lunedì 23 novembre 2015

DA MOLITERNO A DUBAI


                             
       
                         Antonio Lagrutta manager a Dubai                                           


Anzitutto lucano. Anzi orgoglioso di esserlo e di esserlo laggiù dove esiste un altro mondo. Un mondo con gente ricchissima, un mondo in cui lavorare significa vedere davanti agli occhi persone  con abitudini di vita lontane mille miglia da quelle di noi meridionali, di noi italiani.   
Antonio Lagrutta si racconta senza difficoltá, a cominciare dalla sua paura di non farcela, quando quattro anni fa arrivò negli Emirati Arabi proveniente da Londra. Lui, originario di Moliterno, un centro del Parco dell'Appennino in provincia di Potenza con la piena disponibilitá a impegnarsi, a inserirsi in quella realtá. A non darsi per vinto, insomma.
Certo, Dubai non è il mondo delle fate, dove basta la bacchetta magica. Occorrono per affermarsi lavoro, intelligenza, impegno, come in qualunque luogo, ma anche più che altrove. 
Saldare due mondi non è facile, indubbiamente. Ma la volontá di farcela è stata grande ed ora Antonio a Dubai è un manager, conosciuto, rispettato, amato dalla gente che lavora con lui in una catena di ristoranti di classe.
"Ho speso un anno per capire come rapportarmi a questa realtá e come comunicare con loro. Ma poi ci sono riuscito.
Sono stato dodici anni a Londra, ma qui è diverso, per abitudini di vita, per modo di fare, per il modo di intendere la qualitá della vita ed i rapporti."

La tua lucanità è svanita o rimane così come era? 

"Sono orgoglioso di essere italiano e lucano.  Questo mondo, come dicevo, è tutto diverso però dalla nostra Basilicata e   quando esci fuori da Dubai noti le differenze. Vedi che tutto cambia, tutto si trasforma rapidamente. 
Superato il primo ostacolo, ora sono in discesa libera, nel senso che faccio il mio lavoro con tranquillitá, iniziando a lavorare prestissimo. E vedo che i risultati per fortuna non mancano."

A parte la qualitá della vita e il denaro, cosa vedi nella nuova realtá, nella quale ti sei perfettamente integrato?

"Qui ci sono indiani, persone provenienti dall'Asia, persone da tutto il mondo che hanno della vita la vera cognizione della crescita economica, di un domani fondato su premesse ben precise. Ma c'è da parte di tutti l'impegno a sostenere la propria famiglia, a cominciare da quelli che svolgono ruoli e funzioni meno importanti."

Il tuo rapporto con la Basilicata?

"Io mi sento sempre lucano, non vedo perché dovrei rinunciare a esserlo, a considerarmi tale. Amo molto i miei genitori e anzi posso dire di vivere per loro. 
Stiamo cercando di fare qualcosa di bello per Matera 2019. 
Qualcosa per gli italiani che vivono qui, a Dubai. Per i lucani che hanno la fortuna di vivere in  questa città ricca di arte e di storia, di passato e di un presente così importante. Matera capitale della cultura deve avere il suo peso non solo per la Basilicata, non solo per l'Italia e l'Europa. Del resto questa nostra cittá ha tutti i requisiti per essere apprezzata nel mondo. Per essere davvero una cittá del mondo."



domenica 22 novembre 2015

SE UNA DONNA SI VENDE...



Se una donna si vende per cercare lavoro, per carriera, per soldi, per smanie di grandezza è una venduta. 
Il suo domani è quello di chi commercia il proprio corpo e lo trasforma in merce. Il suo futuro non sará diverso dall'oggi poichè vendersi al migliore offerente fa parte di un modo di essere, appunto donna. 
Un modo degradato e deteriore. Ma pur sempre un sistema di vita, una scelta. Anzi un marchio indelebile!  

sabato 21 novembre 2015

UN MILIONE DI EURO ALL'APPENNINO


                                    
La Sede dell'Ente Parco Nazionale Appennino Lucano  (foto R.De Rosa)


