martedì 31 dicembre 2013

BUON 2014 A LIBERA CONTRO LE MAFIE



Auguri sinceri a chi porta avanti in silenzio, con coraggio, dignitá e determinazione una battaglia difficile tendente a contrastare gli intrecci malavitosi, da un lato, e dall'altro a contribuire con autentica fede a realizzare una societá del domani diversa, più giusta, nient'affatto compromessa con il potere usato in modo distorto.
In questo campo LBERA dá una lezione da non sottovalutare davvero a tutti, nessuno escluso. Esemplare è infatti l'impegno di don Luigi Ciotti e di don Marcello Cozzi e di tanti aderenti a questa splendida organizzazione su diversi fronti: anche quelli meno noti, meno appariscenti che rappresentano il bubbone nascosto se non invisibile, difficile da raggiungere anche per il bisturi del chirurgo più esperto. Più sicuro di sé.  
La società del nostro tempo, che viene definita complessa, in fondo rappresenta un ricettacolo di mali incurabili, destinati a penetrare in profondità nel tessuto sociale, a condizionarne la sua evoluzione, a frenare quella riscossa morale che dovrebbe partire da ogni persona. Da ogni cittadino.
Mi ha molto colpito l'accento ed i sentimenti che don Marcello ha messo in evidenza, parlando di Padre Pio, della  sua etica e della sua moralità, recentemente in occasione della presentazione del mio libro.
Cosa fare per bonificare, mi si consenta il termine, un paese percorso spesso dal malaffare, un paese che ha instaurato si può dire regole parallele, in cui di tanto in tanto esplodono scandali, corruzione, intrighi di ogni genere.
Se non ci fosse LIBERA qualcuno dovrebbe inventarla. Ma per fortuna c'è, pronta a impegnarsi per i più deboli, per quanti sono schiacciati dall'ingiustizia e dallo strapotere. Dalle intese mafiose.
Tra le iniziative più belle c'è stato il ricordo dall'agente di Pubblica Sicurezza, Tammone, ucciso a Potenza da mano assassina che voleva sbarrare il passo alla giustizia e alla legalità. LIBERA lo ha degnamente ricordato con una cerimonia semplice ma altamente significativa. 
Il 2014 è l'anno della continuità. In primavera sarà ricordata la figura e l'opera di don Tonino Bello, limpida figura di vescovo e di pastore di anime. Un appuntamento da non mancare. Auguri LIBERA dalle persone oneste! 

domenica 29 dicembre 2013

CONTANO I RISULTATI, NON I NOMI



C'è sorpresa in alcuni ambienti per l'esito delle consultazioni del Presidente Marcello Pittella che hanno determinato la scelta di un governo per la Basilicata tutto composto da esterni. Un governo che dovrá assolutamente garantire non solo la tenuta di questa regione, ma il suo prestigio e il suo peso nazionale e internazionale. Un ruolo guida finora mai svolto dalla terra più importante e, al tempo stesso paradossalmente, meno conosciuta in Italia. Ben pochi riconoscono, infatti, alla Basilicata la funzione centrale che essa riveste se non altro per essere il più grande giacimento di greggio in terra ferma, in tutta l'Europa.
Pittella, in un messaggio su facebook, lo ha detto subito dopo la firma dei decreti di nomina dei nuovi assessori: "la Basilicata ha bisogno di sprovincializzarsi e di guardare con fiducia all'Europa". 
Giustissimo, uscire dalla provincia politicamente e socialmente angusta, incapace di grandi slanci, di visioni strategiche all'altezza dei tempi, è infatti il primo obiettivo di questa terra che deve smettere di accontentarsi della pesante marginalità legata finora ad una condizione subalterna che ha pesato e pesa sui lucani come una maledizione. Un disastro vero e proprio. Una sciagura insomma. Marginalità in tutto: nel lavoro, nella crescita dell'economia, nel destino dei giovani costretti tutti (tranne rare e fortunate eccezioni) ad andare via.
Prima della sua elezione il presidente Pittella aveva ravvisato queste ed altre necessitá che si concretizzano nel suo programma di rivoluzione democratica. Parole e programmi destinati a rappresentare un'assunzione di responsabilità, ma una responsabilità grande e anzi grandissima. Senza alcun precedente, è il caso dirlo, dal primo presidente della Basilicata, il democristiano Vincenzo Verrastro, fino ai nostri giorni.
Ciò non significa far da garante in nome e per conto di Pittella. Significa piuttosto sottolineare l'entità della posta in gioco che Marcello Pittella ha individuato e realizzato. Con coraggio e determinazione. Non vi è dubbio. 
Senz'altro ad avere un peso sulle scelte e sui programmi è la presenza in Europa di Gianni Pittella, fratello del Presidente. A ben riflettere questo è un altro dato di prima misura e di assoluto rilievo. Un dato inedito da mettere a frutto immediatamente e sviluppare con autentico decisionismo. Il prestigio che la Basilicata potrá avere in seguito a un dialogo costante e costruttivo con l'Europa coincide esattamente con l'obiettivo di valorizzare, in chiave non localistica, tutte, davvero tutte le potenzialitá dei lucani e della loro terra. 
C'è da avere fiducia, in definitiva, in un uomo che continua a credere nel suo dinamismo, nella sua volontá  di fare, anche a costo di stravolgere vecchi e inutili schemi. Antiche baronie. Assurde incrostazioni di potere che hanno tolto alla Basilicata ogni prospettiva. 

