giovedì 2 novembre 2017

OVUNQUE È ALLARME AMBIENTE



Le telecamere del tg1 mostrano i ghiacciai eterni del Gran Paradiso che si assottigliano fino a minacciare una lenta e inesorabile agonia.
Immagini da brivido che documentano le conseguenze della perdurante siccitá e dell'effetto serra causa di un disastro ambientale di proporzioni indicibili, che giá oggi determina la scomparsa dei principali ghiacciai: un fenomeno imputabile all'enorme quantitativo di CO 2 immesso in atmosfera e di numerosi altri gas dei quali forse in pochi hanno contezza.
Papa Francesco, in visita al cimitero dove sono sepolti i caduti americani della seconda guerra mondiale e poi alle Fosse Ardeatine, addita la guerra considerandola causa indiscutibile di distruzione e di morte. Un monito per gli uomini del pianeta terra, e non solo per i credenti o per i soli cristiani, davvero per tutti. 
L'umanitá non può arrendersi  difronte a cataclismi come quelli provocati dal progresso umano e dallo sviluppo esasperato di scienza e tecnologia. Ecco la drammatica lezione che occorre apprendere, in un'epoca in cui il progresso appare capace di cancellare millenni di storia e di cambiare il volto del pianeta.
Frattanto, non lontano dalla casa dei lucani anzi in casa nostra, si fa strada l'ipotesi tremenda di un flagello determinato dalla fuoriuscita di greggio dal Cova di Viggiano,  che  sembra essere questione non certo recente sicchè le misure adottate dal governo regionale, con il fermo del Centro olio, appaiono oggi ancor più appropriate e inevitabili come del resto la vigilanza senza precedenti esercitata da Arpab e da altri soggetti interessati. 
Peccato, se tutto questo apparato di controllo fosse stato messo in atto nei decenni scorsi certamente il prezzo da pagare oggi non sarebbe stato così alto. Eppure l'Eni ha buttato fiumi di denaro per realizzare le sue "imprese". Basti pensare allo stanziamento di un miliardo tre milioni e 961 mila euro (dicono i tabulati interni segretissimi) per il primo progetto di sviluppo olio. Erano i primi anni Novanta.
Finanche un suicidio con raccapriccianti restroscena fa da sfondo a questa terribile stagione di disastri ambientali anche nella Basilicata considerata fino a ieri un'isola felice. Stupidamente. Anzi inconsapevolmente per alimentare una sorta di meschina illusione a danno degli abitanti di questa terra.

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