sabato 30 aprile 2016

IL PATTO BASILICATA - RENZI



                       
        La conferenza stampa del Presidente della Regione, Pittella   (foto R. De Rosa)

La sete di denaro, che ha oggi la Basilicata per dare risposte certe ai principali comparti della vita sociale e  produttiva, marcia di pari passo con l'esigenza di un peso politico qualificato nei confronti del governo centrale e dell'opinione pubblica nazionale. Questa è dunque la vera sfida del terzo millennio che ha un nome affascinante, il piano per il Sud, dotato di tutta l'efficacia e di quella carica di realismo necessarie per aprire a questa regione prospettive qualificanti, comunque vadano le cose, anche nella ipotesi delle macroaree delle quali si ritorna a parlare di tanto in tanto. Sommessamente.
La  conferenza stampa del Presidente della Regione, Marcello Pittella, alla vigilia della visita di Renzi fa riflettere. Conferenza nel corso della quale sono emersi cifre e numeri di rilievo dominati, tuttavia, da un bisogno di considerazione e di apprezzamento, in un'ottica nazionale, di cui non è possibile fare a meno, pena una inarrestabile perdita di quota e un ritorno al passato dalle conseguenze non certo difficili da prevedere.
Il traguardo sembra tuttavia non essere lontano. Tutt'altro. Dati alla mano - ha sottolineato Pittella - i comparti lucani per misurare l'atteso cambiamento di rotta sono  cinque: Infrastrutture, Ambiente, Sviluppo, Turismo, Welfare e legalità. 
Oltre ai numeri ( uno per tutti: 4 miliairdi in un certo arco di tempo alla Basilicata), ciò che acquista peso  è la contrattazione con il governo delle mete da raggiungere e degli obiettivi da mettere in campo. Una discussione alla pari, in altri termini. Pittella appunto non si è soffermato solo sulle cifre, ma ha fornito un quadro dal quale è scomparso l'attendismo dei decenni scorsi e quel sistematico elemosinare poche briciole, sia ai vari governi, sia alla comunitá internazionale con la consapevolezza di essere nell'angolino e in una situazione di palese marginalitá.
Se pensiamo che la Basilicata sul finire degli anni Cinquanta si offrì agli Usa per prelevare dalla centrale di Elk River il combustibile nucleare esausto e portarlo a Rotondella per il riprocessamento, dovremo riflettere sul significato di quel gesto che certo non servì ad esaltare potenzialitá e cervelli lucani. Ma ad implorare un minimo di "voce in capitolo" nel consesso internazionale che conosceva peraltro i Sassi di Matera come qualcosa di cui vergognarsi per il degrado delle antiche abitazioni di tufo e per la diffusa arretratezza dell'immediato dopoguerra.
Oggi di acqua ne è passata sotto i ponti e Pittella ha tenuto a mettere in luce più di tutto il peso delle risorse esistenti, la capacitá di governo di questa terra del Mezzogiorno e il suo collocarsi in una dinamica di confronto competizione con il resto del sud e con aree ben più avanzate del Paese. Ma un confronto e una competizione alla pari. Ecco il punto. 
L'obiettivo non deve sfuggire, nonostante l'atteggiamento nullista o fortemente negativo  di molti settori, locali e nazionali che non fanno bene alla Basilicata.
Il problema non attiene soltanto ai comportamenti e alle scelte di una squadra di governo, quanto alla comunitá lucana nel suo insieme. 
In questa dinamica di rapporti, non facile da gestire, Matera Basilicata 2019 hanno un significato destinato a spingersi ben oltre gli obiettivi della cultura. Anzitutto in termini di progettualitá e di capacitá di programmare l'entitá dello sviluppo, il domani vero, tutto quanto fa parte di una modernizzazione, politica e sociale, di cui si avverte il bisogno giacchè la Basilicata è in Italia e in Europa.
E non si tratta solo di una proposta. Quanto di una dimostrazione di efficienza di cui non solo Renzi dovrá tener conto. In questa dinamica il petrolio acquista un significato diverso dal semplice confronto scontro tra le comunitá locali e le compagnie. 
La portata della posta in gioco è talmente importante da superare qualunque previsione. D'ora in avanti non ci saranno giustificazioni alla base di ogni eventuale scelta inadeguata e non corrispondente alle esigenze di crescita legate a questa Basilicata del terzo millennio con evidenti potenzialità, capace di andare oltre il pur prestigioso riconoscimento di Matera capitale della cultura. E non è poco.

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