giovedì 30 marzo 2017

PIETRANTUONO: UN CENTRO DI MONITORAGGIO ARPAB


                             
Francesco Pietrantuono Ass. Ambiente Basilicata (foto R.De Rosa)


Potrebbe essere ad una svolta la questione petrolio in Basilicata. Il braccio di ferro tra Eni e Regione apre intessanti prospettive. Il governo lucano si schiera in difesa della salvaguardia degli equilibri ambientali e della salute delle popolazioni non solo della Val d'Agri, a fronte della richiesta di nuovi permessi da parte delle compagnie. 
Sacrosanto diritto  quello di imporre il rispetto delle garanzie per la salute e l'ambiente  alle compagnie petrolifere, mettendo in atto sofisticati sistemi di controllo e un apparato che dia sicurezza anzitutto. Operazioni che andavano poste in essere giá sul finire degli anni Ottanta per stabilire il punto di partenza, nel momento in cui decollarono i primi progetti di sviluppo olio e di sviluppo gas nel territorio lucano della val d'Agri: erano sette complessivamente, secondo quanto si apprende dai quadri riassuntivi interni dell'Eni.
La severità degli organi regionali crea se non allarme ma certo non poche apprensioni nelle compagnie perchè pone un problema che tocca da vicino l'opinione pubblica, particolarmente sensibile a questi temi e indica una tabella di marcia diversa dal passato. 
L'Eni è stata invitata in modo perentorio a fornire, in un breve lasso di tempo, elementi sulla situazione in atto e sulle prospettive per il medio-lungo periodo, con la conferenza dei servizi di qualche giorno fa. Un faccia a faccia condotto dal responsabile regionale dell'Ambiente, Francesco Pietrantuono.
"Il piano di caratterizzazione chiesto a Eni è risultato insufficiente. Sicchè ora attendiamo le modifiche e il relativo adeguamento nel giro di una settimana. C'è anzitutto l'esigenza da parte nostra di ampliare notevolmente l'area di monitoraggio oltre la zona del  COVA, in modo da interessare un ampio territorio che si estende in particolare sia a est della struttura che a sud. Abbiamo bisogno di avere inoltre una dettagliata analisi delle sostanze presenti nel suolo e in atmosfera, in modo da realizzare un quadro preciso della situazione in atto. Un quadro completo di sintesi.
Non solo idrocarburi ma anche altre sostanze. È l'occasione per un accertamento a tutto campo di ciò che accade non solo per rispondere alla domanda di sicurezza delle popolazioni, ma per ragioni obiettive."

Altro tema centrale della Conferenza, sulla base di quanto si apprende, è rappresentato dalle acque di falda.

"Le acque sotterranee sono per noi un elemento da seguire quotidianamente e di vicino. Situazione che ci preoccupa, francamente. Necessaria una fotografia di tutto l'insieme e non solo di particolari aspetti del problema ambiente a fronte dell'attivitá petrolifera. Le acque di falda sono un indicatore essenziale.
Ovviamente il piano di caratterizzazione è una garanzia e mira a estendere la rete di controllo in capo all'Arpab. 
Partirá un centro di monitoraggio dell'Arpab con idonee dotazioni di mezzi e di personale, ma anche con la supervisione dell'Ispra. Affideremo a Ispra l'analisi dei valori di fondo, un progetto di grande respiro."

Come recuperare la mancanza del punto di partenza, il punto zero. La situazione ante estrazioni?

"Lo recupereremo con questo progetto che prevede appunto accertamenti di alto livello, condotti con sistemi modernissimi. Un approccio analitico e scientificamente valido dá garanzie, mediante un'attivitá del genere tendente ad avviare un raffronto con aree non contaminate. Il piano di caratteizzazione include e spiega anche l'incidente che si è verificato. Certo, bisognerá lavorare alacremente considerando che il territorio va seguito direi senza sosta. È il nostro obiettivo, nel quale crediamo sul serio." 



    

martedì 28 marzo 2017

PERCHE' TANTO ACCANIMENTO NEI CONFRONTI DELLA BASILICATA?



