martedì 3 maggio 2016

LA SCALATA AL 2019



Archiviata la visita del Presidente Renzi a Matera, ora si ritorna a guardare al 2019. Tappa obbligata, sia politicamente, sia soprattutto dal punto di vista degli scenari da disegnare, rapportandoli a un'unica esigenza: il valore internazionale della cittá e il salto di stile che l'attende. Non ci sono altre strade, nè differenti soluzioni. 
Il binomio scienza cultura è intanto un percorso obbligato. Giacchè in una situazione del genere non è la sola Basilicata a scendere in campo e a sentirsi rappresentata. Sarebbe un grave errore.  La partita, importante e complicata insieme, riguarda il paese e il Meridione in particolar modo. L'avventura di Matera coinvolge davvero tutti, questa volta. Non c'è petrolio che tenga, non valgono i distinguo, meno che mai i progetti di piccolo cabotaggio nè le contrapposizioni varie. Il fischio d'inizio della partita dovrebbe avere allertato  un po' tutti. Tutte le forze attive debbono scendere in campo e schierarsi senza temere assolutamente nulla. E tra le forze attive c'è l'Universitá della Basilicata, prima di ogni altra entitá. Prima di tutto. 
Il 2019 è un grandissimo banco di prova. Ne è consapevole Aurelia Sole, nella sua duplice veste di rettrice di un ateneo da rilanciare a tutti i costi e di presidente della Fondazione Matera 2019. Ne è consapevole Marcello Pittella, alla guida di una regione dalla quale dipendono molte delle possibilitá di una svolta per una parte del Paese reale fino a ieri colpevolizzata oltre ogni misura. E ritenuta responsabile di quell'assenza di iniziative che hanno pesato su tanta parte della vita di ciascuno dei soggetti che vivono nelle cittá piccole e grandi di un Sud, considerato inspiegabilmente amorfo e parassitario. 
A differenza delle altre volte, ora non si scherza. Il Presidente Pittella ha ben chiara l'entità della posta in gioco e la responsabilità che ne consegue.  Il suo discorso a Matera e, ancora di piú, il suo intervento nella conferenza stampa alla vigilia della visita di Renzi dimostrano la consapevolezza che la partita si gioca questa volta su un terreno ampio e quanto mai insidioso, per molti versi. Con mille avversari che Pittella definisce amici e nemici, dentro e fuori dal PD. Disseminati praticamente ovunque. 
Nemici che non sono i soli avversari interni o esterni alla formazione di cui il Governatore fa parte. Ma che sono probabilmente, anzi certamente, nelle cose del giorno per giorno a livello nazionale e non solo.
Ecco perchè Renzi ha scelto Matera. Se avesse optato per una visita a Potenza, capoluogo di regione, non sarebbe stata la stessa cosa. Per nulla. Il presidente si sarebbe caricato di una insipienza politica autolesionista e anacronistica, sotto ogni profilo, che non si può dire gli appartenga neppure in minima parte. 
La Rettrice dell'Ateneo si muove sul terreno della proiezione verso orizzonti nuovi e inediti della piccola, ma non insignificante, universitá di cui è alla guida. 
Lo stesso vale per il sindaco della città dei Sassi, definizione questa che comincia a non calzare più, data la portata di Matera oggi.
Insomma occorre una rivoluzione forse imprevedibile, dati gli scenari con i quali ci si misura. Una rivoluzione che sia tale davvero nel protagonismo, nella efficienza, nell'idea di Stato, fino a dovere apparire come una operazione di grandissimo respiro, addirittura senza precedenti nella Basilicata di ieri e in quella di oggi. 

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