sabato 31 dicembre 2011

BUON ANNO AI LUCANI E AGLI AMICI DEI LUCANI (CHE NON SONO MOLTI!)

Inutile chiedersi perche' il 2012 e' considerato  un anno terribile e non da pochi, sprovveduti osservatori. Ma da tutti i cittadini, ormai avvertiti da Monti che dovranno rassegnarsi e stringere la cinta. Il più' possibile fino a veder mancare il respiro. 
Forse per la prima volta nella storia  la rassegna stampa di radio Rai, nel programma di Giancarlo Loquenzi  "Prima di domani" ha fornito un  panorama dei quotidiani italiani allarmati per le notizie della raffica di aumenti di questi giorni. Non si tratta di una buona novella, ma di sacrifici e sacrifici a non finire che tutti dovremo affrontare. Senza distinzione alcuna....magari! La voce suadente di Daniela Mecenate ha reso bene, anzi benissimo, lo stato dell'arte. Per la verità di arte nella manovra ce n'e' molto poca. 
C'e' intanto una domanda che "sorge spontanea" : ma chi si acCorge di chi tira la carretta? C'e' per caso qualcuno che dica bravi lucani? Per il loro altruismo, per la loro volontà di contribuire per oltre il dodici per cento alla bolletta energetica nazionale e ora per avere voluto farsi carico anche di un mega deposito nazionale di gas - in Val Basento - gia' studiato e messo a punto negli anni scorsi dai sindaci della Valle, dalla Regione Basilicata e dal Ministero delle attività produttive. Il grande serbatoio non servirà solo ai terroni ma  al Paese intero che dovra' pur riscaldarsi in caso di crisi internazionali e di rubinetti chiusi del gas, come del resto e' accaduto piu' di una volta. Milioni e milioni di barili di petrolio. Milioni di metri cubi di di acqua. Ed ora un enorme serbatoio di gas. Ecco la Basilicata del 2012. Una grande risorsa al servizio del Paese. Ma vi sembra poco? Eppure nessuno sembra farci caso: sono in tanti a Milano a non sapere nemmeno che questa terra esiste e chi lo ha appreso lo deve spesso al film di Rocco Papaleo proiettato (meno male) nelle sale cinematografiche di mezzo mondo. 
Perché tutto questo silenzio intorno ad un terra che e' vita? Non ci sono per caso intessi colossali che mirano a minimizzare, a nascondere, a non fare apparire? La Basilicata deve rimanere fuori dai grandi circuiti, dalle sedi dove si decide lo sviluppo, dove si da' impulso all'economia, dove si costruisce quella informazione che conta. Insomma: usa e getta sembra essere la parola d'ordine. Ridurre a zero il contributo decisivo di questa piccola ma importante regione del Sud non e' onesto ne ' giusto. Il 2012, nel bel mezzo della crisi, dovra' far giustizia anzitutto di questo. Una vera sfida rivolta a quanti considerano il Sud la palla di piombo ai piedi dell'Italia. 
Auguri ai lucani ed a quanti hanno imparato a stimarli sul serio. 

domenica 25 dicembre 2011

"...DATECI LA NOSTRA MAFIA!"

