mercoledì 6 maggio 2015

IL PARCO DELL'APPENNINO A EXPO 2015


                                
           Parco Appennino lucano - La sede (veduta aerea) Foto R. De Rosa

   In vista della sua presenza a Expo di Milano il Parco nazionale dell'Appennino lucano Val d'Agri Lagonegrese si veste di un abito dai mille colori. Nel senso che si attrezza a predisporre davvero una vasta gamma di iniziative, di scelte, di progetti pur di avere un peso nella esposizione internazionale finalizzata al tema del cibo e della vita sul pianeta. Certo, il contenitore è di tutto rilievo e per giunta tale da dare risalto solo a eventi di grande portata, destinati a non soccombere nella Milano dell'esposizione. 
   Prodotti tipici, salumi, olio, vino, acqua, fagioli ecc. inseriti tutti in una miriade di promozioni studiate per richiamare sul parco della Val d'Agri l'attenzione di un pubblico qualificato e        di operatori turistici di livello non solo italiano. Con un calendario di tutto rispetto, articolato anche sul territorio  con la partecipazione di strutture e di soggetti specializzati nel campo della comunicazione. E ciò allo scopo di rendere il messaggio efficace e incisivo al massimo. La cordata dei comunicatori è capeggiata non a caso da CK Associati. 
   La questione di fondo è e rimane tuttavia una sola: come comunicare al mondo la Val d'Agri, la valle verde che agli occhi di Expo, dice il Presidente Totaro, non deve apparire soltanto come la valle del petrolio. Anzi, bisogna trovare a tutti i costi un lancio, uno spot che metta in  second'ordine il petrolio e faccia valere l'immagine della Valle, quella della biodiversitá e del Parco. Esorcizzando le negativitá e ponendo in prima fila i dati positivi, in effetti. L'immagine di sempre. La valle verde come era e si presentava quando le trivelle non esistevano e il territorio non brillava di notte di quelle luci, belle a vedersi, ma che stanno a indicare scenari ben diversi dalla semplice immagine delle torri sparse qua e lá, anche in pieno Parco. Perforazioni, si sostiene, autorizzate prima che venisse indicato il perimetro dell'area protetta.
   In ogni caso, il gran fervore per i preparativi in vista di Expo sta a indicare uno sforzo enorme, da parte della equipe dell'Appennino lucano,  ma che probabilmente non riuscirá a porre in evidenza il lavoro di questi anni in difesa del territorio, a garanzia delle popolazioni, nell'unico interesse di  vaste aree dove ci sono ancora agricoltura biologica, coltivazioni di pregio, attività rurali da non sottovalutare affatto. Anzi da far vivere nonostante il petrolio ed i pozzi di reiniezione. Nonostante i rischi di inquinamento che non ci si può nascondere.
   La vera sfida dovrà consistere, dunque, nel mostrare un parco sentinella, all'altezza della posta in gioco. Un parco capace di affrontare a testa alta questo difficile banco di prova in cui dovranno sintetizzarsi volontá politiche e progetti di alto livello. Insomma, un parco che produce non solo turismo di qualitá ma beni di consumo e lavoro. Un parco che ha al suo interno un Osservatorio dell'ambiente dal quale ci si aspettano indicazioni e suggerimenti utili per preservare questa fascia di territorio da una serie di danni che potrebbero rivelarsi assai pericolosi, una volta cessata l'attivitá estrattiva. 
   Badare al futuro mi sembra una delle strategie vincenti per un Parco nazionale capace di guardare al domani. E non solo ai temi dell'oggi, dominati dalla vetrina di Expo 2015.

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