martedì 12 maggio 2015

EMERGENZA PROFUGHI, NON BASTA DISTRUGGERE I BARCONI

Occorrono misure da parte dell'Europa

Inutile alimentare facili illusioni: l'Europa non ha interesse a intervenire, in modo risolutivo e commisurato alla gravitá della crisi, nella delicata questione degli sbarchi di profughi in Sicilia. 
Capi di Stato e di governo di vari paesi europei continuano a  non manifestare una volontá forte e decisa per contribuire a risolvere  con l'Italia il nodo terribile degli sbarchi: la vera emergenza del terzo millennio. Quella emergenza epocale che dimostra il livello di sgretolamento del continente nero, il degrado civile di intere regioni dell'Africa, la fuga di milioni di persone  dalle guerre, dalla miseria e dalla fame. Al punto che Federica Mogherini si vede costretta a chiedere un intervento armato per distruggere i barconi che dovranno trasferire migliaia di disperati dalla Libia, e non solo, in Italia. 
Soluzione estrema con il rischio che tutto sia inutile. Non è possibile chiedere nè all'aviazione nè ad altri di distruggere giorno per giorno i mezzi con i quali gli scafisti trasporteranno la gente in fuga. È un errore di valutazione, con il rischio di aprire la strada a una lotta senza fine contro dei mulini a vento. 
Ci sono oltretutto migliaia di bambini, arrivati nel Mezzogiorno, ai quali oggi si tenta di dare una identitá. Bambini senza genitori, privi di qualunque documento, impossibilitati a essere identificati se non con i mezzi della scienza medica che consente di risalire ad una data approssimativa della loro nascita. 
Per giunta non una sola parola dalle organizzazioni che si occupano, a livello internazionale, delle adozioni. Silenzio assoluto, ad esempio, da parte del GVS, il gruppo internazionale presente a Potenza nella chiesa di Sant'Anna, capace di muoversi su vasta scala per affrontare il nodo adozioni dialogando con le autoritá dei paesi africani. Con capi di stato e di governo. Quindi ai massimi livelli. E non è poco. 
Vedremo quale sará la presa di posizione del GVS di Potenza in occasione della ormai imminente giornata  delle famiglie, che si celebra ogni anno a metá giugno. C'è da sperare in una energica presa di posizione per quanto si riferisce al problema dei minori. Ma non solo. Anche per la vicenda del ruolo dell'Europa nell'attuale fase. Un'Europa assente o, meglio, inesistente soprattutto sotto il profilo delle politiche dei singoli Stati membri.
Scuotere i vari paesi del vecchio continente perchè possano assumere un ruolo attivo e dinamico nell'attuale questione  non è operazione facile. Le energie dell'Italia non sono contenute e racchiuse semplicemente tra le mura di Palazzo Chigi o del Quirinale. Ma risiedono anche altrove. E in un momento di estrema gravitá, come quello che stiamo affrontando, vanno messe in campo, tutte nessuna esclusa, se si vuol puntare a invertire la rotta degli sbarchi ormai senza fine che rappresentano davvero un evento epocale, una svolta terribilmente negativa, destinata a pesare sull'Italia, purtroppo soltanto sul nostro Paese. 
Il problema di fondo riguarda, nella prospettiva del medio lungo periodo, la possibilitá di sfamare milioni di persone, di garantire un futuro a tanti bambini, di sapere che una integrazione vera di questi profughi nella nostra società appare oggi difficile, per non dire impossibile soprattutto poi nell'arco di diversi decenni quando il fenomeno avrá assunto  proporzioni tali da rivelarsi per quello che realmente è. E non solo per quello che appare oggi, alla luce dei singoli sbarchi ai quali si cerca di attribuire un peso molto relativo e certamente inferiore alla reale portata di un evento di assoluta gravitá. Forse il più allarmante nella storia del Bel Paese. 

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