mercoledì 27 luglio 2022

IL VULTURE SI APPRESTA A VOLTARE PAGINA



IL VULTURE CON I VIGNETI (foto R. De Rosa  - Riproduzione Riservata)



Donato Sperduto, sindaco di San Fele, è il primo Presidente del Parco regionale del Vulture. Quasi un miracolo, giacchè la nomina giunge  dopo anni di mancati accordi e di profondi contrasti sia sui nomi ma pure sui programmi di risanamento e di rilancio dell’area. Obiettivo arduo.

Si apre dunque un percorso completamente nuovo per il massiccio che ha in sé una valenza naturalistica, storica, geografica di tutto rilievo. Direi straordinaria, al punto da rappresentare non un semplice polo turistico quanto un unicum da mettere a frutto adeguatamente. 

La foresta regionale, la biodiversità, le acque,  i laghi, non ultimi, compresa l’ex area Troposcatter (oggi area Interforze)  per la difesa dei confini della Nato, sono un formidabile motore in grado di fare del Vulture un  elemento di  attrazione legata alle peculiarità del territorio. Attrazione turistica ma non solo, se si bada agli aspetti scientifici e geologici della montagna, un vulcano esploso all’incirca 800 mila anni fa, sostengono gli esperti e tuttora oggetto di studi.  

In cima alla montagna, nella vasta località ancora interdetta ai visitatori, esiste un vasto camminamento sotterraneo che si collegava via radio a tutti gli altri centri disseminati lungo la direttrice che dalla Norvegia si spinge fino alla Turchia, una rete fitta di tecnologia già negli anni Sessanta quando la guerra fredda dominava il clima dei rapporti internazionali.

Se questa è storia, la valenza naturalistica del Vulture è indiscutibile  e deve prevalere, al primo punto in una scala di beni da difendere.

La valorizzazione della località implica per un verso un grande attaccamento alle bellezze della zona, fin troppo note, e il bisogno di andare oltre il perimetro dell’ordinaria amministrazione con un progetto di largo respiro per Monticchio e il Vulture nel complesso.

Occorre sfondare la barriera di una tradizione fatta purtroppo di silenzi e di inaccettabili banalità, spesso, com’è accaduto finora, anche di fronte a situazioni di emergenza nei periodi di punta quando il rispetto della natura era all’ultimo posto. 

Uno sforzo non di poco conto, tutt’altro, che compete d’ora innanzi al Parco regionale, alla Comunità, ai sindaci alla Regione Basilicata, per fare del Vulture la perla o una delle perle del Sud, fuori da qualunque logica di campanile.  


                               



Il rifugio antiaereo e la croce del 1900 sul  Monte Vulture
                         (foto R. De Rosa - Riproduzione Riservata)

domenica 24 luglio 2022

SCUOLE ALL'AVANGUARDIA A LAURIA


                          


Una scuola a Lauria (Pz)


In vista della ripresa delle attività, a Lauria la scuola si è dotata di tecnologie altamente innovative che consentiranno una idonea vigilanza sulla qualità dell’aria nelle classi, prevalentemente per scopi igienico sanitari. 

Dei sensori, controllati da apposite centraline, forniranno infatti una serie di informazioni perché il personale docente e non sappia quando è necessario rinnovare l’aria nelle classi, soprattutto con lo scopo di ergere una barriera contro gli assembramenti e garantire un clima interno adeguato.  86 finora le classi monitorate con questa metodologia. Ciò sia per contrastare soprattutto il diffondersi del Covid, sia per migliorare la qualità della vita di allievi, dei docenti e del personale tutto nelle ore di permanenza a scuola. 

Si tratta di un esperimento di alta tecnologia, il primo nel Mezzogiorno, presentato in una conferenza stampa dal sindaco, Gianni Pittella e da altri rappresentanti dell’Amministrazione locale, oltre ai dirigenti scolastici.  

L’utilizzo dei sensori è già in uso in alcuni istituti del centro Nord con ottimi risultati ed è il frutto del lavoro di una startup, Fybra, con l’obiettivo di migliorare la qualità dell’aria negli spazi indoor sfruttando la ventilazione naturale e ottimizzando i sistemi di areazione. 

Lo ha precisato il dottor Gaetano Lapenta, co-founder e Ceo di Fybra, precisando che gli impianti utilizzano sensoristica avanzata e algoritmi predittivi e adattivi per garantire salubrità dell’aria, comfort ed efficienza energetica.

