martedì 29 gennaio 2019

MATERA 2019, LA GRANDE SCOMMESSA PER IL FUTURO






                                                  

Il sindaco di Matera, Raffaello De Ruggieri


 Non vi è dubbio che il 2019 sia uno spartiacque. La Basilicata e il Mezzogiorno entrano a pieno titolo in una dinamica completamente nuova di rapporti internazionali in cui dovranno essere valorizzate potenzialità e proposte che in passato hanno avuto scarso peso. Il Sud vale di più, d’ora in avanti? A sentire Mattarella c’è motivo di nutrire speranze vere sul terreno della concretezza. Non si tratta di facili illusioni. Nè di un ottimismo di maniera dettato dal grande successo della giornata inaugurale o dall’attesa della “festa”, con i protagonisti di mezzo mondo giunti in Basilicata per l’occasione. 
Alcuni importanti meccanismi sono già in funzione: la conoscenza del presente è un perno su cui dovrà fondarsi gran parte del risultato  auspicato e auspicabile per un futuro non lontano, con tutta la modernità di questa parte del Sud. Sicchè in uno scenario, che va ben oltre certi limiti tradizionali, il ruolo delle realtà presenti sul territorio potrà essere decisivo tanto quanto quello di altre componenti. Le strategie di Matera Capitale europea della Cultura sono state attentamente studiate a tavolino. Daranno i frutti sperati, non solo nel breve e medio periodo, ma in una visione ben più ampia? E qual è nella Matera di oggi il peso della scienza, della ricerca? Di un diverso protagonismo?
Domande che  rivolgo a Raffaello De Ruggieri, sindaco di questa Matera, e autore in passato di scelte importanti per il peso culturale della città che usciva dalla vergogna e si trasformava in un gioiello. 

La cerimonia inaugurale di Matera 2019 è da considerarsi una proiezione nel futuro della città dei Sassi, con precisi riferimenti alle sue eccellenze, al suo valore aggiunto, al suo passato che diventa presente. In che misura è possibile tutto questo?

"E’ possibile se si riescono a coniugare identità e innovazione, autenticità e tecnologia. E’ quello che stiamo facendo con il nostro progetto Matera digitale: un hub che ospiterà 14 imprese del settore hi-tech e che rappresenta il nucleo originario di quello che vorremmo che la città diventi nel prossimo futuro. E poi con la realizzazione con i parchi tematici della storia dell’uomo in cui, attraverso l’uso della tecnologia, racconteremo l’evoluzione dell’uomo dalla selce al silicio. Questo è il luogo che più di ogni altro può compiere questa operazione. Qui si possono osservare i buchi neri delle grotte paleolitiche e quelli dell’Universo attraverso gli strumenti del centro di geodesia spaziale dell’Asi che ha sede a Murgia Timone." 


Il tema della scienza. La città non è solo la città dei Sassi ma scienza e ricerca, oltre ad architettura e storia. Un punto di eccellenza da non sottovalutare affatto. Ma il turismo di massa, che si riversa su Matera, ignora la scienza. Il 2019 non può dimenticare questo fondamentale elemento di modernizzazione e sviluppo. Qual è in questo ambito, così delicato e importante, il ruolo del Comune, l’istituzione a più diretto contatto con i problemi del territorio.

"A breve si insedieranno nell’hub tecnologico, all’interno dell’ex convento di San Rocco, 14 imprese ad alta innovazione con la presenza qualificata del Cnr che a Matera porterà i centri di riferimento sui due nodi strategici dell’innovazione: la ricerca quantistica applicata alla sicurezza delle comunicazioni e quello dell’infrastruttura Dariah, una piattaforma digitale di ricerca per le arti e le discipline umanistiche, che permetterà alla città di diventare un polo europeo del settore dell’informatica e della scienza applicata alla valorizzazione conservazione del patrimonio culturale."


C’è un segnale politico da non trascurare nel dopo inaugurazione: il Ministro dei beni culturali ha assicurato nuovi fondi per i Musei di Matera. Che significato riveste, nel dialogo non facile, tra Comune e Governo. Un tentativo di ridurre i contrasti, di valorizzare un aspetto importante della vita e del passato di Matera. Il Governo intende avere un ruolo nella vicenda del 2019?

