domenica 26 gennaio 2014

ALLA RICERCA DI VERITÁ NEGATE. IL LIBRO DI FABIO AMENDOLARA SU ANNA ESPOSITO




Un libro che fa riflettere, anzi che induce ad aprire la mente a nuove riflessioni, finanche sconvolgenti. Ma motivate e inevitabili.
"Il segreto di Anna" con la prefazione di Gildo Claps, il fratello di Elisa, pone in relazione storie parallele, accomunate dal mistero: un mistero fitto che stenta a cedere il posto alla veritá, una sola. Non tante, tutte magari possibili, ma nessuna accertata fino in fondo. Nessuna in grado davvero di scrivere la parola fine su vicende  nebulose con pesanti responsabilità destinate a far capolino e a scomparire, quasi per un tragico gioco del destino.
Anna Esposito, all'epoca dirigente della Digos di Potenza, fu trovata morta il 12 marzo 2001 nel suo alloggio nella caserma Zaccagnino, un edificio degli anni Cinquanta dominato da un imponente monumento alla Madonna in omaggio al nome del rione. Tra i più antichi e più belli della cittá di ieri.   
Si parlò subito di suicidio, ma l'ipotesi dell'omicidio non è stata mai accantonata. 
Fabio Amendolara, con il rigore del cronista interessato a scoprire, a conoscere e informare a sua volta, segue i momenti tormentati 
di una inchiesta prima chiusa e poi riaperta, nella speranza che approdi finalmente ad una conclusione capace di dissipare i dubbi.
Il dibattito allo Stabile di Potenza ha messo in luce una tensione morale e un interesse davvero imprevedibili nella cittá capoluogo di una regione considerata fino a ieri isola felice con una buona dose di ipocrisia. Al riparo da qualunque forma di delinquenza o di omertà. Ma soprattutto di mafia.
Libera davvero in prima linea, in questa presentazione come in tante altre circostanze, ha mostrato di sostituirsi a quella coscienza morale spesso assente, se non offuscata. O proibita, addirittura. Da chi? Dall'uso disinvolto del potere fine a sè stesso che penetra ovunque, dilaga all'impazzata. Fa strage di verità. Le maschera finanche pur di non scoprire il loro vero volto.
Un lavoro coraggioso, il libro di Amendolara che cerca di far luce, esattamente come una lampada in una grotta buia, piena di anfratti, di nascondigli, di misteri, soprattutto. 