Il Sindaco Pittella sostiene che la startup rappresenta un’eccellenza mondiale nel campo della ricerca e va per questo incoraggiata nella sua attività. Certo, un primato della scuola della Basilicata in un contesto meridionale ed europeo.

                                 

                                 

mercoledì 20 luglio 2022

SI AVVICINA IL CONGRESSO EUCARISTICO A MATERA



                              


  L'Arcivescovo di Matera Mons. Giuseppe Caiazzo


Si sono appena spente le luci sulla festa della Madonna della Bruna e Matera si appresta ad accendere i riflettori, tra due mesi, su un evento di vasta portata cristiana, storica e culturale: il Congresso eucaristico, occasione di confronto sui temi della fede e della sacralità della figura del Cristo Risorto.

Sia ben chiaro. Il Congresso non è un evento alla stregua dei fatti che si sono succeduti e si succedono in questo tempo tormentato e infido. E’ il trionfo della fede sul consumismo, sul materialismo che ci attanaglia, su un quotidiano spesso insipido e minaccioso. 

Matera con la sua realtà, rappresentando tutta la Basilicata per intero, ospiterà la figura di Papa Francesco al suo primo ingresso in una terra piccola ma non insignificante. Tutt’altro.

Il Vescovo di Matera sarà il padrone di casa, a dare il benvenuto a Francesco, in una cornice in cui umanità e umiltà, insieme alle parole del Vangelo, assumeranno contorni significativi. 

Mons. Giuseppe Caiazzo qual è il valore ecumenico del prossimo Congresso eucaristico: da Matera parte un messaggio fede ma, al tempo stesso, di speranza in un mondo diverso.  


“Il Congresso eucaristico ha una valenza soprattutto ecclesiale, ma proprio perché al centro c’è l’Eucarestia, è il culmine di tutta la vita della Chiesa e noi ci ritroviamo per vivere la comunione, secondo il desiderio di Gesù Cristo. 

Le sue parole “chi mangia la mia carne e beve il mio sangue avrà la vita eterna” ci ricordano che Lui è il capo e noi siamo le diverse membra. 

Il messaggio che partirà da Matera consisterà appunto in questo.”


Matera sarà protagonista di un evento di larghissimo respiro, da città della cultura a città della fede. Non è poco.


“La storia di Matera ci fa comprendere che da questa città, nel corso dei millenni, sono sempre partiti dei messaggi profondi: una città che ha saputo guardare al proprio futuro compiendo un cammino di fede non indifferente da quando il cristianesimo si è affermato in questa stupenda e unica città.

Matera accoglierà con lo spirito di sempre tutta la chiesa italiana che arriverà con i propri pastori e le delegazioni, e proprio perché Matera è città di Maria noi ci metteremo in cammino seriamente dietro a Maria per seguire il Figlio ed è il Figlio che lei ci dona a indicarci il cammino. Un ritorno alle origini della fede, in realtà.”


Il Congresso eucaristico coinciderà con la visita di Papa Francesco alla Basilicata, la prima volta che il Pontefice si reca appunto tra i lucani. 


“Diciamo che è un sogno che si è realizzato e si realizzerà nel momento in cui il Santo Padre giungerà in Basilicata. 

Ricordo l’invito che gli feci dicendogli: Santità sarebbe bello se Lei venisse a Matera a concludere il Congresso eucaristico e lui con un sorriso mi disse che sarebbe venuto senz’altro. La voce del Papa risuonerà non solo per i materani o per i lucani, ma per il mondo. Una grande circostanza, un’occasione davvero straordinaria.”       

martedì 19 luglio 2022

NO ALLA DISCARICA DI SAN SAGO



                               

                              la discarica di San Sago


Una mina vagante, proprio ai confini tra Basilicata e Calabria. Il rischio di una riapertura di questa discarica, in cui finiscono da tempo rifiuti pericolosi per giunta non ancora definiti, è davvero grande. San Sago è nel comune di Tortora, ubicata sulla sponda del fiume Noce che sfocia nel Tirreno meridionale con danni largamente prevedibili per l’economia di una vasta area marina, compreso il litorale di Maratea.