"Il Governo si è impegnato a sostenere la crescita della città con interventi concreti. Le differenze politiche non devono ostacolare la visione di sviluppo futuro del Mezzogiorno. I progetti legati alla crescita economica, alle infrastrutture, all’evoluzione sociale, non possono avere colore politico. In questo senso il dialogo con il Governo, non è mai stato difficile." 

La sfilata inaugurale è stata caratterizzata dalla presenza dei teli dei migranti, indossati da persone di colore. Ma questo aspetto ha avuto un risalto scarsissimo. Perché sindaco De Ruggieri?


"Per noi quell’iniziativa ha avuto un significato molto forte e lo abbiamo messo in evidenza. Il perché non abbia ottenuto il sufficiente rilievo mediatico fa parte delle dinamiche legate al mondo dell’informazione che probabilmente ha preferito privilegiare altri aspetti della cerimonia inaugurale." 

domenica 27 gennaio 2019

IL RICORDO DEL PASSATO


                           
  


E’ la memoria del passato a rendere liberi gli uomini. Mai una vignetta, come quella sulla prima pagina del Corriere della Sera di oggi 27 gennaio, data storica, si è rivelata capace di leggere il buio dei campi di sterminio e la tragedia di un popolo di deportati.  
La memoria dei drammi del secolo scorso, che ci lasciamo alle spalle, ma anche il ricordo di tante atrocità  del presente: come si fa a far prevalere le ragioni della politica, ad esempio, sulla situazione di abbandono di bambini e di tanti emarginati, caricati sulla nave a poche centinaia di metri da Siracusa, che invocano un minimo di umanità e di protezione. Un minimo di umana solidarietà, non dico di amore per il prossimo. Sarebbe tanto.
Se la politica autorizza a ignorare cose del genere, bisognerebbe concludere che la politica è in grado di trasformarsi in un mostro. Ma per fortuna non è così. La politica ha i suoi interpreti. I suoi portavoce. Le persone che la trasformano di volta in volta in fatti e gesti concreti. E questo deve far riflettere ponendo il rispetto per la persona al di sopra delle mille strategie elettorali per la conquista di voti e di consensi.
La partita che si gioca oggi, alla vigilia delle elezioni europee, rischia di avere come prospettiva un atroce accanimento contro i più deboli. Gli indifesi. Che sono tanti, dentro e fuori dai confini del Paese Italia. Ecco perché il voto di maggio ha il valore di una scelta che si rivelerà determinante, non solo per l’Italia ma per il mondo intero. Esattamente come il ricordo di Auschwitz.  

martedì 22 gennaio 2019

L'APPENNINO LUCANO - POSSIBILE UNA SVOLTA


              


                                

LA ZONA ARCHEOLOGICA DI GRUMENTO (foto R. De Rosa  - riproduzione  riservata)

Tutti i presidenti dei parchi lucani nella sede dell’Appennino, nel cuore di Marsiconuovo e della Val d’Agri, per un saluto al neo commissario del Parco, il generale Alfonso Di Palma, appena nominato dal  Ministro Costa. Un gesto di solidarietà ma anche un modo nuovo di fare squadra, a voler significare la comune volontà di affidare  alle aree protette il ruolo di elemento trainante, nel quadro della difesa dell’ambiente quanto ai fini culturali, di un turismo consapevole,  per la conoscenza dei vari territori ben oltre i confini regionali e nazionali.
Visita particolarmente gradita da Di Palma che guarda all’Appennino lucano con la volontà di far vivere, in una dimensione diversa e ben più efficace, il più recente parco nazionale del Sud in cui storia e costume, archeologia, beni ambientali e altro ancora si fondono fino a fare dell’intera area un unicum da offrire al visitatore interessato a conoscere secoli di storia. 
La riunione ha affrontato molti temi: anzitutto la salvaguardia dei rispettivi territori da sottrarre alla minaccia del degrado. E poi una partecipazione consapevole ai processi di rilancio in un’ottica che dovrà coincidere con le logiche di questo 2019, indicato da Mattarella come una occasione da non mancare per l’intero Mezzogiorno. Un momento magico per la Basilicata ricca di risorse. 
Le risorse appunto. Nell’incontro con i responsabili delle altre realtà (Pollino, Gallipoli Cognato, Murgia Materana e Vulture) si è fatta strada l’idea di una politica in grado di trasformare vincoli e divieti in altrettante occasioni di sviluppo. Non apparente o soltanto ipotizzabile, ma reale. A misura d’uomo.
In fondo se l’Adamello Brenta (storico parco del Nord) o la Sila o l’Aspromonte hanno fatto tanta strada, ciò deve essere possibile anche per l’Appennino lucano, Val d’Agri Lagonegrese con l’occhio rivolto alle professionalità da impiegare e al dialogo con le popolazioni, con i sindaci che sono gli interlocutori diretti dei Parchi. I protagonisti in prima linea di ciò che accade.
Annunciato anche un incontro con il responsabile regionale dell’Ambiente, Pietrantuono, per avviare - sostiene Di Palma - un dialogo costruttivo sul che fare da subito. L’Appennino non può attendere, infatti. Anzi non deve attendere nell’interesse comune di una terra che proprio in questi giorni ha portato in Europa il suo nome e le sue peculiarità, segno distintivo di un lungo passato e di un presente che cerca di emergere.                 