               Luca Braia, inevitabile la crescita dell'area

Entra nel vivo il "bando Speciale Parchi" che prevede una serie di finanziamenti alle aree protette con lo scopo di favorire al massimo la produttività delle zone suscettibili di particolari misure, non solo di salvaguardia, ma di rilancio dell'economia.
Lo ha sottolineato il responsabile delle politiche agricole per la Basilicata, Luca Braia, mettendo in risalto l'importanza del provvedimento, varato dal governo regionale, che mira ad assegnare ai parchi una funzione di primo piano, in una prospettiva dinamica, che chiuda con un passato di tutto ristagno.
Un milione di euro all'Appennino, all'incirca, che ha totalizzato il maggior quantitativo di finanziamenti da utilizzare per la sentieristica e le molteplici attività in grado di dare alla zona una spinta decisiva verso il completamento dei vari obiettivi. Ciò serve a corroborare, osserva Braia, la presenza dell'Appennino nel difficile confronto con il  petrolio, anzitutto, dando la precedenza  alle politiche a sostegno delle attività rurali che significano valorizzazione della  risorsa ambiente e tutela di un patrimonio storico, artistico, archeologico di grande interesse.
Un'agricoltura di qualitá nel Parco nazionale rappresenta senza dubbio una marcia in più. Un ulteriore elemento di richiamo. A questo vanno aggiunte le varie iniziative finalizzate ai percorsi turistico didattici e allo sviluppo di attività forse finora abbastanza marginali ma capaci di determinare il decollo di una tra le più interessanti realtà della Basilicata interna. Oltre alla valorizzazione del patrimonio storico culturale, che non è certo poca cosa. 
Cresce intanto il dibattito su informazione e Parco, in vista  del primo numero della Rivista on line del 2015 che dovrebbe essere pubblicato a giorni.
Sommario particolarmente ricco di spunti e di contenuti: la partecipazione del Parco a Expo, il completamento degli organi istituzionali, con articoli di Domenico Totaro primo cittadino del Parco, di Ugo Salera, presidente della Comunitá e di Rocco Perrone, membro del Direttivo e sindaco di Sasso, il borgo che sta lanciando molte sfide, a cominciare dal turismo, dalla storia, dalla cultura di alcune illustri personalitá, fino ai temi della scienza che Sasso intende proporre come nuovo indirizzo per un'area protetta, vocata alla ricerca. Ottima idea.
Del resto il rapporto natura scienza e cultura è imprescindibile: ecco l'orizzonte della Rivista che vuole rappresentare qualcosa di più di un semplice momento di comunicazione di certi temi. Ma aspira a essere un banco di prova importante con il quale l'Appennino è chiamato a misurarsi in una realtà geografica in cui il Parco rappresenta oggi l'antidoto al petrolio, ma non solo dal punto di vista fisico.
Sicchè per tante ragioni i finanziamenti di cui l'Appennino dispone sono a loro volta un forte elemento di stimolo e una spinta ad andare avanti in modo significativo. Se letta così la posta in gioco non è affatto da sottovalutare.




    