ARRIVERANNO IN BASILICATA I DIRETTORI D'ALBERGO DI TUTTA ITALIA. OBIETTIVO: I NUOVI ORIZZONTI DEL TURISMO



La notizia è di quelle che  suscitano inevitabilmente interesse: in aprile la Basilicata ospiterà l'assemblea nazionale di ADA, l'associazione dei direttori d'albergo. Si terrá al Kiris di Viggiano e avrà il carattere di un confronto a tutto campo sui temi del turismo, dell'economia delle aree interne e sulle principali questioni, in piedi da tempo, di uno sviluppo possibile non solo lungo le coste. O nelle località di assoluto pregio.  
Per la Basilicata si tratta di un ottimo risultato, per vari motivi. Rappresenta la conquista di una dignitá e di un peso diversi per il settore alberghiero, e la ricettività in generale, e costituisce altresì un biglietto da visita,  un elemento di lancio per Matera capitale europea della cultura in vista del 2019.
Tanti obiettivi messi insieme. Ne parliamo con Michele Tropiano, presidente di Ada Regionale, e regista di un evento così importante. Forse finanche rivoluzionario. È così?
"Posso dire soltanto che per me e per noi lucani, l'assemblea nazionale di Ada è un traguardo che ci gratifica assolutamente. Ci ripaga di tanti sforzi e ci dimostra che siamo in grado di misurarci con  altre realtá ben più forti di noi, almeno dal punto di vista storico e della trazione. Non è poco francamente. La Basilicata poi è stata scelta non per accontentare una regione del Sud, ma perchè qualcuno ha compreso le nostre vere potenzialità. Voglio dirlo con chiarezza.
Certo, un evento rivoluzionario, ci sto  anche io a definirlo così."
Nell'agenda di Ada ci sono  le aree protette, è il caso della Basilicata terra di parchi. A Suo parere è possibile dare slancio a un insieme di attività turistico ricreative capaci di far conoscere sul serio queste splendide localitá all'opinione pubblica nazionale?
"Non solo vale la pena di seguire questo percorso, ma a me sembra che una scelta del genere vada considerata sotto tutti gli aspetti prioritaria. Quantomeno non più rinviabile.
A cosa serve avere ettari e ettari di bosco, di zone umide, localitá di media e alta montagna se non si riesce in tempi non lunghissimi ad attivare un interesse specifico per queste    realtá che sono il fiore all'occhiello di un patrimonio ancora integro? Se non si riesce a richiamare  un turismo di qualità fatto di presenze qualificate, da diverse aree del Paese e non solo. L'impegno del Parco nazionale dell'Appennino lucano Val d'Agri Lagonegrese in questo senso ha il suo valore, perchè sta a indicare  delle priorità da non sottovalutare."
La Basilicata è terra del petrolio ma al tempo stesso regione in grado di salvaguardare le sue vere peculiaritá.
"Il petrolio a noi non fa paura. Certo occorre attivare tutti i meccanismi di salvaguardia ambientale e delle popolazioni per dare al territorio le necessarie garanzie. Fuori dubbio. Non a caso abbiamo fatto più di un anno fa un convegno su petrolio e turismo, un tema per alcuni inconsueto, ma per noi assai rilevante, che ha dato anche i suoi frutti."
Dopo l'assemblea di Ada , cosa presumibilmente accadrà?
"Dalla Basilicata partiranno messaggi e parole d'ordine, ma soprattutto speriamo di porre in risalto un aspetto della ricettività, sul piano generale. Occorre collaborazione, massimo impegno tra noi operatori. Questo anzitutto. Siamo dei professionisti dell'ospitalità e desideriamo che la gente ci consideri tali, per sua convinzione e abbia piena  fiducia. Dentro di noi c'è sempre la volontá di migliorare quello che non siamo riusciti a cambiare in meglio, finora. Un sfida, insomma.
L'assemblea di aprile per noi rappresenta un interessante banco di prova. La collaborazione proficua con Confcommercio è uno dei punti forti di questo nuovo e stimolante percorso da seguire, iniziato già da tempo avendo constatato obiettivi comuni nel campo delle politiche per sviluppare turismo ed economia delle aree interne."

giovedì 23 gennaio 2014

IL CONFORTO DI PAPA FRANCESCO ALLA MAMMA DI ELISA



Mamma Filomena, la madre coraggio di Elisa Claps , ora può dirsi soddisfatta, nonostante la tragedia sempre viva nel suo cuore: qualche sera fa ha ricevuto la telefonata di Papa Francesco che  le ha assicurato la sua preghiera, sia per la figlia che per il marito, scomparso proprio nei giorni scorsi. 
Un evento non certo previsto, ma che ha dato a Filomena il senso della solidarietà e dell'amore di un grande pontefice. Non è poco. 
Ora la vicenda di Elisa entra in una luce diversa: il dolore lacerante e inappagato di un'intera famiglia e della stessa comunità che ha vissuto i momenti terribili di quel lontano 12 settembre, l'angoscia del ritrovamento del corpo nel sottotetto della chiesa della  Santissima Trinità a Potenza, trovano il conforto di un Papa che predica l'umiltà, la pace, il perdono. La rassegnazione terrena, soprattutto. 
Gli fanno eco le parole autorevoli di don Marcello Cozzi,  vice presidente nazionale di Libera, che ha scritto un commosso ricordo di papà Antonio e del suo silenzio, lunghissimo, ininterrotto. Un silenzio che ha parlato alle orecchie di tutti. 
Il suo non è solo il ricordo di un padre che ha vissuto il calvario della scomparsa della figlia e poi del ritrovamento dei poveri resti mortali. Ma è piuttosto la celebrazione di un sacrificio che merita rispetto e chiede giustizia agli uomini. 
Uomini capaci spesso di grandi gesti, ma a volte responsabili di immani tragedie che lasciano attoniti. 

