giovedì 4 gennaio 2024

SETTANT'ANNI DI RAI, ANCHE IN BASILICATA




Pienamente giustificato l’orgoglio con cui si celebrano i settant’anni della RAI mentre scorrono sui monitor,  e sui televisori nelle case degli italiani, le immagini della miriade di programmi andati in onda nelle diverse stagioni della vita del Paese. 

Perché giustificato l’orgoglio? Per un motivo anzitutto: la RAI è l’azienda che vanta le migliori esperienze e le personalità di maggiore spicco nel campo dello spettacolo, della cultura, del giornalismo. Un vero e proprio bagaglio di risorse umane come nessun’altra realtà. Un arsenale infinito con collegamenti ai molteplici aspetti della vita reale.

Si sostiene che la Rai in Basilicata è artefice della modernizzazione di questa terra. Vero soltanto in parte. Forse è esattamente il contrario. L’azienda di Viale Mazzini ha dovuto raccogliere e dare voce in questa realtà alle mille istanze provenienti dalla gente, dai ceti sociali più deboli, dalle fasce maggiormente esposte a rischi di tracollo. Dai giovani. In molti casi si è trovata nella necessità di doverlo fare per una ragione: evitare di essere completamente disgiunta dalla molteplicità delle componenti della vita quotidiana. Un universo a sé, in definitiva. 

All’inizio della presenza RAI sul territorio, sarà utile ricordarlo, la Basilicata è stata l’appendice di radio Bari, l’emittente che in Puglia riscuoteva grande successo. Poi soltanto a partire dal 25 maggio 1959, sono iniziate da Potenza le trasmissioni radiofoniche con il Corriere della Basilicata e la voce di Nanni Tamma annunciatore barese d’origine, trapiantato in Basilicata per dare voce, è appunto il caso di dirlo, a questo notiziario totalmente diverso per contenuti, impostazione politica e ideologica, rispetto ai criteri ai quali oggi è chiamata a obbedire l’informazione, su scala nazionale e locale. Di pari passo Il Lucaniere rotocalco della domenica, un po’ di battute, un po’ di musica, qualche sketch per far “divertire” i lucani, fino al 15 dicembre del 1979, data del primo TG 3, non ancora TGR.

Rivedo i testi di quel primo Corriere firmato da Guido Martis caporedattore e direttore della Sede, giunto da Cagliari. Sembra la favola raccontata ai bambini. Oltre all’annuncio d’inizio delle trasmissioni, scarne notizie, nessun riferimento ai tanti problemi del mondo del lavoro, agli equilibri ambientali. Alle prospettive che si aprivano per i lucani. Eppure ci si lasciava alle spalle una durissima stagione di lotte contadine per la terra mentre andava crescendo la speranza di un domani diverso. Nemmeno un cenno a quegli eventi che avevano segnato la storia.

A sottolineare la solennità  della giornata  due carabinieri in alta uniforme davanti all’ingresso della Sede Rai, in via della Pineta a Potenza. Non una sede, ma un grande appartamento al primo e secondo piano di un edificio nel centro storico della città. LA RAI in Basilicata non ha mai avuto una sede propria, altra questione non secondaria che la dice lunga sul perché la sede non è stata mai una priorità, nonostante l’enorme esborso di denaro per il fitto dei locali.

Da quel 25 maggio tanti eventi si sono succeduti.  Una società civile sempre più consapevole ha chiesto in questi decenni un impegno a proiettare le vicende locali di grande rilievo nello scenario nazionale. 

La val Basento con la mancata reindustrializzazione si è trasformata sempre più in una fabbrica di veleni inserita nella mappa nazionale dei siti più inquinati. Il terremoto del 23 novembre. E poi la rivolta di Scanzano contro il deposito nazionale di rifiuti nucleari, un richiamo forte a non trascurare la Basilicata. Questione purtroppo tuttora in piedi.  

E ancora la frana di Senise, con otto vittime,  la scomparsa di Elisa Claps, una tragedia senza fine di cui si continua a parlare grazie al contributo di Chi l’ha visto?  la trasmissione di Federica Sciarelli. Doveroso riconoscere il ruolo della RAI, oltretutto con la bellissima fiction Per Elisa in tre puntate su RAI Uno, lo scorso autunno.

Attualità, scienza, spettacolo: orizzonti che si intrecciano in un mix di proposte per conoscere e far conoscere le mille realtà del Paese. Questa per grandi linee è la RAI a settant’anni dal 3 gennaio del 1954. 


   

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