venerdì 20 novembre 2015

COSTRUIRE UN MONDO PER I RAGAZZI


                                
                                      Il violinista



Una sorpresa del tutto imprevista nel mezzo della prima conferenza regionale sull'infanzia e l'adolescenza: un giovanissimo violinista si esibisce e dà subito un saggio della sua grande bravura. Simone Spadino Pippa, protagonista di uno straordinario intermezzo musicale,   conquista la platea dell'auditorium del Museo Provinciale a Potenza che lo applaude con vero entusiasmo.
Il violino di Simone, accompagnato al piano da Antonella Rotundo, la mamma, è  il segnale più forte che la conferenza potesse lanciare non solo ai presenti, quanto a un pubblico davvero numerosissimo che segue l'attivitá di Vincenzo Giuliano, Garante per l'infanzia e l'adolescenza in Basilicata. 
Ore di preparazione, un lavoro senza soste: questo il messaggio di Simone  ai giovani, suoi coetanei.
Lui è giá un maestro con la grande passione che si unisce all'impegno quotidiano e dà la conferma dei traguardi finora raggiunti. Davvero un fenomeno, capace di presentarsi nei teatri e nelle migliori sale, davanti  a un pubblico qualificato ed esigente. 
La conferenza aveva bisogno di Simone per dire cosa significa essere giovani oggi, in un mondo che annulla le distanze e mette ciascuno davanti alla necessità di essere protagonista e autore della sua storia, non solo quella personale. Quanto quella collettiva, la storia della societá.
Ricca di spunti e di proposte la relazione del Garante Giuliano, dopo un lungo anno di impegno che lo ha visto protagonista di proposte e di tante iniziative in favore del mondo dei minori. Quasi a volerlo rivoltare da cima a fondo, facendo luce sulle negatività fino a cercare di correggerle e di superarle con tante proposte, una dopo l'altra. Senza interruzione.
Il tema non è soltanto cosa fare per i giovani. Quanto il clima da costruire, le scelte da indicare come esempio, il lavoro appassionato che dà risposte non illusorie.
Il bisogno di badare al mondo dei giovani: ecco il senso della prima conferenza sull'infanzia e l' adolescenza che vede nell'on. Maria Antezza, in Aurelio Pace e in Luigi Bradascio tre momenti, per quanto distinti, dello stesso impegno. 
La presenza di Giuliano è l'ago della bilancia e il lavoro di chi regge il timone verso nuove rotte.
Ora si apre una fase diversa, in cui quantomeno la politica e le istituzioni, la famiglia e la scuola, debbono svolgere su piani differenti lo stesso ruolo finalizzato a guadagnare il traguardo dei cambiamenti giá in atto e a dare risposte non vaghe. Non occorrono promesse, non servono belle parole. Non c'è posto per le illusioni, in altri termini.
La conferenza è di per sè il segno di tutto questo. Di un mondo in evoluzione che pone problemi inediti, nel rapporto tra vecchio e nuovo, tra passato e presente. E di conseguenza tra genitori e figli considerando che la rivoluzione in atto è il segno di mutamenti ai quali non è consentito sottrarsi.