Papaleo a San Remo: che dire? Un artista scanzonato e ironico. Bravo e irriverente.
Proprio un perfetto lucano, insomma. Chissa' quali sorprese riserverà al pubblico. Certo, i lucani non perderanno una sola serata, non vi e' dubbio! Staranno anzi incollati al televisore per vedere cosa riuscirà a dire il patron di Basilicata coast to coast, il film che ha portato la Basilicata nel mondo, l'ha fatta conoscere, ha creato intorno a questa regione quel che non hanno creato per decenni e decenni intere generazioni di deputati e senatori inutili che si sono sgolati nelle piazze per chiedere nient'altro che  un voto. Rocco, invece, ha fatto scoprire  quell'alone di favola e di mito di cui la Basilicata non solo e' ricca, ma e' stracolma. Ha alimentato l'intesse per quella cultura del popolo spesso ignorata e dimenticata, fatta di cose vere .  Ha messo in evidenza il piacere per questa terra, per i suoi tramonti,per i paesaggi da favola, per il suo territorio, umile e genuino. Per quelle locations che sanno di boschi, di terra, di spiagge accattivanti. Senza bisogno di trucco, ne' di costose pubblicita'...
E cosi' Rocco Papaleo da Lauria si trovera' a San Remo. In fondo, la conduzione del festival insieme a Gianni Morandi, e' un seguito del suo film che non finisce con il lavoro proiettato nelle sale cinematografiche ma che, a quanto pare, e' destinato ad avere un seguito. Ci voleva proprio! E' il minimo che si possa dire.
Ma la notizia di Papaleo a San Remo, per altri versi, induce a riflettere sullo stesso film Basilicata coast to coast. Sono andato a rivederlo, a risentire i monologhi, i dialoghi, quella sceneggiatura scritta magistralmente. E l'ho trovato vero e spontaneo. Ma anche sferzante: dateci la nostra mafia, dice Papaleo a gran voce. Possibile che questa regione, con la Dc per anni al 40 per cento, non riesce nemmeno ad avere la sua mafia? Ma via non e' un obiettivo impossibile! Tutt'altro. Basta un piccolo sforzo, anche impercettibile. Anzi, non occorre nessuno sforzo. Basta guardarsi intorno...
 Rocco potra'dunque far luce sui mille risvolti di una terra meravigliosa ma sconosciuta e snobbata. Ignorata, sottovalutata, finita ormai nel cestino dei rifiuti, nonostante le sue ingenti risorse naturali ed i milioni  di barili di greggio che le compagnie petrolifere continuano a estrarre dal suo sottosuolo. Un affare di miliardi di euro che forse lo stesso Monti non ha ancora compreso in tutta la sua portata.  
                                                  Rocco De Rosa







giovedì 22 dicembre 2011

ROCCO PAPALEO A SAN REMO 2012. UNA VERA SORPRESA!

Rocco Papaleo alla Bit di Milano 2011 - foto di Rocco De Rosa
Rocco Papaleo sarà accanto a Gianni Morandi per condurre l'edizione 2012 del festival di San Remo. La notizia ha fatto il giro delle redazioni dei giornali e delle tv in un baleno ed è stata accolta in Basilicata con molta soddisfazione. Notizia del tutto inattesa, commenta il Commissario del Parco nazionale dell'Appennino lucano, l'ing. Domenico Totaro, che si è detto particolarmente felice per questa decisione giacchè Papaleo è originario di Lauria, uno dei più importanti centri all'interno del Parco.
“La personalità di Rocco, legata al film Basilicata coast to coast e ad altri importanti lavori cinematografici, scrive Totaro in una nota diffusa alla stampa, è un marchio di tutto rilievo per l'intero Sud. Un biglietto da visita di prestigio per il Parco nazionale dell'Appennino lucano, Val d'Agri, Lagonegrese che ha dunque l'onore di annoverare tra i suoi figli illustri anche un uomo di spettacolo, qual è appunto Papaleo, che con la sua verve di attore e la sua lucida cultura di regista saprà far conoscere il Parco anche oltre i confini degli appassionati di natura e ambiente. E all'estero.”
Soddisfazione in molti altri ambienti, lucani e non. Con il suo capolavoro Papaleo ha dato nuovo smalto alla sua piccola ma importante regione di questo Mezzogiorno, spesso abbandonato e dimenticato. Se non volutamente ignorato. Una regione, la Basilicata appunto, ricca di risorse e di natura, oltre che di storia, ma che non riesce a decollare in un contesto nazionale. Pochi la conoscono. Altri pensano che sia ubicata più o meno tra la Calabria e la Lucania. Altri ignorano che si tratta del più importante giacimento in terra ferma di petrolio, a livello europeo addirittura.
In una intervista alla Rai, all'epoca del suo film, Rocco Papaleo si disse contento per la scelta di fare dell'Appennino lucano un nuovo e importante Parco nazionale auspicando tra l'altro che il livello di protezione potesse coincidere con un vero rilancio dell'area. C'è pertanto da essere certi che un apporto significativo saprà darlo anche lui per far conoscere una zona legata alla storia degli antichi romani, piena di cultura e tradizioni. Ma anche di arte e di buona tavola.
In bocca al lupo a Rocco per la sua partecipazione a San Remo 2012, addirittura come presentatore, accanto alla figura di Gianni Morandi che ha fatto sognare con i suoi motivi intere generazioni. Speriamo che Papaleo non solo faccia sognare, ma contribuisca a far vivere al Sud una dimensione diversa. Con la sua arte decisamente ironica, sorniona, un po' disincantata, ma molto realista. E poi divertente, piena di umanità e di sorriso.