Un dato è certo: i danni dell’inquinamento, o altro genere di disastri ambientali, fanno ben più notizia dell’impegno teso a contrastare il verificarsi di determinati fenomeni o a porre rimedio alle conseguenze di ciò che accade. I disastri contano e pesano sull’immaginario dell’opinione pubblica in quanto la messa in moto di certi meccanismi per la tutela dell’ambiente è ritenuta una scelta scontata, un percorso inevitabile perché appunto cerca di attutire quantomeno gli effetti perversi delle modificazioni ambientali, su vasta scala . 
Accade così che l’attenzione dedicata dagli organi regionali alla questione petrolio sia giudicata addirittura scarsa e insufficiente per arginare la piaga della contaminazione del suolo e dell’atmosfera dovuta alle estrazioni di idrocarburi ormai da oltre due decenni. Non solo. Fa riflettere per giunta l’accanimento di alcune trasmissioni in rete nazionale che tentano di accreditare la Basilicata come una regione pattumiera. La terra arretrata che non potrà mai raggiungere livelli di eccellenza o non sarà mai in grado di offrire una natura apprezzabile con boschi e mari capaci di imporsi in una dinamica non tanto nazionale, quanto di ampio respiro ai fini di un turismo degno di questo nome. 
Non si tratta, beninteso, di un accanimento terapeutico, quanto di un tentativo di smantellare, distruggere, se possibile annientare quanto di positivo esiste anche a livello di sforzi messi in campo per rimediare oltretutto a carenze o errori del passato. E per valorizzare quei territori di assoluto pregio naturalistico. 
Alle porte della stagione turistica una campagna di stampa tanto negativa ha riflessi incalcolabili. Nessuno auspica che si segua l’esempio dello struzzo, nascondendo la testa sotto la sabbia e rallegrandosi che tutto il male possa essere cancellato con la bacchetta magica. 
Secondo ambienti qualificati esisterebbe addirittura un disegno nazionale a mettere in evidenza negatività vere o presunte tali. Certo, occorrono riscontri precisi per quanto sia l’allarmismo, sia certo ottimismo di facciata appaiono destinati ad essere smentiti se i fatti vanno in direzione contraria. Non vi è dubbio.
“Mi sembra che ci sia un cambio di passo da parte della Regione, negli ultimi anni, osserva tra l’altro il Governatore lucano Marcello Pittella. E ritengo che si stia andando nel senso giusto con controlli continui, improntati alla massima severità e con un atteggiamento di grande responsabilità nei confronti del territorio e delle popolazioni.”

Le questioni legate al destino dell'ambiente hanno un impatto innegabile non solo sul piano teorico.

“Matera 2019, per fare un esempio, ha un suo percorso già tracciato: bisogna ovviamente vigilare perché gli investimenti non vengano meno, in ogni caso. Ma quando questa regione viene trattata male dai media e da trasmissioni condotte con una certa leggerezza, come sta accadendo tuttora, oggettivamente il danno non è da sottovalutare. Per questo è il caso di ribellarsi difronte a certe manipolazioni, poiché la Basilicata che si vuol dipingere è lontana dalla realtà vera e quotidiana. Salute, ambiente e prodotti agroalimentari vengono garantiti al cento per cento e continueranno a esserlo nell’interesse di tutti.” 
        

