mercoledì 11 maggio 2016

MOLLICA PRESIDENTE


                             
        Franco Mollica Presidente del Consiglio regionale Basilicata
                  
Per quanto giustificato dalla contrapposizione delle parti e dalla logica politica (il pluralismo e la rappresentatività, anzitutto), il livello di scontro determinato dal ricambio al vertice della Presidenza del Consiglio regionale della Basilicata non si spiega alla luce dei bisogni di un'intera comunità,  considerando peraltro le istanze legate al giorno per giorno del popolo lucano. All'esigenza di guardare avanti.
In definitiva non c'è motivo di considerare un abuso o una espropriazione il cambio della guardia al vertice della massima assemblea lucana se soltanto si riuscisse a valutare attentamente il ruolo del Consiglio e la sua capacitá di rappresentare un effettivo tratto di unione tra la Basilicata, il Governo del paese e l'Europa. 
Dal punto di vista giuridico e istituzionale l'assemblea di Via Verrastro ha una finalitá chiara e inequivocabile: non solo di rappresentare gli elettori, quanto di costituire un sicuro elemento di proposta e di controllo nel dibattito sull'economia e sugli orizzonti che si aprono per il domani di una terra estremamente fragile e, al tempo stesso, ricca di risorse. Direi stracolma di risorse, ma afflitta dalla piaga inguaribile della disoccupazione soprattutto giovanile.  
Sarebbe bene intendersi e intenderci su un dettaglio, non certo insignificante: qual è il ruolo specifico di ciascuno dei 21 consiglieri regionali di cui la Basilicata dispone? Quale la loro funzione?  Quale l'ambito specifico all'interno del quale si muovono? 
Domande alle quali urge dare una risposta, oggi ancor più che in passato. 
Quanto poi alla persona indicata per sostituire Piero Lacorazza, vale a dire Francesco Mollica, vanno fatte alcune considerazioni nel merito. Non certo per difendere la scelta, sará tuttavia il caso di osservare l'impegno, la competenza, la dedizione alla causa istituzionale da parte del neopresidente. Uomo che considero delle istituzioni e meno della politica, nel senso più ampio possibile. Non certo di una politica meramente speculativa o miseramente ridotta al ruolo marginale di stampella per appoggiare questo o quel candidato. 
La nuova presidenza del Consiglio regionale, in una Basilicata alle prese con mille problemi da affrontare, deve far riflettere. Occorre che il dibattito in assemblea, sottratto a esigenze di semplice routine, affronti i nodi dell'ambiente, del territorio e del lavoro che manca. Un onere non da poco per chi ha la responsabilità di organizzare i lavori del Consiglio e di renderli soprattutto confacenti a precisi obiettivi. 
In una terra in cui la magistratura riconosce seri e gravi problemi per l'ambiente, con profitti ingiustificati per l'Eni, non potrá non esserci una risposta efficace e puntuale da parte di quella istituzione che esprime il senso di una democrazia partecipata, ma non solo. Una democrazia che cerca risposte non più rinviabili in nome e per conto dei cittadini, ma non semplicemente in modo teorico. Tutt'altro. 
Per questo il consiglio regionale si propone oggi come un interlocutore attento e insostituibile delle istituzioni e, in particolar modo, dell'opinione pubblica con la quale dovrá interagire in senso concreto badando agli obiettivi da raggiungere e alle nuove mete da conquistare con impegno, ma soprattutto con una visione unitaria delle scelte da individuare.

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