110 lavoratori licenziati con mail, nell’area industriale di San Nicola di Melfi. Sono le maestranze di due aziende dell’indotto Stellantis alle quali sono state sospese le commesse, mentre il processo di riconversione verso l’elettrico si muove tra mille difficoltà.
La maxi vertenza, come è stata definita, suscita preoccupazione e allarme, proprio in quella che rappresentava fino a qualche tempo fa una realtà industriale con posti di lavoro non in bilico e comunque legati al primato di Melfi nelle strategie produttive nazionali.
A sottolineare la gravità della decisione e le sue ripercussioni a cascata sul territorio è la scelta di trasferire il tavolo proprio nel comune della città federiciana e di interpellare durante le manifestazioni il ministro delle imprese, Adolfo Urso, sui provvedimenti da adottare da parte del Governo. Da non sottovalutare, inoltre, la presenza dello stesso responsabile regionale delle attività produttive, Michele Casino, nel corso delle manifestazioni a San Nicola.
Man mano che ci si muove verso l’elettrico, Melfi accusa il colpo legato alla difficoltà di essere al passo in maniera idonea con i delicati processi di cambiamento di rotta. I problemi del mercato e quelli dell’indotto marciano di pari passo, mentre non va sottovalutato il tema dell’approvvigionamento di materiali alle aziende dell’area che operano per Stellantis. Questione delicata e determinante nello stesso tempo. Non si era mai verificata in passato una chiusura della fabbrica estesa all’intero arco delle festività natalizie, senza considerare le tante sospensioni della produzione a singhiozzo.
Le maestranze rivendicano oggi il ruolo delle istituzioni, considerandolo prioritario per qualunque risposta alla crisi in atto. Obiettivo importante. Le istituzioni sono la vera ragion d’essere alla base di una presenza stabile del grande insediamento produttivo nell’area in cui opera Stellantis e dalle istituzioni si attendono risposte in grado di garantire il prosieguo delle attività e la salvaguardia dei posti di lavoro. Sicchè Regione Basilicata, Enti territoriali, Governo e forze sociali rappresentano, oggi come in passato, l’unica garanzia per il territorio. Così è avvenuto dall’inizio della presenza della Fiat in Basilicata e su questo terreno ci si dovrà muovere obbligatoriamente.
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