giovedì 28 maggio 2015

LA VISITA LAMPO DI RENZI ALLA FIAT



Era inevitabile che la visita lampo di Renzi alla Fiat di Melfi dovesse suscitare commenti in ordine ad un tema ben preciso: il peso che la Basilicata ha sull'agenda del Governo. E sulla considerazione che il Presidente del Consiglio ha di questa terra del Sud, indipendentemente dalla presenza in territorio lucano dello stabilimento di San Nicola di Melfi e dalle sue produzioni d'avanguardia.
Il punto è proprio questo. La visita di Renzi è una visita alla Basilicata, per dar credito al ruolo di questa regione in uno scacchiere non solo meridionale. Non credo. O è una visita di cortesia a chi ha avuto la genialitá di scegliere Melfi per la nuova e moderna fabbrica di automobili?  A ciò che il sistema Fiat rappresenta, in una dinamica internazionale. Cosa dalla quale la Basilicata non trae un vantaggio decisivo per il suo destino, non solo occupazionale.
Ecco la questione, certamente politica. D'altro canto un riscontro importante a tutto questo viene dal lavoro di Marcello Pittella che ha tentato in tutti i modi di convincere il capo del Governo a dare ai lucani la sensazione che la sua presenza a Melfi potesse avere il carattere di una sottolineatura del peso specifico della Basilicata. Del ruolo importante di questa terra non solo in campo energetico, ma anche per il significato della sua storia. Del suo presente. Delle risorse di cui dispone. Dei cervelli che ha. Pittella non è riuscito nell'impresa. Speriamo che le cose vadano meglio una prossima volta.
Tra i primi commenti alla visita quello di Piero Lacorazza, presidente del Consiglio regionale lucano,  su Facebook. Un commento che condivido solo in parte. 
Per quel che la visita di Renzi sta a indicare, non si tratta del superamento di antichi preconcetti sicchè Cristo sarebbe andato ben oltre Eboli. Non è andato e non andrá fintanto che non esisterá nel Paese una valutazione obiettiva di cosa potrá significare per i lucani essere in una dimensione autenticamente nazionale.
Del resto, tra la visita di Zanardelli e quella di Renzi il divario non può essere legato soltanto alla cancellazione di quella marginalitá tipica degli inizi del Novecento. Il dato fortemente negativo per la Basilicata appare accentuato oggi dal fatto che tra le aree del Sud questa regione continua ad avere una serie di primati negativi tali da pesare assolutamente sul suo ruolo. Sul suo sviluppo. Sulle proiezioni dell'economia in un futuro non lontano.
La terra dei "comitatini" contro le trivelle, degli ex pastori che non si rassegnano alle modificazioni del petrolio mette in evidenza un dato, tutto politico: la Basilicata è un non senso in Italia, almeno nel giudizio di Palazzo Chigi. Se recupera qualche punto a suo favore lo deve soltanto al peso economico e alla presenza della Fiat a Melfi. Se non ci fosse la Sata sotto l'egida di Marchionne, ma che ragione avrebbe avuto un presidente del Consiglio dei Ministri a far visita ai lucani? Certo, bisogna chiedersi di chi è la responsabilità se tutto ciò purtroppo accade, con o senza Matera 2019. 

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