Non è semplicemente il mondo dei più giovani, dei bambini, dei ragazzi. La scuola è piuttosto l’universo della società civile in cui si fondono attese e prospettive di crescita umana, sociale. Economica. In cui si mettono a punto progetti di studio e di ricerca, da portare avanti poi nelle sedi opportune. Un gigantesco laboratorio, in definitiva.
Alla luce di tutto questo, il dimensionamento scolastico sembra essere una parola fuori luogo. È in realtà una minaccia poiché rappresenta un balzo nel passato, quando l’istruzione non era per tutti. Ma soltanto appannaggio per pochi. Magari per chi viveva in città, e non per quanti abitavano le campagne, i centri rurali.
Una burrasca il dimensionamento, imposto da situazioni spesso oggettive dovute al forte calo della popolazione scolastica e a una miriade di vicende da non sottovalutare.
Andranno tagliate in Basilicata ben 24 posizioni di dirigente, ma non sarà chiusa una sola aula, comunica il responsabile del lavoro e attività produttive, Michele Casino il quale fa notare l’importanza di un diretto coinvolgimento delle due province lucane, finora assenti, sottolinea inoltre l’esponente del governo regionale.
Il tema è di natura strettamente politica: non si può parlare di territorio senza la cultura dello sviluppo e della sua qualità. Il rischio peggiore in questo caso deriva dalla genericità delle misure messe in campo per decenni quando alle “sforbiciate” non badava nessuno giacchè non erano prevedibili e non apparivano nemmeno ipotizzabili, anche alla luce delle più acute previsioni. Peraltro, una scuola falcidiata dall’assenza di risorse idonee e privata della sua capacità di incidere sulla formazione dei giovani e dei docenti sarebbe una risposta sbagliata e dannosa.
Michele Casino ha messo in campo un impegno straordinario, capace di far fronte alle ristrettezze del momento, informa una nota dell’Ufficio stampa dell’esecutivo regionale valutando tutti i passaggi della complessa questione.
Sicchè almeno per l’anno in corso c’è da stare tranquilli senza, tuttavia, abbassare la guardia che deve rimanere sempre molto alta, commisurata agli scenari tutt’altro che rassicuranti dell’oggi e del domani soprattutto.
Dare garanzie alla scuola significa assicurare un futuro alla comunità, alla sua emancipazione riuscendo a incidere sugli scenari di una cultura dinamica ed efficiente soprattuto nell’ambito dei grandi cambiamenti che non potranno essere dominati dalla sola intelligenza artificiale. Fuori dubbio.
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