domenica 26 marzo 2017

PARCO E AVVENTURA: I PONTI TIBETANI A SASSO


                               
SASSO (Pz)  PONTE TIBETANO IN COSTRUZIONE foto R. De Rosa


Con un cerimonia ufficiale che vedrá una larga partecipazione di autoritá, di esponenti delle istituzioni e di popolo Sasso Castalda, un piccolo centro del Melandro Val d'Agri in Basilicata,  dará il via il 6 aprile alla sua più grande avventura di tutti i tempi: l'inaugurazione dei ponti tibetani per ammirare il paesaggio mozzafiato dei monti e delle gole che fanno da corona al Pierfaone.
L'idea dei ponti è di Rocco Perrone, medico e sindaco del centro del potentino che l'ha consegnata senza esitare un attimo ad Antonio Bruno, manager poco noto ma attivissimo che vive la sua esperienza professionale a contatto di gomito con la Patrizia Minardi, numero uno della Regione Basilicata in fatto di turismo e in concreto braccio operativo  in materia di promozione ad alto livello. Il che non esclude ruoli e funzioni specifici dell'Apt. 
La creatura di Bruno sembra tuttavia che stia passando in altre mani, a quanto si apprende, per ragioni strategiche o per scelte imprenditoriali, almeno sotto il profilo della gestione dei ponti. 
Antonio Bruno si muove tra la Basilicata e Milano dove ha radici nella Bit e dove da anni si misura con realtá nazionali e internazionali sugli scenari di una Basilicata turistica possibile, ma giá realtá concreta per molti versi. Non solo grazie a Matera 2019, ma a molto altro.
I ponti, montati da maestranze altamente qualificate del Nord Italia con mesi e mesi di intenso lavoro, introducono un ulteriore elemento di qualificazione per Sasso, borgo alpino, che non esita a proporsi in campo culturale come la patria di don Giuseppe De Luca, sacerdote amico di diversi Pontefici, di Rocco Petrone, ingegnere della Nasa e direttore del progetto Apollo. Ma non solo. Punto di riferimento per una complessa attivitá di diagnosi e di cura di patologie dovute al contatto con agenti chimici e con campi elettromagnetici. Se questa idea dovesse andare in porto, il Parco dell'Appennino lucano Val d'Agri lagonegrese, presieduto da Domenico Totaro, avrebbe di che vantarsi in campo nazionale, e oltre. 
Perrone, con il suo entourage, considera questo un banco di prova per un sindaco intenzionato a fare non solo del turismo ma della scienza il suo cavallo di battaglia, superando l'antico divario tra centro e periferia. E non è poca cosa.
Prevista tra l'altro a Sasso una serie di iniziative per il 6 aprile, il grande giorno, alla riscoperta della fede, delle antiche tradizioni religiose e del loro rapporto con un'autentica civiltá architettonica, altro elemento di richiamo per Sasso.  Data l'importanza della giornata, interverrá mons. Salvatore Ligorio, Arcivescovo di Potenza e Marsico e presidente della Conferenza episcopale lucana. 
Un giorno eccezionale, a dir poco. Per questo c'è da attendersi una significativa presenza delle organizzazioni ambientaliste che vedono in Sasso Castalda l'elemento trainante per un dibattito di tutto rilievo sulla montagna lucana, sui Parchi e sui grandi itinerari di una spiritualitá destinata a identificarsi con la storia del Mezzogiorno.

giovedì 23 marzo 2017

BERSAGLIO EUROPA: terroristi, black bloc, disfattisti, antieuropeisti in azione



Chi avrebbe mai immaginato che, sessant'anni dopo i Trattati di Roma, l'Europa diventasse vittima di un folle terrorismo senza frontiere, intenzionato a spargere sangue ovunque, in questo o quell'angolo del mondo? 
L'Europa era apparsa subito come un valore aggiunto per le intese tra i vari membri e per la forza delle sue idee. Soprattutto questa che non è solo un dato economico o una scelta politica, ma rappresenta una spinta verso il raggiungimento di ulteriori, importanti traguardi. 
L'idea di una Europa unita era considerata dai padri fondatori come il motore di un nuovo sviluppo, di una nuova coscienza, di una nuova consapevolezza internazionale. Un patrimonio di grande valore che oggi si cerca da più parti di  indebolire se non di distruggere. O, meglio, di rendere inutilizzabile in nome di assurdi nazionalismi e di pretestuose difese di una identitá che l'Europa esporrebbe a seri rischi.
La necessitá tuttavia di adeguare la UE alla dimensione e ai bisogni dei popoli appare non più rinviabile, con uno sforzo, non solo solidaristico, quanto concreto ed efficace nel giorno per giorno.
"No a documenti pieni di parole vuote. E prima di ragionare su velocitá, si stabilisca la direzione da seguire." Lo dice a voce alta Gianni Pittella, presidente dei socialisti e Democratici del Parlamento europeo.
Un monito per i capi di Stato e per i Paesi aderenti che in questi giorni celebrano il Sessantesimo dei trattati di Roma.
L'Europa che vogliamo non è esattamente questa. Non vi è dubbio. Occorrono ancora molti sforzi, molto impegno prima che l'Unione sia davvero nei fatti uno strumento utile, anzi indispensabile, di progresso e di crescita. Uno strumento di sicurezza in un mondo assediato dalle guerre e dalle minacce incombenti di una crisi dai mille risvolti, con i migranti che premono alle nostre porte poichè sono spesso scacciati e messi al bando da altri paesi.
"No a documenti pieni di parole" sottolinea dunque Pittella e il richiamo appare quanto mai concreto e opportuno. Se l'Europa di oggi e di domani non nasce da una volontá comune dei popoli e delle nazioni, l'obiettivo rimane soltanto una semplice enunciazione di principi lontana dalla realtá. 
Certo, gli scenari che si presentavano nel 1957 agli occhi dei padri costituenti erano ben diversi da quelli attuali: problemi di ben altra natura in una societá internazionale che si lasciava alle spalle l'incubo di due guerre e che mirava a ricostruire una civilitá sulle sue stesse macerie. 
Oggi invece invochiamo l'Europa poichè ci rendiamo conto che essa non è presente per molti versi nella terribile vicenda delle migrazioni dai paesi dell' Africa. Ormai un fenomeno che non si arresta. E qui emerge anche, in modo prepotente, un problema di corretta informazione che manca. 
Bisogna dare atto a Giorgio Zanchini di un impegno non comune per aggiormare, informare, suscitare un confronto politico e mediatico  con delle vere campagne informative nel corso della trasmissione di Radio Uno Rai, Radio anch'io. Trasmissioni documentate, pluraliste, colte. Esattamente ciò di cui l'opinione pubblica necessita per potersi pronunciare efficacemente sull'Europa di oggi, a sessant'anni dai Trattati di Roma. 

