA BASILICATA COAST TO COAST?


                          
La costa di Maratea (foto R. De Rosa)
                       


Rocco Papaleo è un lucano molto speciale. Artista, regista, ideatore, sceneggiatore: l'uomo che ha fatto del suo film Basilicata coast to coast un evento nazionale in grado di far risaltare storia, costume, paesaggi di questa terra fino a ieri sconosciuta ai più, se non addirittura ignorata. 
La scorsa settimana Papaleo ha scelto Io donna, il settimanale del Corriere della Sera, per lanciare un messaggio. Vale a dire che il riscatto del Sud passerá da Matera. Un racconto  di questa cittá antica e modernissima insieme, capitale europea della Cultura per il 2019 con la sua storia e il suo passato, ma anche con il suo presente di tutto rilievo capace di dire una parola importante all'Italia, all'Europa e non solo.
Gli fanno eco gli operatori turistici della costa di Maratea, la perla delle perle del Tirreno, localitá piena di mito e di leggenda con i suoi paesaggi difficili da raccontare per il fascino struggente e la grande capcitá di attrarre un turismo non occasionale, mentre da via Verrastro Marcello Pittella, il governatore lucano, mette insieme iniziative e scelte che di volta in volta trovano concreta attuazione in un dialogo positivo con il Governo, l'Europa e le forze politiche dal quale dipende la capcitá di una piccola, ma non insignicante, regione del Sud di essere davvero la locomotiva del Mezzogiorno. La regione pilota che la Basilicata mostra di essere.
Frattanto Biagio Salerno, presidente del Consorzio turistico Maratea, si dice fiducioso nella spinta che il Capodanno Rai da Maratea potrá imprimere alla cittadina costiera e ad un'area ben più vasta. Mentre appunto il senso della cultura del territorio e delle sue prerogative diventa l'asse portante di una nuova strategia del turismo e dello sviluppo. Si guarda così all'attesa del riconoscimento di patrimonio mondiale dell'Unesco e alla istituzione del Parco marino di Maratea in un clima di piena consapevolezza dei passi che si vanno a compiere e della loro ricaduta per il futuro.
Il Residence del Pianeta, dall'alto della sua posizione dominata dalla statua del Cristo Redentore, infonde un senso di fiducia e di attesa per la svolta inevitabile, deteminata dal 2019 e Matera, ma soprattutto dagli sforzi in varie direzioni. Giulio De Nigro dirige la prestigiosa struttura, consapevole dell'importantanza del momento, ma soprattutto fiducioso in una svolta capace di far conoscere un terreno finora poco esplorato. I suoi ospiti vengono da lontano, americani, inglesi, tedeschi: gente che non conosce barriere, in cerca di nuove emozioni, mentre ci si affida a quella forza propulsiva presente nel territorio, nella natura dei luoghi, nelle bellezze di una costa impareggiabile sostenute da una intensa azione dell'Apt, l'agenzia per la promozione territoriale guidata da Mariano Schiavone. 
Per questo Biagio Salerno fa proprio l'invito degli operatori turistici a Rocco Papaleo a fare un seguito alla sua Basilicata coast to coast con un altro film geniale come il primo. Un invito al quale non saranno in pochi ad associarsi e che certo produrrá i suoi frutti.


venerdì 22 settembre 2017

"IL MEZZOGIORNO CHIEDE AL NORD DI RIMANERE UNITI E COESI"



Si registra un nuovo interesse per la Basilicata, in campo nazionale e non solo. La scadenza del 2019, con Matera capitale europea della cultura, è scandita da una serie di importanti iniziative dalle quali dipende un cambiamento di rotta nel percorso, finalmente non più ad ostacoli insormontabili, verso il raggiungimento di quel diritto alla paritá rispetto ad altre aree del Centro Nord. Un fattore di equilibrio, ma anche al tempo stesso una questione di prestigio per una terra fino a ieri considerata ai margini di un po' tutto: dallo sviluppo alla capacitá di competere. 
La Basilicata a Radio anch'io, la trasmissione di radio uno Rai, è da considerarsi un evento significativo che apre senza dubbio reali possibilitá di far conoscere, divulgare, affermare le caratteristiche di questa terra non più considerata inefficiente  ma apprezzata per il suo bagaglio di cultura, di scienza, di storia e archeologia. Ma anche sotto il profilo del valore del suo patrimonio naturale. 
Intervenendo nella trasmissione il governatore lucano Marcello Pittella ha parlato della necessitá di una coesione nazionale, oltre ogni divergenza e al di lá di qualunque contrapposizione da ritenersi oggi inopportuna e controproducente. Importante traguardo questo, ma soprattutto importante messaggio al Paese per affrontare il nodo di una vera unitá nazinale sul terreno, spesso insidioso, di uno sviluppo uguale e non frammentario, disuguale se non parziale. Area per area come è accaduto fino a ieri. 
"Il Mezzogiorno chiede al Nord di rimanere uniti e coesi". Ecco il senso di una proposta politica da non sottovalutare. La trasmissione era dedicata alla questione catalana e al referendum per l'autonomia del Veneto e della Lombardia. "La perdita della possibilita' di una cooperazione interregionale non giova all'autonomia di una singola regione. Solo il Paese unito può rappresentare un valore aggiunto nella sfida globale." 
Basilicata, avanti tutta, viene da osservare al di lá di qualunque spirito di campanile e di ogni difesa del piccolo è bello. C'è insomma di che riflettere: se si è capaci di intervenire in un dibattito su questioni internazionali e su vicende italiane di larga portata, evidentemente ogni retaggio negativodel passato appare relegato nell'angolo dei ricordi.
Operazione non facile, senza dubbio. Ma tuttavia una scelta che potrá consentire di guadagnare rapidamente terreno, se non addirittura di superare nella competizione del giorno per giorno chi riteneva di essere arbitro esclusivo  del cammino verso lo sviluppo. Un sentiero che oggi appare quantomeno più aperto e non condizionato da antiche categorie di pensiero. Legate ad un tempo ormai cancellato dalla storia.