mercoledì 3 giugno 2015

DIETRO L'ANGOLO C'È SALVINI



Tutti vincitori e nessun vinto. Sembra questo l'esito delle votazioni di domenica che hanno invece rappresentato uno sconvolgimento vero e proprio del tradizionale assetto politico italiano. Una rivoluzione delle urne, una protesta dell'elettorato che si è manifestata sia con il crescente astensionismo, sia con il radicale mutamento della risposta delle urne. Tutto questo insieme rappresenta un pesante fardello.
 Pd e Cinque stelle sono stati in effetti dimezzati. Non solo. In tema di grandi novitá bisogna prendere atto di un altro particolare assai rilevante: la leadership del centro destra è cambiata e il timone è passato dalle mani di Berlusconi e altri a quelle leghiste di Salvini, l'unico a parlare di Governo e della proiezione su scala nazionale dell'esito della consultazione amministrativa di domenica scorsa con il piglio del vincitore. L'unico a parlare non certo per una questione di coraggio, quanto in base a un preciso disegno politico che la Lega coltiva non da oggi, ma che oggi avverte più a portata di mano. Uscire cioè dall'ambito padano e qualificarsi come partito nazionale, in grado di chiedere e ottenere consensi dalla Lombardia alla Sicilia. Vale a dire dL Paese. 
Certo, il piglio leghista non è cosa politicamente neutralizzabile con una qualunque opzione in un futuro più o meno vicino, più o meno lontano. La politica leghista prescinde addirittura dai fondamenti sui quali poggia la logica della politica italiana e la stessa partitocrazia dal dopoguerra ad oggi oltre a introdurre, radicalizzandoli, principi diversi in rotta di collisione con la prassi attuale.  Linee guida diverse nel valutare gli sbarchi degli immigrati e il tema dell'accoglienza. Orientamenti e orizzonti differenti in materia di economia e finanza, con particolare riguardo alla permanenza dell'Italia nell'eurozona. E tanto altro ancora. Ecco in cosa consiste la rivoluzione del 31 maggio, finora sottovalutata se non addirittura soltanto sfiorata da alcuni protagonisti, i quali credono che così facendo riescono ad attutire il colpo subito dall'esito del voto. Magari ad esorcizzarlo con una operazione politica di nessun conto. Anzi incapace di affrontare i veri nodi del momento.
Ha suscitato una reazione, tutto sommato assai contenuta, la debacle di Forza Italia che assiste impotente alla fine dell'era Berlusconi, in campo nazionale. Per quanto la conquista della Liguria non sia proprio un fatto da nulla. Al contrario.   
Un orizzonte assai confuso, dunque, reso tale dai contrasti interni al Pd che assiste impotente tra l'altro alla brutta vicenda di De Luca inserito nella lista degli impresentabili e che ha querelato la Bindi. 
Certo, la direzione di lunedì prenderà posizione sul risultato delle urne mentre Renzi non potrá non pronunciare parole prcise e giudizi altrettanto netti su quanto accaduto. Non ci sará solo una nuova destra ma forse anche un Pd enormemente condizionato dal voto di domenica.

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