martedì 28 ottobre 2014

I BUCHI NERI DELLA VITA ITALIANA



Il 28 ottobre ha sempre lasciato tracce profonde nella storia italiana. Ieri la marcia su Roma fu il primo passo per la conquista dell'Italia da parte di Mussolini. Oggi, un evento senza precedenti caratterizza la difficile vita democratica di questo Paese: per la prima volta giudici, avvocati e pubblici ministeri hanno interrogato il Presidente della Repubblica in ordine alla "presunta" trattativa Stato mafia. Pura coincidenza, si dirà. 
L'interrogatorio è un evento sul quale pesa come un macigno il silenzio imposto dal Quirinale blindato, come lo hanno definito alcuni commentatori. I quaranta partecipanti hanno dovuto, infatti, consegnare in portineria, cellulari, tablet, computer e qualunque altro oggetto potenzialmente capace di far sentire o vedere all'esterno quanto stava accadendo nel bellissimo salone d'altri tempi, smagliante di luci e di un lusso sfrenato che ha accolto i partecipanti.
Certo, un resoconto sarà diffuso, ma non si sa bene quando.
Da cosa nasce l'estremo riserbo? Da eventuali pericoli rappresentati dal possibile diffondersi di  commenti sull'interrogatorio di Giorgio Napolitano o dal timore che la democrazia potesse prevalere e impossessarsi della sua funzione primaria, vale a dire quella di far partecipare, di coinvolgere l'opinione pubblica nazionale e internazionale e soprattutto  di informare?  Ipotesi nient'affatto fantasiosa. Napolitano non ha mai pronunciato la parola trattativa, riferiscono alcuni dei presenti, parola  che certamente potrebbe mettere a nudo quegli scenari che il processo di Palermo sta cercando faticosamente di chiarire. Parlare di trattativa avrebbe significato, inoltre, ammettere l'esistenza dei fatti, interpretare in un certo modo la lettera del defunto consigliere D'Ambrosio. E in fin dei conti dargli ragione.
In questo caso non è da sottovalutare il possibile ruolo dell'opinione pubblica che Renzi, in ordine ad altre questioni, considera marginale. Non vincolante. Ma che Giorgio Napolitano riesce a temere, finanche. Se non a considerare fondamentale. Essenziale. Determinante in tutto e per tutto. Ecco la differenza tra un giovane e un vecchio.
Non rimane dunque che attendere, fidando nella completezza delle registrazioni trasmesse dai tecnici del Quirinale alla magistratura palermitana.
Nelle case degli italiani, in queste ore e in questi giorni, si commenta inevitabilmente l'interrogatorio reso dal Capo dello Stato. E credo non sia difficile immaginare quale sia l'idea predominante che gli italiani hanno di questo evento di cui si parlerà a lungo.
Certo, la memoria del passato non inganna. Basterebbe chiedersi perché Napolitano era uno dei maggiori avversari di Berlinguer, proprio mentre lo storico segretario accennava a possibili aperture a una democrazia rinnovata. E irrobustita. 

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