venerdì 20 dicembre 2013

PRESIDENTE LETTA, VENGA A VISITARE LA BASILICATA



La politica ha i suoi tempi e anche un suo linguaggio: spesso si tratta però di un  messaggio generico, approssimativo. Per tenere tutti, o quasi tutti, buoni. Ma questa volta le cose sembra stiano cambiando. Mi riferisco al messaggio che Marcello Pittella, neo presidente della Basilicata, ha inviato alla gente tramite Facebook, un canale inusuale francamente per un presidente chiamato a governare una regione difficile, con mille problemi oltre allo spopolamento e al lavoro. 
Colpisce l'assicurazione ai cittadini di questa terra: "nessuno rimarrá indietro, nessuno rimarrà solo." Parole importanti, senza molti precedenti in veritá. Parole pronunciate non certo a denti stretti o a bassa voce. Ma con l'ardire di chi è certo di non vendere chiacchiere e di non vedersi contestare da chicchessia. 
Avviare un'azione  di contrasto alla povertá. Questo l'obiettivo strategico del Presidente Pittella che si accinge a porre mano a un'opera di rinnovamento dei criteri che sono alla base di un'opera di governo di carattere davvero straordinario e capace, per giunta, di aprire le porte a una fase di generale rinnovamento del mondo Basilicata, una terra finora marginale ma con potenzialitá enormi, anzi con ricchezze incommensurabili,  sfruttate dalle compagnie petrolifere che dal sottosuolo estraggono una ricchezza forse indicibile. Milioni di barili di greggio, dall'avvio dell'attivitá estrattiva ad oggi, non sono certo poca cosa. Si tratta di miliardi di euro che vanno ad alimentare il conto in banca dei petrolieri e delle compagnie e a creare ulteriori prospettive di arricchimento. 
Se il presidente del Consiglio dei Ministri volesse ricordarsi per un attimo che la Basilicata esiste, eccome, potrebbe addirittura rinvigorire la legge di stabilità, duramente criticata, con i miliardi del petrolio lucano. 
Venga, presidente Letta, a visitare i giacimenti della Basilicata, a conoscere da vicino la sua operativitá, a toccare con mano le ricchezze di questa terra piccola ma non insignificante, tutt'altro. Capace finanche di competere con regioni ben più importanti e fortunate, a cominciare dalla Lombardia o dalla Sua Toscana, terra del sommo poeta. Di quel Dante, priore di Firenze, che ebbe il coraggio di mandare in esilio il suo maestro e migliore amico, Guido Cavalcanti. 
Venga, la Basilicata saprá ospitarla adeguatamente, mostrandole anche la sua povertà, quella che Marcello Pittella non si stanca di sottolineare, di far conoscere come il paradosso dei paradossi: una regione ricca che stenta, non da oggi, ad andare avanti.


domenica 15 dicembre 2013

SASSO DI CASTALDA, A TU PER TU CON IL FUTURO



                               Sasso veduta dall'elicottero (foto R.De Rosa)