martedì 21 gennaio 2014

EMERGENZE AMBIENTALI A LUNGO TACIUTE



La sorprendente fiammata alta parecchi metri  fuoriuscita  dal  camino del Centro olio di Viggiano che ha diffuso il panico tra gli abitanti della zona, dove confluiscono tonnellate di greggio, anzi milioni di barili, è il dato di maggiore spicco di una emergenza ambientale a lungo minimizzata se non taciuta in modo colpevole e sciagurato.
Il neo  responsabile dell'ambiente della Regione, Berlinguer, ha legittimamente sollevato una questione di tutela  della salute dei cittadini e di adeguata salvaguardia del territorio prendendo le redini in mano e cercando di controllare una questione dai risvolti a dir poco molto seri che consiste nella possibilità di estrarre il petrolio in una situazione da tenere quantomeno sotto stretto controllo. Costantemente monitorata, a dir poco, nell'interesse di tutti comprese le compagnie ed i loro lauti guadagni che ammontano a miliardi di euro. 
La grande fiamma sprigionata giorni fa dal Centro olio è un evento sotto gli occhi di tutti. Ma quante situazioni di profondo degrado ambientale esistono e sfuggono non solo al controllo degli organi tecnici, quanto alla valutazione di una opinione pubblica presa da ben altri problemi, a cominciare dalla disoccupazione, dalla povertá dilagante, dalla incapacità di migliaia di persone di inserirsi in un ciclo produttivo direttamente collegato con una qualità della crescita economica e sociale di buon livello. Una crescita in grado di dare dignitá ai lucani, prima di tutto. 
La proverbiale abitudine dello struzzo di nascondere la testa sotto la sabbia e di immaginare di essere diventato invisibile la dice lunga. Perchè ad esempio si tende a minimizzare quanto viene rilevato, nell'area del Pollino, dalle commissioni preposte a valutare le richieste del riconoscimento di invalidità da parte di molti cittadini i quali, nella maggior parte dei casi, mostrano patologie tumorali non certo da sottovalutare. I tumori  nel territorio del Parco nazionale, toccano punte altissime si apprende da fonti bene informate, e sono indubbiamente riconducibili a fattori ambientali e alla possibile presenza di sostanze tossiche smaltite nella zona in totale assenza di autorizzazioni. Certo se le patologie neoplastiche crescono a dismisura in una fascia di territorio che dovrebbe garantire ottimali condizioni di  vita una ragione ci sará, fuori dubbio. E c'è chi parla di rifiuti trasportati nottetempo e abilmente occultati da eco delinquenti senza scrupoli. 
Nonostante leggi e leggine, norme e disposizioni su misura, nonostante l'esistenza di apparati appositi, la Basilicata si avvicina a grandi passi - sostengono i responsabili del registro tumori - verso situazioni proprie delle aree ad elevato tasso di industrializzazione. Eppure le industrie lucane scompaiono, la cassa integrazione cresce,  e il deserto avanza. 
Ricordare poi il disinteresse dei vari governi per le località lucane inserite nella mappa nazionale delle aree ad alto inquinamento, sembra davvero il minimo da farsi. Tito e la Valbasento sono da anni e anni zone suscettibili di una radicale bonifica, mai partita e forse soltanto accennata a livello di buoni propositi da porre in essere ma senza una scadenza. Se capita e quando capita.
 Tra l'altro il Parco nazionale dell'Appennino Lucano si trova a lanciare sfide enormi per la salvaguardia ambientale, mentre per tutta risposta alcuni sindaci si accapigliano per una poltrona nel direttivo che dovrà affiancarsi agli organi dirigenti della più giovane area protetta italiana. Incredibile davvero! Il direttivo  rappresenta il più importante organo di direzione, verso il Piano del Parco  uno strumento indispensabile per garantire la ripresa economica e lo sviluppo sostenibile dell'Appennino lucano. In modo da far leva sulla cultura, le tradizioni e le peculiaritá del territorio, come sostiene tra gli altri il sindaco di Moliterno, Giuseppe Tancredi, convinto sostenitore dell'esigenza di garantire l'integrità delle aree protette, la salvaguardia della biodiversità, condizione imprescindibile per parlare della natura da rilanciare e far conoscere adeguatamente.