martedì 20 dicembre 2011

LE TANTE VERITA' ANCORA DA SCRIVERE

"La verita' su Via d'Amelio non e' stata ancora scritta."  Si chiude così il servizio del Tg1 dedicato al il sopralluogo del collaboratore di giustizia, Gaspare Spatuzza, al garage dove fu confezionata la bomba per uccidere Paolo Borsellino e la sua scorta. Verità ancora da scrivere, eppure sono trascorsi quasi venti anni dall'agguato che costò la vita al magistrato, espressione di una giustizia vera e pronta a non arrestarsi davanti a nulla. Frattanto Spatuzza e' diventato un collaboratore di giustizia, ma nella sostanza nulla e' cambiato.
Altre verità, altri dettagli potranno venire alla luce. Probabilmente. Che forse finiranno per smentire la versione finora conosciuta su quell'attentato di mafia che ha sconvolto l'opinione pubblica italiana e  internazionale. Altre versioni, altre facce di una stessa medaglia forse emergeranno. Ma chi mai avra' la certezza di poter conoscere le responsabilita' vere di quello e di altri fatti di mafia? Chi potra' essere soddisfatto del lavoro dei magistrati? Interrogativi che ci poniamo ogni giorno, ogni istante. A proposito: quante verita' dovranno ancora essere scritte, sulle quali pesa il dubbio (o la certezza) che non saranno mai scritte?
Parlare di via D'Amelio e' come toccare il cuore della societa' italiana. Il solo pensiero di quell'evento fa tremare: il ricordo delle immagini, dei volti straziati, della citta' violentata sono cose che non si cancellano. Come non si cancella la ferocia della bomba. Non si cancellano le lacrime dei familiari di quel dignitoso e grande servitore dello Stato.
Tutto questo avrebbe dovuto portare magistrati  e inquirenti ad avvertire la responsabilità ' di andare fino in fondo.  Con scrupolo, con coscienza professionale, con il senso del dovere. Ma soprattutto con l'obiettivo inevitabile di dare risposte certe. Definitive. Senza correre il rischio di una mezza verita', assolutamente inservibile. E offensiva.
E di mezze verità il Paese e' stracolmo. Quasi per un disegno diabolico che si ripete in tante occasioni fino al punto da far venire la nausea a tante, tante persone oneste. Non e' retorica.  E' solo un'amara constatazione che fa crollare ogni fiducia negli apparati dello Stato.
Quello Stato che dice e poi smentisce, che tenta di accreditare un pudore inesistente. Che si professa capace di affrontare qualunque sfida... Che si dice garante di ogni cittadino, della sua sicurezza, dalla sua vita insomma.
A proposito di vita! Si ritorna a parlare della vita di Emanuela Orlandi finita nel nulla. Quasi quarantamila persone chiedono giustizia e verita' per Emanuela, come per tanti altri casi ancora irrisolti. Una raccolta di firme sta andando avanti sul Web e non solo. Ha il senso di un atto di accusa formidabile. Che nessuno potra' ignorare. Questo almeno e' certo! 