Allarme tra gli operatori turistici e gli albergatori della costa che in una nota a firma di Biagio Salerno, Presidente del Consorzio lucano, sostengono l’azione intrapresa dall’Assessore all’Ambiente della Basilicata, Cosimo Latronico, volta a scongiurare l’apertura di san Sago. 

“Non siamo in grado di fare previsioni sugli sbocchi della vicenda, poiché esiste già un atto amministrativo rilasciato dalla Regione Calabria. Stiamo tuttavia provando a riaprire una valutazione nel merito.” Questa la dichiarazione di Latronico.

C’è da auspicare lo slittamento di una conferenza di servizi prevista per il 28 luglio in cui sarà affrontato appunto il nodo di una eventuale riapertura della discarica stessa. 

Gli uffici del Dipartimento Ambiente della Basilicata non hanno ancora ricevuto copia del progetto relativo alla richiesta di riapertura della discarica di San Sago. Un particolare non certo secondario.  

Varie iniziative sono in corso da parte dei centri costieri che affacciano sul Tirreno dove cresce la preoccupazione per i rischi di un inquinamento diffuso.  Il 22 luglio consiglio comunale aperto a Tortora, in provincia di Cosenza, con la partecipazione dei primi cittadini di Basilicata, Calabria e Campania. 

martedì 12 luglio 2022

DANTE, JOYCE E PASOLINI




Dallo scorso anno a oggi tre figure di poeti,  letterati e non solo hanno tenuto banco ad altissimo livello: i settecento anni di Dante, il centenario della pubblicazione dell’Ulisse di Joyce e il secolo dalla nascita di Pier Paolo Pasolini. 

Certo tra tutti, e più di tutti, Dante è entrato nel sentire comune: forse chi non aveva dato nemmeno uno sguardo alla Divina Commedia se non altro ha compreso il valore universale dell’opera e l’ha collocata tra cielo e terra, com’è giusto che fosse. 

Conoscere Dante, anzi leggere Dante, non è impresa da nulla. Ma in questo caso le celebrazioni hanno fatto centro sottolineando le mille ragioni per cui il Sommo poeta non è paragonabile ad altri. 

Basta questo per una conoscenza per quanto superficiale? Certo qualcosa rappresenta.

Cosa pensare dell’Ulisse di James Joyce pubblicato cento anni fa? Un lavoro grandioso ma forse sconosciuto ai più. E’ bastato tuttavia a celebralo il monumentale inserto del Corriere della Sera che a fine gennaio scorso ha pubblicato una lunga intervista a Michael D. Higgins Presidente dell’Irlanda e raffinato poeta in cui emerge il contrasto tra umanesimo e consumismo. Le leggi del mercato. 

L’Ulisse rimane un punto di svolta, “enigmatico e monumentale capolavoro” com’è stato definito che ha  permeato di sé la letteratura del Novecento.

E con il Novecento siano a Pasolini ad un secolo dalla nascita del grande scrittore, sceneggiatore, regista.  Rimangono scolpite nella mente le scene drammatiche e spesso insopportabili di “Salò o le 120 giornate di Sodoma.” Scene crude, di un realismo sconvolgente che affidano allo spettatore un patrimonio della storia del quale non ci libereremo mai. Come non ci libereremo mai di certe atrocità del nazifascismo. 

“Il Fiore delle Mille e una notte” mette in luce i colori della vita e le mille passioni che esplodono come fuochi d’artificio per celebrare la vita, appunto.

Tutti temi del repertorio pasoliniano di cui si va discutendo anche in Basilicata, la terra che vide e conobbe Pasolini nel “Vangelo secondo Matteo”, girato a Matera, un evento di portata non solo artistica che ha fornito alla città l’imprimatur (uno degli imprimatur) per candidarsi a essere capitale europea della cultura nel 2019.

Parlare significa conoscere. E conoscere non è un mero esercizio di acquisizione di dati e notizie. Significa partecipazione e presenza . Anzi condivisione, per quanto il termine possa risultare imponente e non facile da far passare.

Pasolini è personalità complessa. Uomo di letteratura e del cinema che vuole rappresentare con la sua multiforme esperienza una documentazione del succedersi degli eventi. Scene bellissime e tragiche. Colori luminosi e abbaglianti. Una regia magistrale che diventa tutt’uno con la sceneggiatura. Si può discutere di Pasolini alla stregua di un semplice pour parler? Credo proprio di no.


