martedì 17 maggio 2016

IL BOSCO, SCENDONO IN CAMPO LE IMPRESE



                                                   
                  Uno dei cantieri della Rueping sul Pollino

Da sempre la grande e media imprenditoria, senza escludere la piccola, ha operato considerando il bosco come insostituibile elemento di interesse economico. Si sono moltiplicate negli anni le imprese boschive, soprattutto in Italia e ancor di più nel meridione, spesso con notevoli vantaggi che hanno consentito addirittura ai vari operatori di raggiungere elevati livelli di disponibilitá di capitali. Con riflessi positivi sulle situazioni personali. Intere famiglie hanno assistito a un cambiamento radicale della loro posizione economica.
A partire dai primi anni Quaranta la tedesca Rueping, un colosso internazionale nel settore, realizzò il più grande disboscamento mai attuato in Italia lungo le pendici del massiccio del Pollino, tra Calabria e Basilicata, all'epoca non ancora Parco nazionale storico del Sud.
Gli esiti furono devastanti per il bosco, quando l'unico obiettivo era il lavoro, in una situazione di miseria spesso generalizzata e senza paragoni. A Monte di Saracena, ma anche nel versante lucano, intere famiglie di boscaioli abitavano nelle casette di legno per lunghi mesi, anche nei rigidi inverni, impegnate nei lavori della societá tedesca.
Difatti, quando si parla di Rueping, la mente va a una operazione non solo di natura imprenditoriale, ma piuttosto socio economica che ha segnato la vita del complesso montuoso calabro lucano e delle sue popolazioni. 
L'editore Rubbettino se ne occupa in una pubblicazione che vedrá la luce tra breve: Storie di Parchi. E il sindaco di San Severino lucano, Franco Fiore, ritiene sia questa una occasione importante per affrontare i nodi sociali e culturali legati alla vita del Pollino. Ma non si ferma qui. Riscoprire i sentieri, le logiche imprenditoriali, i luoghi dei cantieri della Rueping è una operazione che deve vedere il Parco in prima linea, sostiene Fiore. Cultura e storia marciano insieme.
Oggi il bosco è un attrattore turistico, e insieme un punto di  approdo delle scelte politiche delle regioni. Il caso della Basilicata non va sottovalutato. Tra le righe del Piano di Sviluppo Rurale, l'assessore alle politiche agricole - Luca Braia - colloca quella che definisce una forestazione produttiva ed efficiente, in cui i temi della salvaguardia del suolo appaiono strettamente legati alle prospettive di lavoro e di espansione delle aree interne grazie alla presenza del bosco, senza escludere i temi di un turismo ecologico, della ricerca scientifica in sintonia con le università meridionali e l'attivitá imprenditoriale specifica. 
Il recente convegno sui sette anni dal terremoto dell'Aquila ha consentito a Gr Sistemi (un'azienda di Tito Scalo, a qualche chilometro da Potenza) di ripercorrere l'iter degli insediamenti in legno, più sicuri di vecchi e nuovi palazzi in cemento armato, in un'area così duramente esposta al rischio sismico.
"Creare una cultura del bosco" osserva convinto Egidio Gioscia, tecnico esperto nelle costruzioni in legno, principale protagonista di quel fermento che anima le aziende del settore nel loro rapporto con le regioni e il Governo nazionale.
"Occorre una regolamentazione unica della materia - prosegue - anche in vista dell'attuazione del piano di filiera del legno,  giá esistente da anni che spetta alle regioni attuare, in relazione al proprio specifico."
Insomma, il bosco offre concrete posaibilitá di crescita, di lavoro e di sviluppo. "Il futuro non sará il petrolio ma il bosco" conclude fiducioso Gioscia. E c'è motivo di credergli.
      

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