                                                 Rocco De Rosa

giovedì 15 dicembre 2011

IL BIOLOGICO DEL POLLINO

La Val Sarmento, la fascia di terra che lambisce un ampio territorio ai piedi delle cime del Pollino in Basilicata, ha conquistato un primato: quello di produrre il 12 per cento di olio, per giunta biologico e di alta qualità, dell'intera produzione del parco nazionale, almeno nel versante lucano dell'area protetta. La campagna 2011 lo dimostra ampiamente e le prospettive non sono insignificanti, a cominciare dai mercati locali e nazionali interessati a commercializzare l'olio della valle, fino alle possibilità di nuova occupazione con riflessi positivi sull'economia del settore che negli ultimi tempi ha fatto registrare una buona tenuta a fronte della caduta verticale di altri comparti agricoli, seriamente compromessi dalla crisi.
Tra l'altro il parco del Pollino è impegnato nel tentativo di riuscire a frenare l'esodo di intere famiglie e soprattutto dei giovani che vanno via dai centri della Calabria e della Basilicata per cercare lavoro altrove. Il quattro per cento della riduzione del numero degli abitanti, certificato negli anni scorsi dall'Istat, è un limite purtroppo superato con risvolti profondamente negativi. Sicchè l'agricoltura priva di sostanze chimiche e quella biologica in primo luogo, sono un elemento di attrazione di nuove energie autopropulsive: quelle energie che non hanno bisogno di assistenza, che non consumano risorse, ma sono in grado al contrario di dare un apporto vero alla base produttiva del Parco nazionale.
Su questa linea c'è piena intesa tra il Presidente del Pollino, Domenico Pappaterra, e il suo vice, Franco Fiore, preoccupato di reperire nuove opportunità, soprattutto nel campo dell'agricoltura innovativa e senza veleni.
Della cosa è stata informata anche l'ALSIA (l'agenzia per lo sviluppo agricolo della Basilicata) e i produttori hanno chiesto al commissario straordinario, Romaniello, che la sfida dell'olio della Val Sarmento vada tenuta nella giusta considerazione con misure di salvaguardia del prodotto e con scelte opportune per il futuro che riescano a impegnare la regione Basilicata.
Si apre una parentesi significativa, non vi è dubbio. Oltretutto il varo del Piano del parco rappresenta l'elemento di sicuro rilievo sociale ed economico per assecondare questi sforzi e determinare un cambiamento di rotta in una situazione che promette di deteriorarsi progressivamente, in assenza di adeguati sostegni, con una perdita di peso economico del Parco nazionale, il più grande d'Italia e non solo del Sud, che da tempo chiede un'attenzione qualificata per la sua crescita, in primo luogo.   
                                                                  Rocco De Rosa

giovedì 8 dicembre 2011

PARCO DELL'APPENNINO: IL BOSCO, QUESTO SCONOSCIUTO!

                            I boschi dell'Appennino in autunno inoltrato foto R. de Rosa
Tempi difficili per gli uomini e per l'ambiente. La natura non perde occasione per farsi sentire. O, meglio, per far sentire il peso della sua presenza che non va minimizzata. Ne' sottovalutata. Sicché le foreste rappresentano non solo la bella coltre verde, in una regione come la Basilicata verde per definizione, quanto un indicatore di cui l'uomo deve tener conto a tutti i costi. Gli ultimi disastri, del resto, lo dimostrano a chiare lettere.
A questo tema e' stata dedicata una giornata di studio promossa dal Parco nazionale dell'Appennino con la partecipazione di autorevoli esperti che hanno fornito dati e cifre sullo stato dei boschi: una iniziativa di respiro nazionale che pone l'area protetta tra le più giovani d'Italia al primo posto quanto alle misure per la tutela, la salvaguardia dell'ambiente e la diffusione di una vera cultura dei parchi. In prima linea il Corpo forestale dello Stato che non ha mancato di lanciare un appello agli amministratori dei parchi e agli esperti del settore. Di cosa si tratta? Occorre una linea di condotta, dice il CFS, che possa fornire garanzie per la salvaguardia dei principali equilibri naturali, a cominciare dalle foreste, dagli interventi da mettere in cantiere, promuovendo anche un turismo all'altezza della situazione. Un turismo fatto di turisti consapevoli del ruolo del bosco e del suo peso nel quadro economico del Paese.
Il commissario straordinario, Domenico Totaro, e la dirigenza dell'Ente a cominciare dal direttore Vincenzo Fogliano, possono dire di aver guadagnato, dunque, un traguardo di tutto rilievo. Collocare l'Appennino lucano al centro di un interesse scientifico in grado di coinvolgere l'opinione pubblica e naturalmente le universita', in prima battuta quelle del Mezzogiorno alle quali spetta un compito di assoluta importanza, nel tentativo di valorizzare al massimo la funzione "protezionistica" e l'impianto sociale delle foreste. Ecco il percorso. Un argomento del quale forse non ci si rende conto, anche se i tempi sono maturi e tutto sembra spingere perchè anche nel Sud, e non solo al Nord lungo l'arco alpino, il bosco diventi una risorsa perfettamente utilizzabile non solo là dove si trova, ma in un'area ben più estesa del semplice perimetro forestale. Il bosco dell'Appennino, ad esempio, è cultura e tradizione oltre a rappresentare un formidabile elemento di conoscenza di un passato ancora presente. D'altro canto, come ha spiegato lo stesso responsabile regionale del Corpo forestale dello Stato, Vincenzo Pasquini, il termine forestale ha una valenza assoluta. Non e' una definizione puramente casuale, una trovata linguistica o di facciata. Ma un termine che racchiude anni di sforzo e una valanga (questa volta per fortuna assolutamente positiva) di provvedimenti e di scelte, ma anche di sacrifici per far vivere le foreste, al Nord come al Sud.
                                                                   