Nell'intervento di Michele Salata, direttore della pediatria del Bambin Gesù, emerge un dato: anche ciò che avanza ha bisogno di quella umanitá necessaria per curare, per assistere, per educare. In altre parole, per ottenere dei risultati. 


domenica 15 novembre 2015

L'UNICEF ALLA CONFERENZA DEL GARANTE PER L'INFANZIA





La prima conferenza sull’Infanzia e l’adolescenza, che si aprirà venerdì mattina 20 novembre a Potenza, è preceduta da un importante convegno sul tema dei migranti. Anzi il convegno costituisce un punto di riferimento obbligato e una traccia che i vari interventi previsti per il dibattito (fin troppo numerosi) non potranno ignorare.
Sulla questione dei migranti, da dire subito, l’attenzione del Garante Giuliano è stata molto elevata sin dai primi passi della sua attività: a maggior ragione cresce ora poiché le varie ondate di sbarchi non fanno altro che alimentare il problema dei bambini non accompagnati, privi di genitori, travolti da mille criticità destinate a non essere minimamente risolte. Positiva dunque la massima attenzione dell’Autorità Garante dell’infanzia e dell’Adolescenza, ma non è l’unico ingrediente necessario.
Per affrontare questo ed altri nodi occorre, tuttavia, non solo una grande attenzione ma una forza politica, una notevole capacità di proposta, un peso non indifferente perché Regione, Governo nazionale, e altri organi assumano decisioni concrete e in tempi rapidi, orientate nel senso di un contributo per avviare a soluzione almeno le grandi questioni sul tappeto.  Altrimenti il tutto rischia di essere mera esercitazione teorica, illustrazione di buoni propositi, al massimo pura disponbilità al dibattito. Il che non sposterebbe di un millimetro lo stato delle cose.
Alla conferenza parteciperà tra gli altri Fausto Taverniti, direttore della Sede Rai per la Basilicata e responsabile dell’Unicef regionale.
Il nodo da sciogliere è proprio questo: Taverniti si impegna a fare avanzare precise istanze politiche in favore della condizione dei minori per dare una sterzata al clima nebuloso che grava sul domani di bambini e ragazzi sbarcati sulle nostre coste? L’Unicef è un organismo internazionale con pieni poteri nei confronti delle politiche da attuare e dei soggetti ai quali compete tutto questo. Sicchè non è fuori luogo auspicare un intervento radicale, opportunamente calibrato in occasione della conferenza stessa, cosa che prometterebbe di diventare il volano per una svolta, addirittura in campo nazionale.
Volendo tradurre questo discorso in termini di assoluta concretezza bisognerebbe che  l’Unicef, d’intesa con il Garante, riuscisse a far valere l’esigenza di adottare una linea più o meno trasparente, per una risposta chiara soprattutto in ordine all’avvio di una fase certa per il destino dei minori catapultati spesso nel buio e nell’incertezza.  
Il ruolo della Basilicata nel delicato scenario dei minori provenienti dall’Africa o da altri Paesi non è marginale. Anzi può diventare addirittura determinante su vasta scala.