sabato 18 marzo 2017

DE VINCENTI: QUELLO CHE IMPORTA È RISPONDERE AI BISOGNI DEL PAESE


                               
Il Ministro De Vincenti e il Governatore Pittella (foto R.De Rosa)


Il rapporto Governo - Basilicata è oggi uno dei temi prioritari per invertire la rotta della crescita economica di questa terra e fare in modo da recuperare una vera  identitá nazionale. Perchè una identitá nazionale? Perchè sin dagli anni Sessanta e Settanta il ritmo di crescita, e tutti i principali indicatori legati allo sviluppo di una intera comunitá, sembravano davvero remare contro e compromettere anche quella briciola di notorietá guadagnata a stento nel paese. Quasi a confermare una marginalitá non solo innata, quanto strutturale e addirittura insuperabile che condannava i lucani a bussare con il cappello in mano alle porte del governo, e a ritornare a casa non di rado a mani vuote per i giochi perversi dei colossi della chimica e di chi reggeva le sorti del nucleare, per fare un esempio. Tra i tanti insuccessi la reindustrializzazione della Val Basento degli anni Ottanta fu un clamoroso bluff. Ed è questo soltanto uno degli esempi più vistosi del modo di soccombere rispetto a strategie e calcoli di vasta portata.
Oggi, la  seconda visita del Ministro per il Mezzogiorno Claudio De Vincenti alla Basilicata indica un clima diverso. Non intendo enfatizzare i risultati dell'azione svolta da Pittella e dalla maggioranza che guida il governo regionale, ma il semplice fatto di indurre il Governo a sedere allo stesso tavolo dei lucani e a discutere di cose concrete mi sembra oggettivamente un risultato da non sottovalutare, che fa a pugni con certo disfattismo nullista e certa capacitá di demolire qualunque obiettivo si sia raggiunto. 
Se i numeri non sono chiacchiere da bar, o da pasticceria, bisognerá convenire che i finanziamenti annunciati da De Vincenti e scadenzati nella loro erogazione hanno un significato. Il Ministro ha detto a chiare lettere, in una intervista ripresa non solo dalla Rai ma anche dall'Agenzia Ansa, che sono in corso di stanziamento alcune centinaia di milioni di euro per far partire la Basilicata, non verso mete sconosciute e misteriose, ma verso obiettivi ben definiti: ambiente, infrastrutture, attivitá legate anche a Matera 2019. Ecco, Matera 2019 è un indicatore del massimo rilievo che Palazzo Chigi non dimentica e non può ignorare, stando così le cose. 
Certo, non è consentito a nessuno adagiarsi sugli allori di un facile risultato. Ma è consentito, invece, a chi ha le mani in pasta di proseguire in un'azione vigile e attenta per la verifica degli obiettivi, uno per uno. Senza trascurare nulla, e meno che mai considerare fisiologica anche la partenza di un solo giovane verso altri lidi, in cerca di lavoro.
Il terreno perduto nei decenni, a partire dal dopoguerra, non si conquista in un solo istante. Non vi è dubbio.
Fa bene ad ogni modo chi non si stanca di fare il cane da guardia o la sentinella. Fa bene Marcello Pittella a correre a Roma di tanto in tanto per avere garanzie e rassicurazioni dai vari ministeri. Se altri avessero adottato lo stesso metodo, da anni e anni, forse oggi saremmo a ben altri livelli. 
Il tema della identitá in campo nazionale non compete e non attiene tuttavia solo alla sfera operativa della politica e ai livelli istituzionali. Riguarda da vicino la gente, i giovani, le popolazioni della vecchia e nuova Basilicata che deve dialogare con il Governo facendo valere ciò che esiste e ciò di cui ha bisogno. Sicchè in questa ottica le divisioni, le spaccature non pagano: servono soltanto a indebolire un apparato che ha bisogno di una forte unitá per scendere in campo aperto e farsi valere, sotto tutti i punti di vista. Affrontando ogni tipo di difficoltá senza arretrare di un millimetro.