lunedì 13 gennaio 2014

DAL CUORE DEL SUD UN PREMIO IMPORTANTE, DEDICATO A DONATO MENICHELLA




 Salvatore Rossi, direttore generale della Banca d'Italia, si è aggiudicato l'edizione 2014 del premio Donato Menichella che gli sarà attribuito il 5 febbraio nella prestigiosa cornice della Biblioteca del Senato, a Roma, presenti economisti ed esponenti ad alto livello della pubblica amministrazione e delle istituzioni. Previsto tra gli altri l'intervento del Presidente della RAI, Anna Maria Tarantola.
Un riconoscimento di tutto rilievo, precisa in una nota Francesco Lenoci, segretario del Premio e docente di economia alla Cattolica di Milano,  ponendo in risalto sia il ruolo svolto da Rossi, sia soprattutto la figura di Menichella, che fu Governatore dell'Istituto di emissione e riuscì a dare una impronta ben precisa ed equilibrata alle politiche monetarie, sostenendo lo sviluppo con il piglio di uno dei migliori economisti. Dei più attenti osservatori.
Un dato va posto in risalto: Donato Menichella era e rimane uomo del Sud (pugliese di nascita)  studioso dei problemi dell'economia e della società che hanno come punto di partenza e scenario inevitabile di approdo le questioni di un Mezzogiorno destinato a farsi valere, sia per le braccia di cui  dispone ma soprattutto per i cervelli che lo fanno grande.
Per il Paese, in anni molto difficili, Menichella fu una risorsa di grande pregio e di portata non trascurabile. La sua lunga carriera lo collocò anche alla testa dell'IRI con una serie di prestigiosi incarichi, negli anni precedenti la seconda guerra mondiale, quando arretratezza e miseria sembravano sbarrare la strada alla speranza, soprattutto nel meridione logorato da mille problemi e quanto mai consapevole della tanto pubblicizzata impotenza, che finiva per ridurlo a zero, se non proprio quasi.
Oggi, mentre il Sud, come il resto del Paese, si accinge a imboccare la strada della ripresa, dopo una crisi che lo ha fiaccato inesorabilmente, il premio Menichella ripropone il discorso dei talenti da valorizzare e delle voci da ascoltare per andare avanti sulla strada di tante operazioni importanti.
Un cammino che parte spesso proprio dal Mezzogiorno e diventa quanto mai ricco di spunti e di proposte. Senza escludere evidentemente i rischi, beninteso.
Un illustre corregionale di Menichella è Francesco Lenoci, uomo di Martina Franca, che ha scelto la grande Milano per dimostrare in fondo che il discorso sulla crescita e sulla qualità dello sviluppo non ha confini  e non è prerogativa soltanto di alcune zone forti.
Nella Milano del lavoro, dello sviluppo possibile in attesa di Expo 2015, Lenoci guarda  ad un progetto importante: quello di riuscire a coinvolgere il Sud in operazioni, non soltanto economiche, capaci di superare vecchi e nuovi divari. Vecchie e nuove distinzioni tra localitá forti del Nord e arretratezza considerata spesso tutta meridionale. 

sabato 11 gennaio 2014

BONIFICA E AREE PROTETTE: UN PERCORSO DIFFICILE MA NECESSARIO




Bonifica ancora da attuare e utilizzo delle risorse ambientali nella Basilicata del petrolio: due momenti che purtroppo rafforzano  la sensazione di una immagine giá compromessa di questa terra del Sud, destinata a oscillare continuamente tra sfruttamento del sottosuolo e  necessità di una difesa ad oltranza delle risorse naturali. Il dato sembra al momento inconciliabile, alla luce di una esperienza ultradecennale, vissuta in Basilicata.
 E' proprio questo il punto di approdo di una lunga campagna che da un lato sostiene da anni la necessità di ripulire dai veleni ampie fasce di territorio lucano (Val Basento, Tito area industriale, e naturalmente zone di estrazione del greggio con tutte le preoccupazioni del caso) e, dall'altra, punta sulla conoscenza in ambiti vasti delle risorse ambientali di questa terra del Sud, prodiga di ricchezze ma incapace di affermarsi in una dimensione nazionale.
Questi gli scenari al centro  di una interessante iniziativa di Federparchi che ha messo a confronto le varie aree protette lucane, quasi esponendole in vetrina. Ma ha anche avvertito sui rischi legati a un'assenza di iniziative idonee. Iniziative da valutare attentamente. 
Appennino e Pollino le due realtá di maggiore spicco sulle quali si orientano molti sguardi. 
L'Appennino lucano invoca processi concreti per rendere compatibile il territorio della Val d'Agri con un turismo di livello e di alta qualità. Richiamato anche il ruolo guida  della Regione Basilicata. Inoltre, é stata sottolineata  la possibilità di un uso razionale a fini turistici delle risorse disponibili: un altro banco di prova decisivo.
Il presidente Domenico Totaro  insiste con molta fermezza sui controlli da attuare costantemente  e sulle ricadute positive sul territorio, a patto che non ci si distragga: il petrolio è una risorsa nazionale ma l'ambiente e gli abitanti delle località di estrazione vanno tenuti sotto stretto controllo, ribadisce Totaro. 
La battaglia per l'ambiente e la crescita economica è in effetti al primo punto della  scaletta  degli impegni che il Parco dell'Appennino ha assunto sin dal primo momento, chiedendo ripetutamente  una salvaguardia possibile del territorio e un'altrettanto possibile vigilanza sugli ecosistemi, sulla biodiversità e sulla salute degli abitanti del vasto comprensorio interessato al petrolio.  
Un parco, l'Appennino, che diventa elemento cardine nelle politiche per l'ambiente per il nuovo assessore della Basilicata, Berlinguer, e soprattutto per il Governo. Non vi è alcun dubbio, tenuto peraltro nella giusta considerazione  il fatto che l'impatto con il petrolio ormai avviene da anni e che la Basilicata finora è stata priva di un idoneo sistema di monitoraggio, non solo ambientale, ma ad ampio raggio, compresi gli stili di vita, l'acqua, l'atmosfera ecc. per fare riferimento agli indicatori più rilevanti.   
Il convegno di Federparchi è da considerarsi per questo un momento qualificante nella vicenda delle aree protette del Sud e non solo. Un punto di partenza nei primi giorni di un anno che potrá rivelarsi decisivo.