sabato 14 novembre 2015

13 NOVEMBRE





Sguazzano nel sangue, calpestano i morti, minacciano i feriti.
Orribile orizzonte disumano. Spietato e gelido.

Il mitra continua a sparare dalla bocca di fuoco,
trafigge i corpi indifesi e mette la Francia in ginocchio.
La Francia chiede aiuto, solidarietá, umanitá. 
L'Europa e il mondo chiedono rispetto, la violenza assassina  No.

Il 13 novembre di Parigi. Il mondo s'interroga ma non trova risposte.
La coscienza degli uomini rivolge lo sgaurdo a quella mano che guida l'Universo: Dio, perchè?
Perchè la distruzione? Perchè il male? 

Nessuno sa rispondere. Nessuno dice una parola.
Gli uomini sgomenti abbassano gli occhi e piangono.
Ma le lacrime non valgono. Il cielo si oscura. 
Desolazione e morte ovunque. Perchè? 

venerdì 13 novembre 2015

ALLA VIGILIA DELLA PRIMA CONFERENZA SULL'INFANZIA


                          
           La festa delle adozioni al GVS di Potenza (foto R.De Rosa)


Si terrá il 20 novembre nel capoluogo di regione la prima conferenza  sull'infanzia e l'adolescenza in Basilicata, promossa a poco più di un anno dal conferimento dell'incarico di Garante al prof. Vincenzo Giuliano. Una figura che, nonostante la decisione della Regione di istituirla ormai da tempo, esisteva solo sulla carta ma non certo nella realtà quotidiana.
Bilancio di un'attività frenetica e senza soste, quella finora svolta, che racchiude una infinità di prese di posizione, una miriade di riunioni, un numero indefinito di contatti, di interventi, di iniziative, di suggerimenti. Difficile, se non impossibile, rifare a ritroso l'intero percorso.
Vasta la platea della conferenza, in linea del resto con lo spirito dell'attivitá finora svolta:  dal sindaco di Potenza, al responsabile dell'Unicef in Basilicata fino al rappresentante della Caritas diocesana, ad autorevoli politici, al direttore del Bambin Gesù presso il San Carlo di Potenza. Ed è questa solo una minima parte dei relatori. A introdurre i lavori la relazione di Vincenzo Giuliano che, presumibilmente, parlerá dei risultati ottenuti ma anche delle notevoli difficoltá incontrate.
C'è dunque da prevedere un dibattito fiume, sperando che il desiderio di ciascuno degli intervenuti di parlare di tutto non finisca per remare contro l'esigenza di sintesi, e di sintesi vera indipendentemente dalla passerella che finisce per dominare in queste circostanze.
Il tema dei bambini e dei giovani, dei giovanissimi, dovrebbe essere assolutamente prioritario in una società complessa come la nostra,  in cui educazione, formazione ed esigenze varie finiscono per sottostare non di rado alla necessità di consentire ai genitori dei ragazzi di svolgere il loro ruolo nel quadro delle rispettive attivitá lavorative ed in sintonia con l'inserimento di ciascuno all'interno di quella operativitá dal carattere produttivo e politico insieme. Insomma, nell'educazione e nella cura dei figli l'attività lavorativa dei genitori ha un peso dominante, in termini di impegno e di qualità della vita familiare. Questo non deve sfuggire.
C'è, intanto, un aspetto del quale bisognerà tenere conto se si vuol dare al dibattito un senso di concretezza che, mai come in questa circostanza, appare irrinunciabile. 
Il tema che s'impone è quello delle adozioni, non certo marginale nonostante l'utero in affitto e altre soluzioni di ingegneria procreativa. 
Il comparto delle adozioni ha, per cominciare, una valenza internazionale e poi implica un gran numero di rapporti, di iniziative, di decisioni anche economiche all'interno di una "contrattazione" davvero senza limiti e senza confini. Dagli esiti non sempre lineari. 
Le strutture preposte a questo tipo di rapporti hanno, dal canto loro, una insospettata forza economica e una formidabile capacitá di azione che lascia sorpreso chiunque si affaccia per la prima volta in questo mondo, spesso finanche misterioso e indecifrabile.
La festa delle famiglie adottive, organizzata ogni anno a metà giugno dal Gruppo Volontariato e Solidarietà di Potenza, in pole position nel settore a livello di Mediterraneo, mira a riportare a un evento festoso la complessa vicenda della contrattazione per approdare a delle adozioni che, non dimentichiamolo, riguardano pur sempre dei bambini spesso privi di genitori, non accompagnati, in balia del destino, non certamente tenero nei loro confronti.
Ecco dunque le linee direttrici che si annunciano a pochi giorni dalla conferenza alla quale, legittimamente, il Garante Giuliano attribuisce il ruolo di una forte proposta nei confronti della Regione Basilicata, in prima battuta, ma anche del Governo nazionale e di tutte quelle entitá incluse nel percorso teorico e pratico dell'infanzia e dell'adolescenza. 
C'é intanto particolare attesa per le dichiarazioni di Piero Lacorazza e di Marcello Pittella, presidenti rispettivamente del Consiglio e del governo della Basilicata,  due capisaldi ai quali è direttamente collegata l'azione del Garante.  

mercoledì 11 novembre 2015

KINDU E NASSIRYA



Accomunate quasi dalla stessa data, per quanto in anni diversi, le due stragi riportano alla mente il significato dell'impegno  dei  caduti per un mondo migliore e una societá diversa.
È molto grave tuttavia che ai carabinieri di Nassirya non sia stata riconosciuta ancora la medaglia d'oro al valor militare. Il loro sacrificio merita questo alto riconoscimento. Il Paese  non può ignorare un gesto di riconoscenza e di amore verso chi ha messo la propria vita al servizio della pace e della convivenza civile, del progresso dell'umanitá.   