domenica 20 gennaio 2019

IL "PASSAPORTO" DI MATTARELLA


                        

Folle di turisti per Matera 2019 (foto Vito De Rosa)

Mai come in questa circostanza la visita del Presidente della Repubblica a Matera, in occasione della giornata inaugurale dell’anno di Capitale europea della Cultura, ha determinato le condizioni per una svolta nel modo di intendere la città dei Sassi all’interno delle dinamiche del Sud. E del Paese nel suo complesso. 
“Dal riscatto di Matera parte il riscatto di tutto il Sud” ha affermato il Capo dello Stato nella convinzione di tramettere un impulso a Governo e Regioni perché si aprano nuovi scenari e nuove, concrete prospettive. Non solo proclami di facciata e, meno che mai, frasi celebrative incapaci di dare sostanza a una inversione di marcia. Ma un invito alla politica a operare risolvendo vecchi e nuovi squilibri, ataviche diseguaglianze che non fanno bene. 
Al tono accorato di Sergio Mattarella ha fatto riscontro una sorta di pragmatismo governativo del premier Conte che riflette non poche preoccupazioni e tante perplessità di fronte agli scenari odierni e a quelli futuri: “Servono investimenti ma anche la volontà di progettare il futuro.” Progettarlo in maniera diversa rispetto al passato, tenendo conto di mille variabili e soprattutto della possibilità di mettere in moto la macchina di uno sviluppo capace di crescita e occupazione. Di lavoro. Di certezze.
La diretta di RAI Uno ha consolidato queste indicazioni, rendendo giustizia a una cultura fatta di tante componenti e di contenuti legati al quotidiano. La ribalta di Matera non è un regalo alla Basilicata di oggi con lo sguardo rivolto al passato. Ma un invito a prestare attenzione alle risorse umane, naturali, paesaggistiche, storiche e scientifiche: la terra del petrolio, dell’acqua, dei grandi boschi e dei Parchi è un’offerta alla comunità internazionale da valorizzare a tutti i costi. Senza esitazione e lontano da certi compromessi che hanno ridotto in passato questa terra a una periferia, considerata spesso anonima e incapace.

venerdì 18 gennaio 2019

I TELI DEI MIGRANTI ALLA SFILATA DI MATERA 2019


                       


Brilleranno di luce propria, ma di una luce che sa di stenti, di morte, di sacrificio, i teli colore oro in cui vengono avvolti i migranti: sarà questo il segno distintivo presente nella grande sfilata che domani, 19 gennaio, darà il via all’anno di Matera Capitale europea della cultura. 
Un simbolo destinato a rappresentare secoli di vita della città lucana, in cui storia e costume, arte e politica convergono per sottolineare il peso del riconoscimento attribuito alla terra dei Sassi, quei Sassi della vergogna divenuti successivamente patrimonio dell’Unesco. 
Brillante avvio, dunque, di una esperienza irripetibile che premia la volontà di riscatto di un’intera regione in cui le risorse naturali si affiancano ai doni  dell’arte e dell’ingegno. Della scienza.
Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, avrà davanti a sé scenari che includono millenni di storia e che oggi riescono a richiamare l’attenzione di turisti italiani e stranieri, colpiti dalle bellezze architettoniche e dall’enorme patrimonio di una terra che merita di affacciarsi alla ribalta europea e di essere centro e non più periferia.
I teli dei migranti alla sfilata inaugurale rappresentano non solo una scelta politica di alto profilo quanto un segno di civiltà e di amore per gli ultimi. Quegli ultimi spesso dimenticati, abbandonati, brutalmente esclusi.