Rocco De Rosa

martedì 6 dicembre 2011

RIGORE,CRESCITA,EQUITA'. MA SIAMO SICURI?

Non manca molto all'avvio della fase di decollo della manovra più netta e più drastica, ma forse anche più impietosa, dal dopoguerra ad oggi nonostante il compito gravoso di salvare l'Italia dal fallimento. Per Natale il regalo sarà certamente servito, a cominciare dagli aumenti delle accise sui carburanti, destinati a provocare una impennata del costo della vita con conseguente riduzione dei consumi. E già Confcommercio parla di recessione che significa non solo meno consumi e meno sviluppo, ma soprattutto meno lavoro. I lucani, soltanto in questo caso, possono dirsi fortunati: cominciano infatti ad arrivare nelle case le buste sigillate contenenti i PIN per l'uso della carta carburanti che regalerà a ciascuno degli abitanti della Basilicata ben 90 euro di rifornimento per ogni patentato. Un regalo importante...Non vi è dubbio.
Ricordate lo slogan delle domeniche senza macchina (per risparmiare benzina) della metà degli anni Settanta? “Se non vuoi andare a piedi prendi l'asino!” Eravamo solo alla preistoria del disastro e quella che appariva una iniziativa di per sé pesante per la gente era soltanto acqua e zucchero. Come dire un' aspirinetta rispetto a una cura da elefante. Il paragone regge.
Tuttavia l'assoluta novità di questa manovra è rappresentata dall'uso di una terminologia anch'essa senza precedenti. Chi mai aveva sentito parlare di spread fino a qualche mese fa? Ora questa parola è diventata un indicatore del destino dei popoli, ma soprattutto del destino degli italiani. Se cresce siamo perduti. Dobbiamo augurarci che si riduca per avere meno guai in vista. Ci sono intanto degli interrogativi che angosciano. A detta dell'ex Presidente del Consiglio, Romano Prodi, nelle casse delle banche internazionali (che non disdegnano l'Italia come base di riferimento) ci sono ben 12 mila miliardi di euro. Ci si chiede se non sia il caso di utilizzare per la grave circostanza del momento almeno una piccola fetta di questo enorme patrimonio, capace di cambiare da un momento all'altro il destino della borsa, l'andamento dell'economia, il cammino faticoso dello sviluppo. Prodi ha messo in risalto questo dato. Ma cosa realmente potrà accadere? Altra domanda inevitabile.
E sempre a proposito dei quesiti che gli italiani si pongono in queste ore c'è il tema dell'equità. Altro nodo spinoso giacchè si sente parlare di misure temporanee che gravano soprattutto sui redditi medio bassi. E i grandi patrimoni, le grandi ricchezze? Sarebbe interessante capire se in questa magnifica Italia esiste una banca dati (a parte il fisco) di chi più possiede e fino ad oggi ha pagato meno. Quando ha pagato! E se esiste perchè non la si rende davvero pubblica, nel rispetto del diritto alla privacy ovvio, considerato peraltro che di evasioni (altro capitolo amaro) non si parla granchè nella manovra e nelle note illustrative, ampiamente pubblicate dalla stampa. Finiti in una comoda soffitta, probabilmente, gli evasori stanno studiando come mettere a punto la loro manovra per dare una risposta a Monti ed evitare di finire nella rete di chi possa dar loro la caccia. Le cifre sull'evasione fanno rabbrividire: fiumi di denaro che sono alla base dello sfascio e avrebbero potuto quantomeno rendere ben più solida la base finanziaria e l'economia stessa del Bel Paese, anche in presenza di manovre speculative e di “operazioni di stima” che le agenzie di rating stanno ponendo in essere, in un clima pesante e oscuro. Ma soprattutto a volte indecifrabile. Dare delle pagelle puo' essere logico e ammissibile entro certi limiti. Meno logico l'effetto di un'azione finalizzata a fare arretrare un intero paese e il suo sviluppo. Se non proprio a spingerlo sull'orlo del burrone.
C'è però in tutto questo una nota umana, che non lascia indifferenti gli italiani. Le lacrime della Fornero passeranno alla storia come un tentativo di umanizzare la manovra e di renderla “a misura d'uomo”. Buon segno, visto peraltro che si tratta di una donna. Ma anche l'ironia di Monti non è da meno. Il Presidente del Consiglio dice alla sua collega durante la conferenza stampa: commuoviti pure ma correggimi se sbaglio.
                                                                 Rocco De Rosa    