domenica 8 novembre 2015

AURELIO PACE, MANTENERE AL SUD ISTITUZIONI FORTI




Si ritorna a parlare di Mezzogiorno con il Piano per il Sud che ha riaperto un capitolo chiuso da tempo. Finito anzi nella generale indifferenza, a conferma di quanto questa parte del Paese possa interessare all'economia nazionale e internazionale, alla grande finanza e ovviamente alla politica.
Ci sono, come era prevedibile, luci e ombre. In effetti la Basilicata può dirsi fortunata poichè si trova tra Gioia Tauro e Taranto ed è compresa nella direttrice Battipaglia-Reggio Calabria: si presume dunque  che possa godere, se non altro, dei vantaggi legati alla sua posizione geografica intermedia, almeno questo, per quanto riguarda le infrastrutture. 
Tuttavia il dibattito sul Piano stenta ad assumere il rilievo delle scelte importanti e prioritarie, salvo il riferimento al ponte sullo Stretto e alla Salerno Reggio da parte del premier Renzi.
Su questo argomento scende in campo il Coordinatore nazionale dei Popolari, Aurelio Pace, con una serie di osservazioni che indicano determinate ipotesi di percorso da tenere presenti per trasferire nella realtá questo strumento di programmazione. 
"Intanto il piano per il Sud ha un merito: quello di avere inserito nel dibattito politico una questione che era letteralmente scomparsa. Vale a dire la questione del Mezzogiorno come tema che non può non interessare l'intero paese. E non è cosa da nulla. 
Credo che il dibattito possa dare dei risultati concreti a due condizioni: anzitutto che non si proceda sul terreno  della desertificazione istituzionale già avviata. E quindi parlare del Piano significa mantenere istituzioni forti al Sud e riconoscere a questa parte del Paese la stessa dignità che viene riconosciuta allo Stato nazionale oggi. 
Poi però sentiamo parlare dello scippo di alcune strutture legate all'attuale geografia dell'apparato giudiziario. Abbiamo perso il Tribunale di Melfi, senza realizzare alcun risparmio, ora dover discutere della permanenza della Corte d'Appello a Potenza suscita non poche perplessitá, quanto al riconoscimento di un ruolo e della dignità istituzionale di questa regione."

Il percorso individuato dalla Regione Basilicata, collegialmente e senza ricorrere a distinguo di partito o di parte politica, oggi qual è.

"Intanto si tratta di programmare, con il livello nazionale, le esigenze di medio e lungo termine. Questa regione ha delle specificità, delle particolarità da mettere bene in evidenza. Purtroppo a tutto ciò fanno riscontro gravi carenze a cominciare dalla mancanza di idonee infrastrutture. Anzitutto ferrovie e strade del tutto inadeguate. Fino a Salerno abbiamo ferrovie degne di un livello europeo, da Salerno in giù le cose cambiano radicalmente. E non è poco.
Poi c'è il piano aeroportuale che annovera Grumento Nova, Pisticci con Pontecagnano e Bari. Il capoluogo pugliese diventa il punto di riferimento per Matera, è fin troppo ovvio. Insomma gran confusione, se rapportata a un quadro oggettivo dei bisogni reali e delle risposte che la Basilicata attende. Occorre appunto concretezza per evitare tempi lunghi e una grande dispersione di energie."

Non c'è il rischio che il Piano per il Sud possa richiedere appunto tempi non lunghi ma lunghissimi, con riflessi negativi sui risultati?
  
"Il rischio c'è obiettivamente. Ma tutto ciò che avviene in politica dipende dalla volontà degli uomini. Se c'è la capacità di individuare le priorità con strumenti finanziari certi tutto si avvia a rapida soluzione. 
Questa Regione ha bisogno di un grande piano per le infrastrutture in cui c'entrano il Governo, la Regione, l'Europa. Se questa sinergia diventa forte forse potremo guardare con fiducia a quello che viene definito oggi il Piano per il Sud e alle sue ricadute sulla realtá quotidiana."

Guardando alle prospettive per un futuro non lontano da dire che Matera, nel contesto generale,  ha un grande progetto affidato alla scienza, alla tecnologia, alla infrastrutturazione. Il che si concilia con il complesso del rilancio dell'economia e non solo. E coincide con il Piano.

 "Matera nel 2019 rapprenterá l'Italia. Non è un eventificio territoriale questa cittá.  Il sindaco di Matera ha compreso bene questo dato e si sta muovendo in maniera giusta, ritengo.
Tuttavia non dobbiamo dimenticare che nel raggio d'azione di Matera  deve essere incluso il Vulture Melfese che ha il suo peso in termini di sviluppo, di economia sostenibile ma non può rimanere fuori da un coinvolgimento diretto e costante in quello che è e sará il lungo itinerario di Matera capitale europea della cultura per il 2019. 
Il tema cultura deve allargarsi, deve estendere il suo interesse ai capisaldi della storia e del passato di questa Basilicata producendo sviluppo. Ecco una delle scelte obbligate a mio giudizio: la questione meridionale ha radici antiche in questa realtá che non può essere messa in secondo piano. Deve avere anzi la sua centralità in ogni caso. Del resto la storia ha il suo peso e non può essere smentita." 

giovedì 5 novembre 2015

"UNIVERSALITÁ E UNICITÁ LE CARATTERISTICHE DI MATERA"


                          

 Il sindaco di Matera Raffaello De Ruggieri


"Matera 2019 è una occasione unica, irripetibile. Potete contare sull'apporto della Commissione europea". 