    

venerdì 17 marzo 2017

LA LETTERA DI PASCOLI A CARDUCCI DA VIGGIANO


Giovanni Pascoli

Oggi capitale del petrolio, fino a qualche decennio addietro terra meravigliosa e affascinante: Viggiano, nella valle dell'Agri, quasi un sogno come la descrive Giovanni Pascoli nella lettera inviata a Giosuè Carducci, il 26 luglio del 1884.
"Il paese non è grande, ma nemmeno piccolo; l'aria ottima; pittoreschi i dintorni; le rovine di Grumentum a pochi passi; arpeggiamenti per tutto, che fanno di Viggiano l'Antissa della Lucania." 
La lettera del Pascoli continua a suscitare molti commenti proprio nel momento in cui si ritorna a parlare di Viggiano, diventato il numero uno in Europa per le estrazioni di petrolio in terra ferma.  
L'entusiasmo del poeta romagnolo per questo lembo di paradiso è davvero grande, in netto contrasto con le sofferenze e il disappunto dovuti alla sua permanenza a Matera, in occasione del primo incarico di docente al Liceo. Il poeta alloggiava nei Sassi, in un tugurio malsano e infestato dai topi. I Sassi della vergogna, definizione quanto mai appropriata ad una realtá all'epoca di profondo degrado sociale e abitativo. Rimasta tale a lungo, per anni e anni.
Il paesaggio e la montagna di Viggiano sono i veri protagonisti della missiva al Carducci, scritta per chiedere in realtá che l'illustre Professore desse un aiuto per riuscire a trovare due giovani docenti disposti a insegnare nelle classi inferiori e in quelle superiori del Ginnasio comunale di Viggiano. 
"Se ella, Sig. Professore, conoscesse due giovani che potessero e volessero avere i detti due posti non avrebbe che proporli al Prof. Castronuovo e sarebbero accettati subito."
Anche il giudizio sugli allievi e sui docenti viggianesi è quanto mai positivo: "Ci sono buoni e bravi giovani e professori" aggiunge Pascoli quasi a voler convincere il suo maestro ad accettare la richiesta e a impegnarsi per indicare due docenti, ai quali va un incoraggiamento personale: "sarebbero pagati piuttosto bene e potrebbero trovare nel convitto buoni patti per alloggiare e vivere con poca spesa...solamente bisogna rompersi un poco le ossa per venirvi da Potenza in carrozza."
Quasi una invocazione all'illustre professore perchè fosse data una risposta ad un problema reale che rischiava di mettere in forse, addirittura, il funzionamento del ginnasio di Viggiano. Altri tempi, altra vita. Soprattutto diversa mentalitá e differenti costumi, lontani anni luce dalla societá in cui viviamo. Fin troppo ovvio, anche se l'enorme distanza tra passato e presente va sottolineata e messa anzi nella giusta evidenza. Viggiano di ieri e Viggiano di oggi. Due mondi a confronto con un insediamento petroliferoq che fa parlare di sè le cronache non solo locali.
Il tema della lettera di Giovanni Pascoli non è certamente nuovo. Ne parla Giovanni Caserta, ricercatore materano e studioso del Pascoli, che al soggiorno lucano del poeta romagnolo ha dedicato un bel lavoro. Ne ha parlato anche il collega Rocco Brancati in una servizio televisivo. 
Ma la questione è fondamentalmente una: la cultura del territorio si unisce alla storia dei luoghi specialmente in queste giornate del Fai, celebrate a Matera e in tutti gli angoli d'Italia, con un monito a chi queste risorse è chiamato non solo a gestire, quanto a far conoscere.
Viggiano oggi è nel Parco Nazionale dell'Appennino lucano e l'Appennino è uno dei grandi attrattori di Matera Basilicata 2019. 
Il paesaggio, una risorsa da mettere a frutto in maniera idonea. Un parco sentinella, qual è appunto questo, riscopre la natura, i costumi, la storia di un popolo e quei fatti di tutto rilievo a cominciare dalla lettera del Pascoli che rappresenta più di un documento. Più di una semplice testimonianza, se non proprio un pressante invito a preservare l'ambiente per il futuro di tutti.
  