mercoledì 16 gennaio 2019

TRIVELLE NELLO JONIO: NON C'E' TEMPO DA PERDERE



LA PROSSIMA SETTIMANA, A PARTIRE DA MARTEDI’ 22 GENNAIO, IL SENATO SI OCCUPERA’ DEI PERMESSI PER LE TRIVELLAZIONI NEL MARE JONIO. QUESTIONE CHE RIGUARDA DIRETTAMENTE OLTRE ALLA PUGLIA E ALLA CALABRIA ANCHE LA BASILICATA. PREVISTA L’ISTITUZIONE DI UN’AREA PROTETTA MARINA, PROPRIO NEL MARE JONIO LUNGO LE COSTE LUCANE, IN MODO DA IMPEDIRE RICERCHE DI IDROCARBURI E TRIVELLAZIONI NELL’AREA: RAPPRESENTEREBBERO UN RISCHIO PER IL PATRIMONIO ITTICO E SOPRATTUTTO PER IL BAGAGLIO DI BENI NATURALI E STORICI LEGATI ALLA MAGNA GRECIA. 
DA SOSTENERE L’IMPEGNO DELL’ASSESSORE ALL’AMBIENTE, FRANCESCO PIETRANTUONO, PROMOTORE DELL’INIZIATIVA. 

lunedì 14 gennaio 2019

TRE GIORNI DI SCIOPERO ALLA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO



Nel pomeriggio le agenzie di stampa hanno battuto la notizia di uno sciopero di tre giorni alla Gazzetta del Mezzogiorno, la storica testata barese che vive momenti difficili “a causa della totale assenza di risposte da parte degli amministratori giudiziari della Edisud SpA, nominati dal Tribunale di Catania, sul pagamento delle retribuzioni dei giornalisti, costretti a lavorare senza stipendio ormai da novembre 2018.” 
L’annuncio è stato dato con una nota della Federazione nazionale della Stampa italiana e delle Associazioni regionali della stampa di Puglia e Basilicata.
Un evento decisamente allarmante, la crisi del giornale, che ha già determinato la chiusura della Redazione di Matera alla vigilia del 2019, l’anno della Capitale europea della cultura. Quale cultura, quale informazione è possibile diffondere in assenza di un impegno concreto per sostenere l’attività degli organi di stampa e, in particolare, di un quotidiano che ha seguito e continua a seguire ogni giorno le vicende di un Sud scomparso dalle cronache nazionali e dagli impegni prioritari delle forze di Governo. 
C’è da augurarsi il massimo della mobilitazione, a livello locale e nazionale, per affrontare il salvataggio della testata e la piena ripresa delle pubblicazioni della Gazzetta del Mezzogiorno.

  