Lo ha detto Corina Cretu, Commissario UE per la politica regionale, nella cittá dei Sassi con il sottosegretario Claudio De Vincenti per la presentazione del PO Fesr 2014 - 2020. 
Un grande risultato per Matera che entra così in una dinamica di rapporti di alto livello, in una prospettiva non solo italiana o europea, ma addirittura mondiale. 
Quando Matera lo scorso anno tagliò il traguardo di Capitale Europea della cultura per il 2019, un moto di popolo accompagnò questo straordinario risultato. Un godimento collettivo. Una eccitazione generale determinata dagli sforzi messi in campo a lungo per andare ben oltre quella marginalitá del passato, nonostante si sia trattato di un passato ricco di arte, di cultura, di storia e di ricerca di una dimensione.
La percezione di quello che Matera oggi rappresenta in una dinamica di rapporti culturali di alto profilo incarna il senso del risultato, a un anno da quel giorno di ottobre del 2014.

Sindaco Raffaello De Ruggieri, Matera ha il suo valore e il suo peso. Qual è il futuro che attende questa cittá?

"I punti cardine per capire la cittá di Matera sono la sua universalitá e la sua unicità: questi sono i due elementi essenziali intorno ai quali deve ruotare un progetto di sviluppo di ampio respiro, all'interno della nazione, dell'Europa e del mondo.
Matera è la rappresentazione vivente di una comunitá che da oltre 8 mila anni è stata produttrice di nuova storia, in una vicenda umana di rappresentazione della costanza di affrontare il futuro. E di essere protagonista di nuovi ricorsi storici. 
Matera è, tra l'altro, un luogo particolarissimo dove si coglie la perennitá della vita creativa dei suoi abitanti. Io parlerei di una vera stimolazione creativa.
Ho portato in giro per Matera personalità di tutto rilievo che alla fine hanno riconosciuto l'unicitá di Matera. 
Attrezzare presidi di creativitá mi pare un obiettivo di straordinario rilievo. Presidi legati alla ricerca e all'innovazione, alla scienza e alla tecnologia che consentiranno  contatti con tutto il mondo, non solo con l'Europa."

Matera potrá riuscire a dare una spinta forte non solo alla Basilicata per conquistare nuovi orizzonti. Una sfida in fin dei conti.

"La nostra ambizione è che la cittá possa avere un marchio ancor più consolidato, ancor più efficace legato alla ricerca e all'innovazione, in un Mezzogiorno diverso. Del resto le premesse ci sono tutte.
Si sono giá affacciate qui a Matera importanti imprese, gruppi dinamici perchè il marchio Matera  paga eccome."

E il governo nei confronti di Matera?

"Il governo si rende conto del progetto Matera all'interno del patto per il Sud. 
Il Governo lo ha compreso. Noi abbiamo rapporti con il ministero dello sviluppo economico, con il Ministero dell'Interno, con la Presidenza del Consiglio. Con varie realtá perchè il governo ha ben compreso  quanto vale in prospettiva Matera. Un dato che Matera potrá testimoniare anche con valide aree  a elevata specializzazione sulle quali noi stiamo lavorando."

Qui c'è davvero tutto: cultura, arte ma anche territorio, ambiente. Soprattutto ambiente.

