domenica 3 maggio 2015

BASILICATA PROGETTO PAESE



 Cosa impedisce alla Basilicata di diventare anch'essa un progetto Paese?  Certo, un progetto di dimensioni diverse rispetto a quello che Milano di Expo 2015 ha collocato in una vetrina mondiale, mettendo sotto gli occhi di tutti i temi del cibo, dell'acqua, dell'energia.
Questa piccola ma non insignificante regione del Mezzogiorno, che molti confondono con la Lucania antica e moderna, ha risorse da vendere e le vende tuttora a una comunità nazionale spesso incapace di rendersene conto. Ha il primo giacimento di petrolio in terra ferma in Europa. Ha acqua e risorse naturali da fare invidia a territori ben più conosciuti e apprezzati in campo nazionale. E ben piu ricchi. Ha dei parchi nazionali e regionali che non sono semplicemente un banco di offerta natura dove poter vendere e acquistare risorse, beni immateriali. E' la terra di Matera 2019, un sfida che il Sud lancia al sistema Paese quando sottolinea certe qualità e certi requisiti davvero irripetibili.
Sta per vedere la luce in queste settimane un numero monografico della Rivista On line Appennino lucano, dell'omonimo Parco nazionale, in cui c'è un concentrato di ambiente, cultura delle aree protette, strategie di sviluppo eco compatibile, senza escludere la grande sfida di Expo alla quale la Basilicata prende parte con dignitá e vera cognizione di causa.
Fare di questa Rivista il volano per la circolazione di messaggi e di idee, ma anche di progetti di rilievo, mi sembra cosa da non sottovalutare e credo che lo staff dirigente ( Fogliano - Totaro e lo stesso direttivo) riconoscano l'efficacia di una scelta del genere. 
La circolazione di idee e di messaggi, tipica di questo strumento, apre le porte a una diversa capacitá di far valere non solo le risorse a disposizione, quanto l'attitudine a renderle propositive con un strategia di medio lungo periodo davvero efficace.
Il patto con i colossi del petrolio (si è detto  a Muro lucano) non può vedere la Basilicata soccombere. La battaglia che questa terra porta avanti consiste in un momento di grande tensione sociale anche per il riconoscimento di studi  sul rapporto ambiente salute, un bagaglio con con cui ci si propone nei confronti del Paese come un punto di riferimento per le patologie ambientali. Non è poca cosa. Se esiste, beninteso, la volontá politica. 
I temi dunque sono tanti. Il petrolio in prima battuta rappresenta la questione numero uno, il vero banco di prova  per una gestione all'altezza delle sfide in atto. Il Parco dell'Appennino è una risorsa da non far cadere nella routine burocratica, o in un modo di considerare le cose appiattito su metodi di gestione che finirebbero per svuotare di contenuti il lavoro portato avanti per anni, sin dall'inizio di questa grande avventura. Cosa della quale va dato atto a chi ha creduto nell'ambiente come risorsa strategica. Come potenziale motore di uno sviluppo duraturo.
L'Appennino è una miniera di scelte da compiere di alto profilo, le uniche che possono rappresentare davvero un sistema economico solido  e un insieme di strategie vincenti. La linea di fondo del Parco è stata sempre questa: far valere scelte precise nei confronti delle stesse compagnie e del mondo dei petrolieri. Con la piena consapevolezza che le sfide sono tante e incalzanti. Il petrolio per la Basilicata non può diventare l'inizio di una perdita di quota irreversibile, una sorta di resa senza condizioni. Una debacle senza ritorno. 

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