martedì 26 marzo 2019

BASILICATA A TUTTO CAMPO SU GIORNALI E TV



Mai accaduto. Ovunque si continua a parlare del voto di domenica scorsa nella terra finora conosciuta soltanto per il sisma dell’80 e la terribile vicenda di Elisa Claps. Nemmeno Matera 2019 ha polarizzato così a lungo tanta attenzione da parte dei media. 
L’onda lunga del voto regionale lambisce il governo mentre la grande stampa, Corriere della Sera in testa, sottolinea i possibili risvolti e le ripercussioni (inevitabili?) sugli equilibri nazionali. Le frizioni aumentano all’interno dell’esecutivo mentre da più parti si sottolinea la crescita del debito pubblico al ritmo di sei miliardi al mese. Un record negativo, senza dubbio.
Ma cosa in realtà esprime il voto del 24 marzo? Non tanto e non solo una voglia di cambiamento messa in atto da meccanismi, senz’altro pilotati, che hanno demonizzato il governo Pittella fino a farlo apparire come il peggiore dei mali possibili. Eppure nessuno mai aveva pensato di bloccare l’Eni a seguito dell’inquinamento delle falde. Nessuno prima aveva rivolto lo sguardo all’esigenza di mettere in piedi una rete capillare per il monitoraggio delle emissioni del centro olio di Viggiano in atmosfera e nel terreno. Nessuno si era preoccupato, con analoga lungimiranza, di coniugare le giornate lavorative dei forestali ad un’opera di salvaguardia e valorizzazione dei boschi e del patrimonio naturale. Meno che mai qualcuno ha pensato che la sanità lucana, ben lungi dall’essere perfetta, ha alcune eccellenze da non trascurare: cardiochirurgia, reumatologia, oftalmologia, studio dell’obesità ed altro sono  punte avanzate di un discorso da non trascurare affatto. Per non parlare poi di Matera 2019, una conquista a tutti gli effetti e non certo un regalo da parte di nessuno.
Per il PD il voto di domenica sollecita, inoltre, delle riflessioni non certo marginali. La compagine di Marcello Pittella pone alla sua base una progettualità che l’intera sinistra farebbe bene ad apprezzare. Vale a dire l’intero scenario della crescita economica della Basilicata, il tema del rapporto con il mondo del lavoro e con le forze sindacali. Il problema dei giovani. Senza escludere il capitolo petrolio. Questioni da affrontare con impegno e determinazione nel confronto con l’attuale gruppo dirigente alla guida della Basilicata. Occorre spirito unitario, evitando lacerazioni e contrasti che sono costati nel corso del tempo una progressiva e inarrestabile perdita di peso da parte di questa regione del Sud, piccola ma non priva di valore aggiunto.  

mercoledì 20 marzo 2019

MIGRANTI O DELINQUENTI?



                          
I migranti a Matera 2019


C’è un tema ricorrente, ormai da mesi,  che riguarda lo status dei migranti, considerati clandestini senza distinzione alcuna, e soprattutto delinquenti, finanche potenziali terroristi in grado di attentare alla sicurezza del Paese.
Tutto questo nasce da una profonda confusione di idee, non so quanto alimentata, che paradossalmente finisce per distrarre l’attenzione dal problema numero uno: vale a dire il ruolo delle forze di pubblica sicurezza per negare l’accesso a criminali veri o ritenuti tali per varie ragioni. E per consentire di distinguere rispetto a quanti (e non sono pochi) scappano dall’inferno della Libia, della Siria e da situazioni insopportabili. Disumane e terribili. Tra questi migliaia di donne e di bambini, spesso non accompagnati.
Mi chiedo: se la polizia di stato, alle frontiere, controlla in entrata e in uscita non solo il passaporto dei passeggeri, quanto la reale trascrizione sul Book in cui i nominativi delle persone autorizzate all’espatrio sono  indicati, per quale motivo non è possibile fare altrettanto per i migranti? Sapere quantomeno la loro storia e le loro origini. La loro provenienza. 
Si potrà obiettare che il problema è complesso, se non irrisolvibile. Alla pubblica opinione sfugge intanto qual è l’assetto, ad esempio, dei Servizi di intelligence che hanno collegamenti e diramazioni in tutte le forze di polizia, finanche nella polizia locale, oggi in particolar modo e con le realtà presenti sul territorio. Ai Servizi sono direttamente collegati Digos, Nuclei informativi,  Nuclei investigativi dei carabinieri, Nuclei speciali della Guardia di Finanza, della Polizia di Stato e tanto altro ancora. Il panorama è vastissimo. 
Per cui sembra improbabile che non si eseguano accertamenti capillari e mirati in tutte le necessarie direzioni e non si riesca a definire, con sufficiente precisione, qual è l’identikit della maggior parte di quanti lasciano i paesi d’origine per sottrarsi al disastro delle guerre e per aspirare a un domani un tantino diverso. Senza escludere possibili operazioni losche, tuttavia da accertare e da mettere a fuoco.  Che le forze di polizia abbiano questa rilevante incombenza non deve sorprendere affatto. Il fenomeno delle grandi migrazioni è non solo inarrestabile, quanto di proporzioni planetarie e come tale destinato a proseguire nei prossimi decenni. 
Banalizzare definendo tutti i migranti dei clandestini è una strategia che dimostra quanto siamo ancora lontani dal conoscere il fenomeno in tutte le sue reali dimensioni e nella sua vera portata.