lunedì 6 gennaio 2014

"TI ASPETTIAMO, NON FARE SCHERZI PIERLUIGI..."



C'è da avere senz'altro fiducia nei volti sinceri di alcune persone, nel loro modo di battersi, senza ipocrisie, per raggiungere obiettivi dignitosi. C'è da avere fiducia nella loro serietà, senza tuttavia illudersi che questo sia il comune denominatore di tanti personaggi, di tanti uomini, noti o meno noti.
Pierluigi Bersani è una persona dignitosa, non vi è dubbio. Non ci voleva la malattia per metterlo in evidenza, si condividano o meno le sue idee e la sua appartenenza. 
Ricordo di averlo  intervistato anni addietro, quando il suo nome non era in lizza per nulla: era un uomo che metteva in prima linea l'ideale di giustizia e di dignitá delle persone. Un politico che camminava a testa alta. Lo intervistai sulle politiche per il Mezzogiorno e disse, mi é rimasto in mente, che bisognava faticare molto per superare divari e squilibri di ogni genere, molti dei quali, aggiunse, non sono facili da dominare. Tutt'altro. 
La concretezza del suo modo di intendere la  politica sinceramente mi colpì sin da quelle battute dell'intervista: risposte brevi, agili, ma improntate a un senso di concretezza che la gente cerca. Mi apparve l'uomo del dialogo,  non solo con gli ambienti che pesano e contano. Ma con le persone tutte. Una caratteristica da non sottovalutare. 
Oggi molti (politici e non) si sprecano nel dire di lui tutto il bene possibile. In fondo la malattia finisce per diventare una passerella, non certo per chi la subisce. Una passerella da usare perchè la gente giudichi e si faccia un'idea   positiva di quel senso di amore e caritá insito nella partecipazione alle vicende di un personaggio della politica. Soprattutto di una persona nota. Sia chiaro.
C'è chi lo ha odiato, lo ha combattuto finanche e ora dice: ti aspettiamo, non fare scherzi Pierluigi. 
Incredibile questa gara per molti versi alimentata da opportunismo e da interessi personali: non che Bersani non meriti stima e solidarietà. Ma è la gara a lasciare perplessi, sia ben chiaro. Una sorta di corsa al primato, per conquistare  simpatie e amicizia, anche da parte degli avversari, per non dire dei nemici.
Considerazioni a parte, Bersani merita di ritornare al suo posto e di esercitare un ruolo di primo piano nella vita nazionale. Con tutta probabilità la malattia si trasformerà in una buona occasione di confronto. Anzi nella proposta di riscoprire un protagonista, un uomo con una miriade di idee da mettere a disposizione della comunità. In fondo, Bersani ha la vocazione alla vita politica intesa come servizio da rendere e occasione da non mancare per il bene comune. Basterebbe solo questo a rimetterlo in sella dopo una lunga quarantena che lo ha visto  quanto meno in una posizione non di primissimo piano. Pronto tuttavia a non lasciar correre nulla, a investire sul futuro del Paese.