sabato 9 maggio 2015

IL DRAMMA DI FABIO, UN GIOVANE COME TANTI



“Mi chiamo Fabio, ho 21 anni. Voglio raccontare la mia “esperienza” negativa che ho avuto con la Giustizia; voglio raccontarla perchè non mi sembra così tanto giusta, anche se c'è da dire prima di tutto che io ho commesso dei reati dei quali è giusto che io paghi e sconti una pena.”
Si apre con queste parole la lettera di un giovane che si rivolge al Garante per l'infanzia e l'adolescenza, il prof. Giuliano, con lo scopo di far conoscere la sua esperienza, dura e difficile. Un marchio indelebile in grado di condizionare la sua vita di giovane e il suo futuro di uomo.
Fabio ammette di avere sbagliato da ragazzo: “Tutto ha inizio a 14 anni, quando vengo denunciato a piede libero, dopo aver confessato di avere commesso dei reati.”
Dopo la denuncia i carabinieri lo arrestano: cinque lunghi mesi trascorsi nel carcere minorile di Bari, dove tra l'altro – precisa Fabio – gli viene approvato un progetto di messa alla prova. Attività che dovrebbe consentire una sorta di verifica, una prova appunto per accertare il suo grado di “ritorno alla normalità”. Attività che Fabio svolge successivamente nella sua abitazione per la durata di oltre un anno. Intanto commette un altro reato e il Tribunale Ordinario lo condanna a due anni e quattro mesi con la sospensione condizionale della pena e la sospensione del progetto di messa alla prova. Il sogno s'infrange; prima amara delusione.
Al di là di tutto Fabio è finalmente libero. Progetta il suo futuro, il suo domani, con un lavoro. Una vita normale come quella di tante altre persone. Ma la realtà è diversa. I procedimenti penali a suo carico, per i reati commessi da minorenne, vanno avanti e sfociano in una condanna a quattro anni e sette mesi di reclusione, dopo quattro anni di libertà assoluta. In questo arco di tempo, tuttavia, il giovane precisa di non avere commesso alcun reato. E di essersi impegnato anche nel lavoro: un contratto da pizzaiolo che gli consente di sentirsi come gli altri e di lasciarsi alle spalle esperienze negative, frutto di superficialità, di leggerezza, di mancanza di una guida forte e responsabile. “Ho anche una relazione sentimentale molto importante che spero di non distruggere...” precisa con comprensibile soddisfazione.
Per i reati commessi da ragazzo, Fabio è stato rinchiuso nel carcere minorile di Potenza. Lui maggiorenne ormai, in attesa di poter chiedere, grazie alla sua buona condotta, “un affidamento in prova per continuare a lavorare ma soprattutto per non perdere tutto quello che ho costruito in questi anni.”


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