   

lunedì 4 luglio 2022

LA TRAGEDIA DELLA MARMOLADA, UN COLPO AL CUORE DELLA "CIVILTA'"




                  


   

Una nebbiolina leggera in un giorno di febbraio di qualche anno fa lasciava scorgere la Marmolada dai campi di neve di Kurzras, dove gli sciatori sugli impianti continuavano a salire e scendere con la disinvoltura di sempre. Quella nebbiolina sottilissima era neve sollevata dal vento, in un clima in perfetta sintonia con il periodo e temperature che a mezzogiorno raggiungevano i meno venti gradi.

La montagna appariva come il gigante buono di cui potersi fidare. Nessuno avrebbe mai pensato che un giorno quel gigante potesse ribellarsi, travolgere uomini e cose, gettare nello sconforto tutti con una immensa colata di ghiaccio e detriti in grado di spazzare via finanche i sogni di chi da sempre ha visto nella natura di una bellezza struggente l’approdo per le proprie passioni.  

Quella di domenica 3 luglio, destinata a rimanere nella storia, non è soltanto una sciagura come tante che interessano da sempre le montagne più importanti. E’ qualcosa di estremamente grande, di inenarrabile, qualcosa che chiama in causa la coscienza stessa della nostra modernità  con i pregi declamati spesso a gran voce e con i difetti enormi che ora stiamo toccando con mano. Per giunta a nostre spese.

Una colata di ghiaccio senza precedenti ha messo a nudo la fragilità della natura di cui ci eravamo francamente  dimenticati perché non conveniva allertarsi più di tanto. Sarebbe stata e sarebbe tuttora necessaria una rivoluzione del modo di vivere di nazioni e continenti, di tutti, nessuno escluso. Un’idea ambiziosa ma impossibile: così vai a sradicare decenni di abitudini acquisite grazie  al progresso, con lo scopo di proteggere una natura in delirio?

Si, perché la disgrazia della Marmolada è un delirio della biodiversità, l’ultimo affannoso rantolo che prelude ad una morte certa, la sepoltura delle attese mai realizzate di una vita migliore, non meglio qualificata, ma sbandierata con estrema incoscienza. Se la casa brucia finiremo tutti in rovina, senza scampo. Scienza e tecnologia stanno purtroppo dimostrando la loro impotenza in nome della ricerca e del progresso, per giunta.   


domenica 3 luglio 2022

IL RUOLO DELLA BCC BASILICATA





190 miliardi in dirittura d’arrivo, grazie al PNRR. La notizia inevitabilmente sorprende, specie in relazione all'impiego di questa gran mole di denaro. 
In realtà si tratta di soldi che giungeranno a tranches, dovendo corrispondere peraltro a obiettivi precisi e imprescindibili, secondo un cronoprogramma ben definito, che fa parte delle logiche europee e non sempre in linea con le esigenze del Paese.
A questo punto inevitabile chiedersi: qual è la situazione dell’ economia locale, quale il ruolo delle banche, al centro ma soprattutto in periferia, dopo le due lunghe parentesi, il Covid prima ( non ancora esaurito) e la guerra alle porte dell’Europa.
Ci sono microbanche, ad esempio le BCC, con una mole di denaro dovuto spesso ai mancati investimenti delle imprese, ma anche al risparmio dei clienti.
La BCC Basilicata  in questo scenario ha un posto di rilievo, dato il suo dinamismo e la capacità di essere presente sul territorio,  con vari investimenti.
Teresa Fiordelisi è la Presidente di questa banca che nel 1958 vide la luce a Laurenzana, nel potentino. Ora anche nella veste di Vice Presidente di ICCREA BANCA S.P.A., la Capogruppo del primo gruppo bancario cooperativo nazionale. 
“Le Banche di credito cooperativo sono banche di comunità e vivono in simbiosi con il territorio, dovendo operare nello stretto ambito territoriale di competenza. Sono banche di relazione e di prossimità, in effetti. Questo fa sì che le BCC siano sempre vicine al territorio, anche in tempi difficili come quelli attuali, svolgendo un’azione anticiclica e di sostegno.”
Cosa le suggerisce la sua esperienza alla guida di questa Banca?

