giovedì 12 maggio 2016

I "PROBLEMI" DEL NUOVO UFFICIO DI PRESIDENZA




L'elezione di Franco Mollica a Presidente del Consiglio regionale della Basilicata e il rinnovato ufficio di Presidenza dell'assemblea si sono trovati subito a fare i conti con alcuni scenari di natura giudiziaria. Sono in corso, infatti, inchieste della magistratura che riguardano sia Mollica, sia i due vicepresidenti Paolo Castelluccio e Paolo Galante.
Sará utile chiarire al riguardo che lo scopo del  ragionamento alla base dell'articolo "Mollica Presidente" pubblicato su Fb e su questo blog, rimane quello di indicare l'efficienza della massima assemblea elettiva lucana come un elemento imprescindibile ai fini della vita politica, sociale, economica e culturale di una regione alle prese con mille problemi, legati prevalentemente allo sviluppo e al lavoro. 
Sicchè il turbine della polemica, esplosa in concomitanza con le nuove decisioni politiche, è apparsa subito estranea a una nuova, possibile stagione di rinnovamento del rapporto che deve legare l'assemblea alla vita reale. Il Consiglio regionale ai cittadini, ai giovani, agli emarginati, ai disoccupati.
Certo, Mollica si è mosso in questi anni con un palese rispetto del ruolo delle istituzioni e degli obiettivi da perseguire. Questo dato mi sembra inconfutabile. Per cui la sua elezione non può essere considerata al di fuori di un quadro di temi assolutamente concreti e pressanti.
Certo, qualora le indagini dovessero portare a sbocchi diversi, non per i soli Presidente e vice Presidenti, le conseguenze sarebbero da trarre indiscutibilmente e con tempestività.  Questo compito sarebbe affidato in primis alla politica e alla visione delle istituzioni, in una dinamica non certo estranea alla legalità e al tema eterno di mani pulite. 
In casi del genere contano poco o nulla le alchimie di partito e i calcoli di potere che, in epoche diverse, sará utile ricordarlo, avevano invece un peso totalizzante e una funzione di primo piano. In pratica decidevano tutto, lontano un miglio dagli sguardi della magistratura e delle forze dell'ordine chiamate a non occuparsi di questioni del genere. Quanti abusi sono stati consumati in epoche lontane a danno dei più deboli e dei meno protetti o, meglio, dei meno rappresentati politicamente? Ci sarebbe da fare addirittura un elenco interminabile. 
Oggi le cose sono cambiate. Speriamo in senso positivo, con risultati che non dovrebbero farsi attendere.    

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