Un ponte tibetano: comincia con questa sfida la grande avventura di Sasso Castalda, una delle porte più importanti del Parco nazionale dell'Appennino lucano. Una scelta che rappresenta davvero la strategia vincente per Rocco Perrone, sindaco di questo meraviglioso angolo di montagna, dove natura, cultura e arte vanno a rappresentare un tutt'uno, un mix capace di aprire le porte del futuro.
Il ponte tibetano servirà a richiamare l'interesse di visitatori non solo del Sud, ovvio. Una carta importante per dare lustro al brivido della montagna, antica e moderna insieme. Gli ingredienti ci sono tutti: anche la Regione Basilicata sembra convinta della validità di questa idea, peraltro condivisa da alcune menti importanti, a cominciare da Antonio Coronato, dirigente dell'Ansaldo che da Torino, sua dimora, non dimentica Sasso il paese d'origine.
Al di là dei “prodigi” legati all'avvento del ponte, ormai in fase di progettazione avanzata, c'è da dire che Sasso Castalda è davvero uno scrigno di storia e cultura, un contenitore di arte e tradizioni mai dimenticate. Cultura che orienta finanche l'opera di un artigiano come Antonio Vignola, capace di fare del ferro e dei suoi lavori un'espressione significativa del fabbro per eccellenza. Non solo. Ma di avanzare una proposta per fare in modo che l'attività di uno come lui possa rappresentare una base di partenza per tanti giovani interessati a questa forma di artigianato artistico che altrove rappresenta un mestiere fruttuoso, un'occasione di impegno importante per chi voglia dedicarsi. Non a caso Antonio vede il Parco nazionale dell'Appennino come l' occasione per dare una spinta alle attività e ai mestieri. In questo caso una fucina di proposte per trasformare la sua esperienza in una attività didattica. Insomma una scuola, una bottega che diventa scuola e insegnamento, proprio mentre ci si dispera alle prese con una disoccupazione che soffoca non solo i sogni, ma anche le attese di chi si sofferma a guardare il “deserto” del Sud, questo Mezzogiorno eternamente a metà del guado che non riesce a recuperare la riva. A guadagnare un traguardo dignitoso.
La porta del Parco si apre quasi per miracolo e mostra le sue bellezze, il suo essere davvero occasione da non mancare, in alcun caso.
Turisti e visitatori non potranno rimanere indifferenti, sottolinea con entusiasmo il Sindaco Perrone, animato anche lui da una straordinaria forza di volontà che sembra quasi essere irrazionale in certi casi, ma non lo è affatto a ben riflettere.
Il ponte vedrà la luce in tempi non biblici. A far da corona a questa geniale intuizione saranno davvero tante opportunità legate al Parco nazionale, la giovane area protetta intenzionata a non trascurare proprio nulla delle sue potenzialità. Il centro De Luca ospita intanto presentazioni di libri e convegni. Si parlerà il 20 dicembre anche di Padre Pio, il santo del Sud, il mediatore tra il Cristo Risorto e la gente del nostro tempo. Sasso diventa così un eccellente momento di confronto. Oltre a rappresentare anche una bella proposta di rinnovamento.