 

“Siamo banca di riferimento della Regione Basilicata, poiché abbiamo ben 12 filiali, operiamo in 54 comuni di competenza e nelle due province di Potenza e Matera. La BCC è nata nel 1958 a Laurenzana, come Cassa rurale ed artigiana.
Oggi operiamo in territori molto diversi tra loro, piazze di raccolta e piazze di impiego con diverse vocazioni produttive; non dimentichiamo le peculiarità di Matera, dove vi è una sede distaccata della Banca, e anche un altro fattore, la fusione con San Giorgio Lucano e Nova Siri intervenuta nel 2010 che ha aperto la costa jonica alla nostra operatività.”
Qual è la previsione sul credito e sull’economia delle aree di vostra competenza? 
“Non abbiamo al momento segnali negativi che indichino un deterioramento del credito, ma il perdurare del fenomeno inflativo e del conflitto russo-ucraino potrebbero determinare conseguenze sul credito in pancia alle banche, per cui monitoriamo con attenzione l’evoluzione del comparto".
Quale potrebbe essere il futuro delle Banche di Credito Cooperativo?
"A seguito della riforma del Credito Cooperativo, le BCC, pur senza perdere la propria licenza bancaria e la propria autonomia, hanno dovuto aderire a un gruppo bancario cooperativo nel quale sono assoggettate alla direzione e controllo da parte della Capogruppo. La BCC che rappresento ha aderito al Gruppo Bancario Cooperativo ICCREA, che raggruppa n.120 BCC italiane e del quale sono stata eletta recentemente Vice Presidente.
L’adesione al gruppo ha comportato, in base alla normativa europea, che le singole banche siano considerate Banche Significant, nel senso che sono tutte vigilate dalla BCE al pari delle grandi banche nazionali e internazionali, con conseguenti oneri anche burocratici, non sempre in linea con le caratteristiche di banche di minore dimensione e complessità operativa. Pur con queste complessità, il gruppo cooperativo rappresenta un elemento di forza, grazie anche al sistema delle garanzie incrociate che protegge i soci e clienti di ciascuna BCC. Per questo, come recita lo slogan del Gruppo Bancario BCC ICCREA, "UNITI SIAMO ANCORA PIU’ UNICI". 

venerdì 1 luglio 2022

LA BASILICATA PUO' FARCELA ANCHE NELLO SPORT



                                 

                   

                         Domenico Acerenza



“E’ stata una gara molto faticosa e molto bella.  Un risultato inatteso. Per giunta è la prima volta che al mondiale disputo la dieci chilometri, l’unica gara olimpica per giunta, oltre a essere la più importante. Per questo il secondo posto mi soddisfa.”

Domenico Acerenza guarda ovviamente al futuro senza trascurare un dato: il rapporto con il territorio, con la realtà dalla quale proviene, Sasso di Castalda nel potentino, e che oggi, sostiene il sindaco Nardo, intende mostrargli soddisfazione e gratitudine senza escludere appunto il valore di questo giovane atleta della Polizia, una vera speranza per la Basilicata e il Mezzogiorno.  

Mettere a frutto questo successo cosa vuol significare in effetti, tenuto conto per giunta che il risultato, la medaglia d’argento appunto, ha un peso non solo sul piano prettamente atletico ma serve a qualificare l’intera comunità lucana, facendola conoscere ben oltre i limiti di una piccola ma non insignificante terra del Sud. Lo sport apre gli orizzonti e riesce ad affermare scelte di tutto rilievo.

“Per mille ragioni sono stato sempre molto legato a Sasso. Tutti gli atleti, intorno ai 18 - 19 anni, in genere vanno via dalla loro terra d’origine. Per quanto mi riguarda sono andato fuori solo per ragioni oggettive, senza trascurare le mie radici e la possibilità di riconoscermi in questa realtà. 

Ringrazio il Presidente della regione, Bardi, e della Basilicata Nuoto. 

Sul piano tecnico e sportivo mi piacerebbe che si facessero passi avanti perché esistono tutte le condizioni per progredire in campo nazionale e internazionale. Del resto dieci anni fa c’era Rocco Potenza, un atleta di Tito arrivato primo alle Universiadi. Insomma esistono tutte le condizioni per essere davvero una regione forte. Oltretutto, il confronto con la Puglia ci dimostra che l’impegno dà i suoi frutti, eccome: quattro atleti pugliesi alle olimpiadi sono un risultato di tutto riguardo.“