domenica 13 gennaio 2019

PITTELLA IN ESILIO COME CAVALCANTI


Ritorno su un argomento già affrontato ma che non passa di attualità: l’enorme disparità di vedute e di pareri tra i vari gradi della magistratura. O, meglio, tra la magistratura lucana e la Cassazione. Quest’ultima, sarà utile ricordarlo, aveva usato argomentazioni durissime nei confronti dell’arresto di Marcello Pittella, ritenendo il provvedimento immotivato e illegittimo per l’assenza di prove schiaccianti a carico del Governatore lucano, ora sospeso dalle sue funzioni. Sicchè non essendo legittimi i domiciliari, appare quanto mai ingiustificato il provvedimento che impone a Pittella di non dimorare a Potenza per evitare che possa reiterare il reato di falso e abuso d’ufficio. Incredibile! La legislatura si è conclusa, le indagini sono state chiuse ma rimane tuttavia in piedi il pesante divieto di accedere a Potenza con tutte le conseguenze che ne derivano. 
Per giunta, gli stessi arresti furono decisi a oltre due anni dall’avvio delle indagini, esattamente quando Marcello Pittella era stato designato dal PD come candidato presidente. Un provvedimento a orologeria? Certo, lasciano allibiti le diverse decisioni dei magistrati lucani e il contrasto stridente con il verdetto della Cassazione. Non solo. Ma c’è da chiedersi a questo punto, come fa il segretario dei radicali di Basilicata, Maurizio Bolognetti, se non si tratti di un vero e proprio esilio per il Governatore, studiato, messo a punto con estrema lucidità e con precisi obiettivi tenuto conto, stando al Procuratore di Matera, che il quadro era noto anzi arcinoto da tempo. Perché dunque il provvedimento è scattato solo il 6 luglio?
Mi sembra giusto paragonare a questo punto Pittella a Guido Cavalcanti che Dante Alighieri, priore a Firenze nel 1300, mandò in esilio in seguito ad alcuni comportamenti del suo maestro relativi alle turbolente vicende tra Guelfi e Ghibellini. Cose d’altri tempi, d’accordo. Ma la sostanza non è diversa.
A questo punto, venendo ai giorni nostri, occorre affrontare ben altro tema, vale a dire il libero arbitrio dei magistrati a fronte di tanti casi che continuano a verificarsi in Italia, a cominciare dalla vicenda della sindaca Raggi ritenuta responsabile di comportamenti considerati un reato dal PM e non certo dal giudice che l’ha assolta perché quanto le veniva addebitato non costituiva reato. Addirittura. 
Contrasti stridenti tra vari punti di vista, finanche tra Tribunali e Cassazione, non certo in ordine a interpretazioni della norma, quanto nel merito delle vicende in esame. Il che lascia allibiti. Per giunta il libero arbitrio dei magistrati non è materia da regolamentare con legge, se non in una dittatura. In un regime. Ma non certo in un sistema democratico. A chi rispondono i magistrati? Altro interrogativo grande quanto un macigno e in realtà senza risposta.

           

martedì 8 gennaio 2019

UN MEDIOEVO ORRIBILE AVANZA



Siamo alle soglie del ventesimo giorno dal momento in cui 49 persone sono abbandonate in mare, davanti alle coste di Malta. Tra queste ci sono tre bambini e diversi minori non accompagnati. Quale sarà il loro destino? Morire di stenti mentre l’Europa non riesce a trovare un accordo per salvarli e riportarli alla vita. 
Orribile destino il loro. Anche Geo, la ben nota trasmissione di Rai Tre, lancia l’allarme. Vite umane considerate alla stregua di comuni delinquenti che non meritano alcun rispetto. Gente da buttare via come una specie inferiore, indegna di ricevere attenzione. 
Le 49 persone abbandonate sono il prodotto infame di una “civiltà” spinta fino alle estreme conseguenze in cui prevale il razzismo mentre la solidarietà, alla quale si appella inutilmente Papa Francesco, rimane un sostantivo in disuso scritto per dovere sul nostro vocabolario.  

sabato 5 gennaio 2019

MATERA CAPITALE: IL MEZZOGIORNO CHE ALZA LA TESTA



                         