sabato 16 marzo 2019

LA MODELLA AVVELENATA

C’è un dettaglio raccapricciante che si fa largo nel panorama politico di questi giorni: la morte, per possibile avvelenamento da sostanze radioattive, della modella marocchina Imane Fadil, testimone cardine nel processo Ruby ter.
L’ipotesi dell’avvelenamento avanza come un’ombra minacciosa, in attesa che la Procura assuma dati inconfutabili derivanti da vari esami tossicologici, in corso, e dall’autopsia. Quali riflessi, quale peso, quali ripercussioni potrà avere sullo scenario politico un risultato che confermi in modo inconfutabile l’ipotesi dell’avvelenamento? Intanto ci si chiede perché la magistratura non è intervenuta subito dopo il ricovero della modella in ospedale, che risale alla fine di gennaio scorso.     

giovedì 14 marzo 2019

SENISE OGGI



                          
                             
Senise, la Collina Timponi oggi (foto R. De Rosa)



La crisi aperta al Comune di Senise, il centro della Basilicata tragicamente noto per la frana del 26 luglio 1986, apre una serie di capitoli, tutti di grande rilievo. Tra questi spicca uno in particolare: quello, eterno, della difesa del suolo e della salvaguardia di un abitato, ancora oggi poco sicuro e in grado di guardare avanti con lo sguardo rivolto alla sua economia rurale, un tempo florida con terreni fertili e tante speranze nel futuro. E ciò nonostante la Regione Basilicata abbia profuso un impegno non irrisorio in questi ultimi anni.
Sfugge a qualcuno, spero non a tanti, che la vicenda della collina Timponi (con la macabra immagine dei corpi sommersi dai detriti) rappresentò in quel luglio 1986 una questione nazionale di grande rilievo. Senise fu oggetto di studi e ricerche da parte delle università del Mezzogiorno, Potenza e Bari anzitutto. Il suo recupero una sorta di banco di prova per geologi, ingegneri, tecnici dell’ambiente. Amministratori locali.
Oggi la parentesi sembra non solo chiusa quanto dimenticata, banalmente aggiungo. Il ruolo forte dei media locali sembra orientarsi verso piccole faccende “domestiche” distanti mille miglia dal dibattito sul dissesto idrogeologico sollecitato, su scala nazionale, dei cambiamenti climatici e dalle opere dell’uomo. Lo sottolinea l’intervento del Presidente Mattarella.
Cosa attendono i media locali (tv, organi di stampa di Senise, non tutti ovviamente) che la frana della collina Timponi apra nuovi e inediti capitoli? Spero proprio di no: sarebbe un disfattismo inqualificabile, segno di una incapacità di capire l’evolversi delle cose, con tutte le possibili conseguenze. 
Ritengo sia piuttosto opportuno rivolgere l’attenzione verso il mondo della ricerca, con le università in prima linea obbligate a dare risposte al territorio, in sintonia con le esigenze più pressanti. Del resto scienza e tecnologia non possono esimersi dal dare un apporto essenziale al cammino delle comunità locali. E alle loro attese.