martedì 10 dicembre 2013

BAMBINI VERAMENTE POVERI



Un bambino su dieci vive in una condizione  di povertá assoluta. Il dato, diffuso in questi giorni da radio e televisioni, balza sotto gli occhi proprio mentre si avvicina il tempo  delle spese per cenoni, regali natalizi e tredicesime da collocare in qualche modo. Nonostante la crisi, per quanto minacciosa e capace di turbare la tranquillità di tutti. Nessuno escluso. Nonostante le tasse che schiacciano i contribuenti.
Bambini veramente poveri, spesso privi di tutto. Incredibile,  al tempo di un consumismo esasperato che ha finito per modellare la vita di ciascuno. Anche di chi non ha, giacchè il divario con chi possiede si va sempre più accentuando, mentre il disagio cresce e la vita si fa dura e difficile ogni giorno sgretolando anche un briciola di sogni. Un pezzettino di serenità. 
Il problema viene affrontato di tanto in tanto, quasi in piccole dosi, con le dovute eccezioni. Ovvio. È il caso ad esempio della trasmissione "Prima di tutto" di Radiouno Rai che ha realizzato servizi e interviste sull'argomento lasciando intendere il proposito di ritornare sul tema, data la sua gravità e il peso che riveste. Anche in Italia, perchè no. 
In Italia dove sono trentamila, secondo dati recenti, i bambini senza famiglia, affidati a enti o realtá che operano sul territorio, e magari in attesa di persone generose ben disposte ad accoglierli dando loro il tepore di una casa che li faccia sentire non ospiti ma figli, realmente. 
Intanto una macchina invisibile si muove ogni giorno e diffonde, anche senza volerlo, informazioni su questo argomento che ha carattere davvero universale. Un bambino non è solo un piccolo uomo, ma un universo di bisogni, di interessi, un mondo di vitalitá e di amore vero. Autentico,  genuino soprattutto.
Si apprende intanto che il Centro  per le adozioni internazionali, presente nella parrocchia di Sant'Anna a Potenza, è interessato a organizzare un convegno su questo tema magari in concomitanza con la festa delle famiglie adottive, in programma ogni anno a metá giugno.  Un'idea da non lasciar cadere nel nulla. Una mano tesa per affrontare il nodo dell'infanzia abbandonata, spesso oggetto di traffici illeciti e di orribili forme di sfruttamento. Per non dire di pedofilia, un male perverso che percorre la nostra societá ancora oggi, davanti al quale ci si sente davvero disarmati. Purtroppo. Giacchè mancano efficaci strumenti per il controllo del fenomeno che assume punte indescrivibili ed è tale da indurre a pensare che forse esiste, in fin dei conti, una sorta di rassegnazione. Se non di impotenza destinata a trasformarsi in una specie di rinuncia  a lottare, a combattere per i più deboli. I bambini.  

venerdì 6 dicembre 2013

IL PIANTO ACCORATO E STRUGGENTE DI LUCIA




La disperazione. Nient'altro che la disperazione: Lucia, una giovane donna di Montescaglioso in provincia di Matera, non ha più lacrime da versare. Assiste impotente alla frana che in pochi minuti le ha portato via la casa, il lavoro, i suoi sogni. Tutto distrutto, in un batter d'occhio. Urla la sua tremenda paura questa donna, davanti alle telecamere della Rai. La sua vita è finita. Lei non ha più nulla da temere.
La frana assassina si è abbattuta con una violenza inaudita sull'abitato di questo grosso centro che tanti anni addietro fu uno degli epicentri delle lotte contadine per la riforma agraria nel Mezzogiorno.
La cittadina appariva fino a qualche giorno fa tranquilla con i suoi negozi, il suo centro storico, le sue case vecchie e nuove, nonostante i problemi legati allo sviluppo e al lavoro. Poi tutto si è spezzato a causa del terreno che continua a portare a valle strade e case. 
I giorni di dicembre hanno seminato la tragedia nel Metapontino. Finanche le preziose testimonianze della Magna Grecia sono state sommerse dall'acqua e dal fango. Il paesaggio è diventato spettrale, ogni cosa ha assunto le caratteristiche del dramma sotto l'incalzare della pioggia e del vento. 
Eppure il copione si ripete da anni, sulla pelle degli abitanti,  dei coltivatori che puntualmente in inverno si ritrovano in un mare di guai con il raccolto distrutto e la terra che sembra ribellarsi alle scelte balorde degli uomini, se non proprio alla loro imperdonabile incuria. 
Mancano opere di salvaguardia di un territorio così importante e prezioso. Manca quella necessaria difesa del lavoro e dello sviluppo faticosamente conquistato con anni e anni di  sacrifici da parte di imprenditori che hanno creduto nell'agricoltura con passione e tenacia. 
In quelle terre oggi non esiste più nulla. Soltanto il dramma e la disperazione che s'impossessano della gente. Soltanto la miseria e la paura che bloccano tutto. Che segnano la fine di ogni cosa. Lucia, in fondo, si considera una donna finita. Una donna senza speranza, figlia di un tempo inesorabilmente amaro. Che agli occhi degli abitanti sembra destinato a non finire.