domenica 8 ottobre 2017

PETROLIO: CONTRAPPORRE CERTEZZE AI SILENZI DEL PASSATO


Si apre una nuova parentesi nella lunga e tormentata vicenda del petrolio nella Valle dell'Agri, in Basilicata. Decisa  la chiusura del pozzo di reiniezione Costa Molina 2, in territorio di Montemurro, per la presenza di sostanze pericolose in una delle vasche di stoccaggio delle acque di strato e in testa pozzo, precisa una nota dell'ufficio stampa del governo regionale. 
Lo hanno annunciato in conferenza stampa il Governatore, Marcello Pittella, l'assessore all'Ambiente Francesco Pietrantuono con il direttore di Arpab, Iannicelli, e il direttore generale dell'Ambiente, Santoro.
Raffica di domande da parte dei giornalisti per mettere a fuoco il ruolo dell'Eni, nella complicata vicenda della reiniezine dei reflui: argomento che s'interseca con lo smaltimento dei liquidi considerati per legge rifiuti da collocare nelle sedi idonee, appunto, e non certo da reiniettare in profonditá.
Si scava in tutti gli angoli con l'obiettivo di comprendere come stanno le cose realmente. Un quasi mistero che si accinge a essere meno oscuro e più intellegibile. Più trasparente. 
Il ruolo di Arpab, l'Agenzia per la tutela dell'ambiente,  è di riuscire a controllare, si sostiene, il delicato processo estrattivo in un clima difficile in cui le uniche certezze sono quelle fornite dagli organi pubblici ( Ispra, Cnr, ministeri dell'Ambiente e della salute) come afferma il presidente Pittella con legittimo orgoglio e con soddisfazione per essere riuscito a mettere alcuni punti fermi nella complessa, delicata e in certi momenti incomprensibile vicenda del petrolio in Basilicata, ancor più intricata dopo il fermo del centro Olio Eni di Viggiano, giacchè molte preoccupazioni si sono rivelate non solo fondate quanto minacciose.
Petrolio vuol dire tutto. Forse piùdi tutto. Una vicenda che suscita mille interrogativi come dimostra, del resto, la presentazione a Latronico del libro di Maurizio Bolognetti dal titolo suggestivo e accattivante: Buchi per terra. Altro che buchi, lascia intendere Bolognetti, diventato una sorta di data base per la gran mole di notizie, di dati, di elementi e particolari disseminati lungo il cammino del petrolio in questa terra del Sud, dai primi anni Novanta. Un libro che rappresenta un tassello importante.
La partita, sia chiaro, è tutta politica. Quando mai la Basilicata è riuscita a far sentire la sua voce in campo nazionale in maniera così netta e distinta? Quando mai ha raccolto l'attenzione di colossi come Ispra, Governo, Cnr intorno alla questione petrolio e a tutto ciò che ruota intorno all'universo delle estrazioni? Oggi tutto questo accade, e gli anni del silenzio per esorcizzare i rischi del petrolio sono alle spalle. Per fortuna. Anni in cui il silenzio colpevole delle istituzioni ha gettato le basi perchè i danni delle estrazioni s'ingigantissero a dismisura con conseguenze di cui oggi paghiamo tutti un prezzo sproporzionato.
Costa Molina 2 ha un peso bene al di lá dell'inquinamento riscontrato. Fino a ieri stava a indicare l'arbitrio delle compagnie, il dictat del petrolio sulle istituzioni. Oggi invece si vigila con attenzione sulla grande causa di ogni possibile inquinamento di aria, acqua, territorio con l'occhio rivolto alla salute dei lucani. Un bene irrinunciabile che non può essere minimamente scalfito dall'interesse dei petrolieri. 
Ecco cosa rappresenta la sospensione dell'attivitá di Costa Molina 2, fino a ieri una palla di piombo al piede della valle verde, oggi invece attentamente monitorata grazie al dinamismo di chi si è assunto l'impegno di dare risposte ai lucani: in termini non approssimativi ma scientifici e di costruire delle certezze da contrapporre ai troppi silenzi del passato. 

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