venerdì 1 maggio 2015

IL MONDO DI OPHELANDIA, UN MIX DI MEDICINA E DI SPETTACOLO



                           
                I pazienti - attori del mondo di Ophelandia (foto da Internet)

Che il teatro riesca a portare la vita reale sul palcoscenico è un dato abbastanza evidente. Il teatro in certi casi va addirittura in soccorso di  emarginati, di portatori di malattie mentali, di disturbi psichici. E ciò  davvero rappresenta una conquista straordinaria, e forse inaspattata fino a qualche tempo fa, di quel delicato settore della medicina cui compete di studiare a fondo la mente umana con tutti i suoi risvolti. Con tutte le proiezioni sulla vita di ciascuno dei pazienti e sul comportamento individuale.
Questo l'obiettivo del centro socio educativo Ophelia, una struttura complessa che opera a Potenza  in stretto collegamento con la Asp. Difatti, "Il magico mondo di Ophelandia" è lo spettacolo teatrale che ha consentito di mettere in scena anni di sperimentazione, per il recupero di un buon numero di persone affette da patologie psichiatriche. Persone non solo da guarire, da recuperare in maniera esauriente, ma da inserire a pieno titolo nella vita normale. Nel mondo della famiglia e del lavoro e in quella societá dalla quale i pazienti si sentivano magari esclusi, allontanati. Messi ai margini. Il manicomio per queste persone era un mostro, per fortuna annientato con la legge 180.
"Ecco perchè il magico mondo di Ophelandia è quasi un miracolo" commenta soddisfatto il dottor Angelo Laieta, dirigente responsabile del centro di Igiene mentale, che ha condotto la sperimentazione per mesi interi accanto a Ilaria Bavuso e all'equipe medica con un impegno quotidiano. 
Ottimo risultato. Il lavoro per allestire lo spettacolo ha creato nei pazienti un'attesa pari  a un evento straordinario che li avrebbe coinvolti. Come li ha coinvolti, dimostrando in molti casi la loro piena capacità. 
La fiaba messa in scena, l'eterna favola di Biancaneve, equivale a uno spaccato della vita: semplice e banale da un lato. Ma per altro verso ricco di problemi, di sollecitazioni. Finanche di promesse. 
Biancaneve rispecchia, in fondo, la Basilicata dei boschi e del petrolio, la terra in cui tanti hanno vissuto e realizzato  le loro attese. Anche i sogni, molti dei quali sono però svaniti perché questa terra è stata sottratta ai suoi abitanti e regalata alle trivelle che rappresentano un mondo gigantesco, con guadagni da capogiro per chi lo gestisce. E non certo per le popolazioni.
Questo mix di ambiente e petrolio, sul palcoscenico di Ophelandia,  in fondo richiama le coscienze alla vigilanza, e gli attori stessi ne sono consapevoli. Sullo sfondo l'impegno di Legambiente a dare alla rappresentazione un carattere di realtà allo specchio.
"I pazienti hanno bisogno di essere accolti, stimati, amati da parte della societá che deve consentire loro il pieno recupero. Una prima tappa è stata raggiunta. Un primo tassello è stato fissato. Ora si guarda avanti - prosegue Laieta - con altre iniziative e altri momenti per inquadrare chi ha bisogno in una dinamica di scelte che dalla medicina si spingono fin sulle soglie del quotidiano. Anzi operano concretamente nel quotidiano. Uno spazio in cui c'è posto davvero per tutti."

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