"Matera ha a cuore il problema dei parchi: questa cittá diventa un modo di interpretazione della natura, di salvaguardia dei luoghi del silenzio, della bellezza, dei sapori. Matera ha un antico legame con localitá di grande interesse storico, paesaggistico, ambientale.
Dobbiamo selezionare il turismo, incoraggiare un turismo di esplorazione, di conoscenza, di approfondimento. Non ci bastano soltanto i numeri e meno che mai gli affari che si possono realizzare dando slancio a un settore così dinamico.
La visione delle stelle: un altro obiettivo che ci preme di raggiungere. Educare il turista a godere di quelle visioni altrove praticamente impossibili per il caos delle città, ler la confusione, per lo smog: è un'altra delle mete da guadagnare con impegno e lungimiranza.
Il livello internazionale della città si esprime attraverso la cultura che è motivo di scambio, di approfondimento. L'officina della cultura. L'officina del suono, della musica, del movimento, tutti traguardi che si fondano sull'arte e sulla creatività di questa meravigliosa terra.
Tanta gente di alto livello ha condiviso questo progetto, che si contrappone all'effimero. Il livello di declinazione della cittá ci porta a questo.
Matera è in ogni caso una occasione da non perdere, in modo assoluto e a costo di qualunque sacrificio."
Al sindaco fa eco il Governatore della Basilicata, Marcello Pittella. "Conoscenza, consapevolezza e cittadinanza europea sono le parole chiave che ci dovranno accompagnare."

domenica 1 novembre 2015

APPENNINO LUCANO, BOTTA E RISPOSTA TRA ANTONIO GIUBILEO E IL PARCO


                               
                 Il Presidente Domenico Totaro a Naturarte (foto R. De Rosa)

"Ho provato tante volte a dire senza mezzi termini che sarebbe necessaria una politica per lo sviluppo vero nel Parco nazionale dell'Appennino lucano. Ma non ho avuto un grande ascolto. Anzi non ho avuto ascolto, posso dire. 
Vorrei che questa realtà che dirigo, come tante altre della zona del Parco, fossero coinvolte direttamente nelle varie attivitá. Non pretendo che il Parco finanzi gli alberghi. Ma che regione, governo e responsabili di questa vasta area protetta possano preoccuparsi di alimentare un turismo di qualità. Che porti gente."
Antonio Giubileo, direttore storico dell'omonima struttura nel cuore dell'Appennino, è del parere che il Parco debba produrre sviluppo e cita un episodio: una comitiva di una settantina di persone, interessate nei giorni scorsi a cimentarsi con la raccolta dei tartufi nell'area sovrastante l'albergo a Rifreddo, per un fatto puramente di  conoscenza di questa attivitá e di svago,  è stata costretta ad andar via in seguito a un diniego a svolgere la ricerca, per quanto per ragioni puramente didattiche. 
Caso emblematico, a parere del Direttore del quattro stelle, inserito a pieno titolo nel perimetro del Parco. 
Nel corso della manifestazione per Naturarte all'Abetina di Laurenzana, condotta da Massimiliano Ossini noto presentatore televisivo, il Presidente del Parco, Domenico Totaro, ha contestato le affermazioni di Giubileo a anzi ha detto che a non essersi presentati agli appuntamenti organizzati dal Parco dell'Appennino lucano sono stati proprio i rappresentanti degli albergatori. Insomma, una specie di muro contro muro. 
Ossini, a sua volta sollecitato dai giornalisti, ha fatto un confronto tra il Parco nazionale dell'Adamello Brenta, al Nord, e l'Appennino che, riconosce, ha avuto tuttavia un buon successo con i vari interventi a Expo appena terminata.
Si apre in ogni caso un capitolo importante: il Parco si trova a sostenere un faccia a faccia molto interessante con il mondo dell'economia, in una regione assetata di occupazione e di una crescita non precaria nè illusoria. E meno che mai affidata al caso. Ma ad una seria programmazione. E chi può negare che sia questa una occasione utile?
Certo, riconoscono i partecipanti al dibattito appena avviato, il domani della Basilicata non potrá dipendere soltanto dalle scelte del Parco che, in ogni caso, si sottolinea, non è affatto marginale nel quadro delle attività di questa terra, primo giacimento in Europa di petrolio in terra ferma. Conosciuta per questo a livello internazionale.
Intanto, Antonio Giubileo come altri suoi colleghi, è lì ad attendere che qualcosa di positivo accada, stanco di promesse andate per lo più in fumo. Almeno finora.