mercoledì 13 marzo 2019

BORSA DI STUDIO OLIVIERI

La borsa di studio intitolata al prof. Ignazio Olivieri, conferita alla dottoressa Picerno nel campo della reumatologia, apre scenari interessanti per la sanità lucana e pone in evidenza un dato: ormai la ricerca è di casa in Basilicata e può dirsi finalmente superato il divario tra centro e periferia della scienza. Non è poco, indubbiamente. 
Un risultato di tutto riguardo, frutto dell’impegno di medici, studiosi, ricercatori, ma anche dell’attività della Regione,  che ha impresso una svolta alla sanità lucana, non più l’eterna seconda ma capace di competere a livello nazionale e internazionale per determinati settori d’eccellenza. 
Ora alcuni traguardi importanti sono in attesa di essere conquistati, anzitutto la piena funzionalità dell’Istituto di ricerca e cura presso il Dipartimento di reumatologia del San Carlo di Potenza. Ma non solo. Un elevato grado di qualificazione riguarda da vicino alcuni importanti nosocomi lucani, da Matera a Venosa, ad altre realtà. 
Si consolida in tal modo il significato di Matera - Basilicata 2019, strettamente connesso a un percorso della scienza e della medicina, correlato a una cultura che non è semplice enunciazione di principi ma dato di fatto, sul terreno della sperimentazione.   

sabato 9 marzo 2019

POLLINO, OSCAR DELL'ECOTURISMO



                     
Domenico Pappaterra - Pres. Pollino (foto R. De Rosa)

Il Parco nazionale del Pollino nel cuore del Sud, nato dall’esigenza di far valere la priorità della natura incontaminata in uno scenario frequentato da turisti italiani e stranieri, non da oggi, sul quale si orienta l’interesse delle università e del mondo della ricerca per la sua biodiversità, per le sue emergenze. Per la natura dei paesaggi. 
La guida di Mimmo Pappaterra ha fatto di questa importante area protetta il motore di uno sviluppo possibile e di un turismo ecocompatibile, in difesa della montagna e e delle sue risorse legate al territorio. Sicché il riconoscimento attribuito a Pappaterra da Legambiente nazionale, l’Oscar dell’ecoturismo 2019, premia l’attitudine del Presidente delle Pollino e addita alle regioni del Sud un modello di gestione, fondato sul rilancio delle risorse e sull’uso consapevole di quel bene natura che il massiccio calabro lucano rappresenta. 
Nel momento attuale, il premio ha inoltre il significato di un monito per il Governo, anzitutto, a porre in essere tutte le necessarie politiche perché i Parchi del Mezzogiorno non siano semplici aree recintate ma occasioni di una economia in grado di soddisfare bisogni inediti e una domanda si sviluppo corrispondente al tempo in cui viviamo. 
Per l’Appennino poi, dopo le recenti dimissioni del Commissario straordinario incaricato, è auspicabile che il Ministro dell’Ambiente, Costa riesca a garantire livelli di governo tali da mantenere in piedi quel ruolo di sentinella che il Parco deve svolgere nei confronti del petrolio e delle principali emergenze naturali, archeologiche, storiche di cui  è ricco. Una mera gestione ordinaria, tenendo in piedi soltanto gli organi dell’Ente, finirebbe per rivelarsi non solo deleteria, quanto una sorta di boomerang per la stessa Basilicata interna, oggi alla ricerca di reali occasioni di salvaguardia del suo ingente patrimonio. 
Costa è profondo conoscitore di queste realtà e sono convinto che non mancherà di mettere a disposizione un impegno davvero straordinario per superare la crisi del Parco dell’Appennino lucano, Val d’Agri lagonegrese.   


venerdì 8 marzo 2019

L’Otto marzo di oggi

Baci tra le donne in televisione, fiori, mimose. Applausi per questo otto marzo. Cerimonia ufficiale al Quirinale. Riflettori puntati sul mondo femminile, almeno in questo giorno consegnato alla storia. 
Fuori gli scenari si complicano. Governo in subbuglio per la TAV, che domina la scena diventando argomento di primo piano nella vita nazionale, mentre fino a ieri erano gli sbarchi degli immigrati a tenere banco. 
Occupazione, giovani, Mezzogiorno e qualità dello sviluppo. Il deficit crescente. Tutti temi in secondo piano. 

L’otto marzo 2019 ha un enorme fardello d’incertezza e di dubbi. Dissiparli sarebbe il primo obbligo per la società civile e per il Governo del Paese.