Matera Capitale europea della cultura 2019

Tante attese per questo 2019 appena iniziato. Come trasformarlo in un motore di crescita stabile, evitando che al 31 dicembre prossimo tutto ritorni come prima con minore visibilità, minore slancio, minore capacità di affermare la voglia di essere centro, e non più ignota periferia, da parte di questa Basilicata, molto diversa anche rispetto a un decennio addietro.  
Indubbiamente Matera Basilicata Capitale europea della cultura per il 2019 è un marchio indelebile, da sostenere  con impegno politico e senso di realismo. Ma soprattutto con amore per questa terra. Una svolta da alimentare giorno per giorno, senza distrarsi un attimo. 
I protagonisti sono davvero tanti: dalle istituzioni, fino al Governo centrale, ai soggetti attivi per i quali la realtà dell’anno appena iniziato può diventare una linfa vitale, se messa a frutto nelle sue molteplici manifestazioni. 
Mai come in una circostanza del genere la cultura  coincide con la piena consapevolezza delle tante componenti destinate a collegare il quotidiano alla conoscenza del presente ma pure del passato. E, perché no, anche delle esigenze del futuro. 
Si delinea in tal modo qualcosa di diverso, con nuove forme di protagonismo, nuova capacità di operare scelte. Nuove attitudini a governare lo sviluppo e l’economia, ma non solo.
Sarà utile ad ogni modo guardare in faccia ai vari protagonisti di un evento del genere, estremamente complesso, ma anche indispensabile per modificare certi assetti, responsabili nei decenni passati dell’immobilismo e della perdita di quota di un’intera regione, la Basilicata appunto.
Politici, uomini di scienza, letterati, ma anche religiosi e tanto altro ancora: ecco lo scenario dal quale dipenderà un 2019 ricco di eventi e di tante potenzialità per una regione abituata a non arrendersi, almeno nella coscienza della sua gente.
Roberto Speranza, uno dei personaggi lucani di maggiore spicco del mondo politico di ieri e di oggi, ha affrontato in un incontro pubblico il tema cruciale della ricostruzione del Sud. In realtà di ricostruzione si tratta e la prima pietra di questo grande edificio è proprio Matera  2019 con una prospettiva di straordinario interesse. Una sfida sul terreno della politica che chiama in causa il Governo prima di tutto sollecitando interventi di largo respiro. Non finanziamenti occasionali ma misure di carattere strutturale.  
“Matera per me è il simbolo di un Mezzogiorno che alza la testa, che ce la fa, sostiene Speranza. Sono convinto che per i lucani Matera rappresenta una straordinaria opportunità da vivere nel modo migliore: guai a far prevalere piccoli interessi, piccole dinamiche. Matera ormai è patrimonio dell’Italia, dell’Europa, di tutta la nostra comunità. E’ soprattutto il segnale di un Mezzogiorno che ce la può fare, che ha fiducia in sé stesso con una prospettiva di sviluppo concreta. 
Penso che su questa sfida tutti i lucani dovrebbero unirsi, al di là della propria appartenenza ideologica e politica, mettere da parte ogni differenza e provare a vivere questa occasione come una straordinaria opportunità per tutti noi.”    

martedì 1 gennaio 2019

FINALMENTE IL 2019


                              

La Madonna di Viggiano nella Basilica di San Pietro 


La Basilicata esce dal silenzio di sempre ed entra in una dimensione internazionale di tutto rilievo. Il 2019 ha questo significato e rappresenta sotto tutti i punti di vista una sottolineatura del peso di questa terra, piccola ma non insignificante. Tutt’altro.
Non più dunque una periferia sconosciuta ai più ma una realtà che raccoglie intorno a sé un largo interesse politico, anzitutto, e poi scientifico, culturale, storico,  naturalistico e religioso. 
Due eventi hanno segnato il cammino in questa direzione, all’inizio del nuovo anno. Da un lato la Madonna di Viggiano esposta nella Basilica di san Pietro, in Vaticano, a significare il valore della tradizione religiosa di un intero popolo, dall’altro il concerto di Capodanno di Rai Uno da Matera con punte di ascolto elevatissime: occasione di grande rilievo per far conoscere nel mondo l’universo lucano. 
In campo religioso la Basilicata ha un valore altamente riconosciuto, legato a una tradizione tutta imperniata sull’humus della gente, sulle caratteristiche di un popolo, sulla sua capacità di aprirsi al mondo e di partire dall’integrità dell’ambiente per guardare a obiettivi più ambiziosi.
Questi due eventi stanno a testimoniare il proficuo lavoro, l’impegno culturale, il senso dell’essere. In definitiva la fisionomia di un popolo che da Orazio a oggi ha lavorato per emergere. Per non rimanere schiacciato sotto il peso di una marginalità, assurda quanto ingiustificata. 
Il 2019 è dunque la nuova frontiera per Matera - Basilicata capitale europea della cultura. Anche in questo caso, bisogna riconoscerlo, c’è alle spalle un lungo lavoro per affermare l’identità di una terra dalle tante potenzialità forse mai messe a frutto finora, in maniera idonea e con lo sguardo rivolto al futuro. Il Capodanno Rai è un salto di qualità consistente. E’ cresciuto l’interesse per Matera e la sua presenza in una dimensione non localistica. E si tende a valorizzare il senso della cultura storico umanistica, accanto alla scienza e al peso del patrimonio architettonico, ambientale. La città dei Sassi è dunque ben altro che Sassi e solo Sassi. Rappresenta una svolta e di questo bisogna dare atto a chi ha guidato la Regione, negli ultimi anni, con ingegno e lungimiranza. Ma anche con il senso del domani da costruire senza indugi mettendo da parte quel vittimismo inconcludente che annulla ogni sforzo.