giovedì 1 dicembre 2011

CORRUZIONE E MALAFFARE DA NORD A SUD

"Un pezzo del Paese e' marcio", uno dei titoli dei giornali che tengono campo dopo il terremoto che ha scosso Nord e Sud, questa volta senza distinzione. Magistrati e politici in manette, collaboratori fedeli della 'ndrangheta", soci affidabili e validi sostenitori del malaffare, senza limiti ne' confini. La Lombardia e' lo scenario, ma in primo piano anche la Calabria e non solo. E non e' ancora finita.
Quasi una gara a dare appoggio a corrotti e corruttori che non lasciano nulla di intentato, meno che mai i rifiuti, fonte inesauribile di ricchezza, a tutti i livelli. Ed a qualunque latitudine. 
Le notizie dello scandalo che ha mandato in galera nomi altisonanti, senza distinzione di appartenenza politica, a cominciare dal vice Presidente del Consiglio regionale lombardo, si susseguono a ritmo vorticoso e si parla di un giro di affari enorme, non ancora quantificato, per pavimentare di rifiuti le strade della pianura Padana. Il Nord come il Sud, appunto. Arricchimenti di personaggi di spicco e fiumi di denaro: tutto questo mentre i governi europei, e quello italiano in particolare, cercano misure di salvataggio dell'economia del vecchio continente e fanno leva su una disperata riforma delle pensioni che abolisca i privilegi e metta ciascun cittadino nella condizione di fare sacrifici per il futuro del bel Paese. Nessuno è esonerato, insomma! 
Intanto i ladri nelle istituzioni hanno mano libera in tutto: dall'ambiente fino ai traffici illeciti che hanno scritto non una sola pagina della storia italiana, in questo centocinquantesimo dell'unita' in cui si torna a parlare  dei valori che appartengono alla storia d'Italia,ai quali ogni cittadino, si sente dire, deve ispirare la sua vita. Parole che contrastano non di rado con la realtà del presente e seminano sconforto e desolazione mostrando, oggi più di ieri, di essere davvero senza senso, almeno se riferite al comportamento di alcune "illustri" personalità, ciniche e tracotanti. Ma soprattutto abituate alla peggiore gestione del potere e del denaro.Certo il bel Paese, grazie a Dio, non è fatto solo di disonesti e di gente senza scrupoli. Sarebbe più di un fallimento. Ma il malaffare è capace oggi di avere il sopravvento su tutto e di dominare finanche lo Stato! Non è una novità.   
Lo scandalo esploso in questi giorni si somma a tanti altri scandali di cui e' lastricata l'Italia, in una situazione di totale marasma."La mela malata" non accenna a guarire...Chi avrebbe mai immaginato, fino a qualche anno fa, che la Lombardia potesse instaurare concreti rapporti con la 'ndrangheta per una sorta di azione che vede, l'uno accanto all'altro, politici senza scrupoli, magistrati corrotti e tante vergogne nazionali? 
E poi c'e' il sommerso, quella delinquenza che non vedremo e non conosceremo mai, determinata ad agire con qualunque clima politico. Con qualunque Presidente del Consiglio e in tutte le stagioni della storia. Un sommerso che non spara, non uccide, che si maschera dietro al perbenismo e alla burocrazia (quella dei colletti bianchi) per realizzare business oltre ogni previsione.  

                           Rocco de Rosa