venerdì 10 marzo 2017

JUAN CARAMUEL, VESCOVO DELL'APPENNINO LUCANO

                               


Le risorse dell'Appennino lucano sono davvero  infinite. Satriano, un centro nel cuore del Parco nazionale, vanta addirittura un vescovo architetto, filosofo e matematico. Si tratta di Juan Caramuel, nativo di Madrid, con origini che risalgono all'aristocrazia fiamminga. Fu titolare della diocesi di Satriano e di Campagna negli anni compresi tra il 1657 e il 1673.
Sull'argomento è ritornato recentemente Rocco Cavallo, cultore di turismo e di storia del Mezzogiorno, che vede in Caramuel una figura straordinaria di prelato dalle mille attitudini, impegnato su diversi fronti: quando si trasferì a Vigevano mons. Caramuel progettò addirittura la facciata della cattedrale, nella centralissima Piazza Ducale. Immaginate un vescovo al tavolo da disegno? Singolare figura, senza dubbio.
Cavallo ritiene che l'argomento sia di quelli da valorizzare al massimo, in un'ottica di diffusione della conoscenza del passato capace da sola di attrarre un turismo culturale che fa dell'Appennino lucano un unicum, in tutti i sensi. Archeologia, storia, arte e cultura. Quindi non solo ambiente da tutelare con le sue peculiaritá, mentre il petrolio incalza e rappresenta l'argomento numero uno di cui sindaci e Regione Basilicata si occupano ormai a tempo pieno per scongiurare il rischio di una catastrofe irrimediabile.
Pittella ha convocato un tavolo con la prospettiva di aprire nuovi fronti di indagine su ambiente e salute.
Un percorso importante che affronta i nodi delle estrazioni in Basilicata, primo giacimento in terra ferma in Europa. Un dato di prima misura per  il parco nazionale dell'Appennino lucano,  in una condizione molto simile a quella del Ticino, con l'amara vicenda dell'incidente di Trecate.
In un orizzonte fosco e problematico, la figura di Juan Caramuel, vescovo e scienziato, apre gli animi all'ottimismo e fa conoscere un passato ricco di molti stimoli da riportare in primo piano. 

venerdì 3 marzo 2017

L'AMBASCIATORE TEDESCO IN BASILICATA


                                                     
LA VISITA IN REGIONE DELL'AMBASCIATORE WASUM-RAINER

La visita in Basilicata dell’ambasciatore tedesco in Italia, Susanne Marianne Wasum-Rainer, consolida il prestigio internazionale e il peso europeo di questa terra del Sud che ormai attende il 2019 per realizzare il sogno di Matera capitale della cultura. Non certamente una semplice questione di prestigio, ma un riconoscimento del ruolo svolto ai vari livelli nel corso di un lungo arco di tempo, cosa che ha radici antiche.
La visita è da considerarsi come una esplorazione a tutto campo delle possibilità del territorio e della sua gente: anzi una offerta di collaborazione tra le due realtà. Lo ha sottolineato Pittella, facendo leva sui risultati finora raggiunti e sulle prospettive future che per la Basilicata significano una ulteriore apertura verso l’Europa e una maggiore credibilità a livello nazionale.   
In un contesto del genere Matera diventa motore di nuove spinte propulsive e di un cambiamento che interessa la Basilicata, in misura maggiore rispetto ad altre aree dello stesso Mezzogiorno. E’ utile sottolinearlo. Sicchè la mano tesa dell’ambasciatore tedesco rappresenta un passo avanti soprattutto in termini di riflessi sul turismo che si apre a interessanti novità. C’è intanto una crescente attenzione per la Basilicata da parte di turisti tedeschi che frequentano ogni anno le località lucane di maggiore pregio, a cominciare dai parchi nazionali fino alle aree costiere e alle località interne della montagna.

La Rainer ha mostrato soddisfazione per l’accoglienza ma soprattutto interesse per la Basilicata: il primo passo è rappresentato, precisa il Presidente Pittella, dal ruolo che le Camere di Commercio tedesche potranno svolgere in termini di coinvolgimento di imprenditori d’oltralpe interessati al quadro produttivo della Basilicata e alle sue potenzialità. C’è molta attesa per questo e anche tanta speranza.