martedì 5 aprile 2016

MARCELLO PITTELLA: PIÙ POTERI ALLE REGIONI PER AMBIENTE E SALUTE


                               
                          
                         Il centro olio di Tempa Rossa in costruzione 
             (foto R.De Rosa)



Si parla prevalentemente di Tempa Rossa, ovunque per radio, in tv e sui giornali. Argomento per certi versi obbligato, visto che alla base del giacimento Total c'è la vicenda Guidi, con le dimissioni della ministra ed i rischi (non ancora scongiurati) per l'intero Governo Renzi. Ma c'è soprattutto la veemenza e la forza dello scontro politico, per giunta tra anime uguali obbligate a non scontrarsi per mere ragioni di opportunità, se non per semplice calcolo di potere. Lo sblocca Tempa Rossa insomma in primo piano con Gemelli che imperversa dalla Basilicata alla Sicilia a Roma con i suoi tentacoli.  
Ma non è questo l'unico tema scottante nel momento in cui sembra,  finalmente, che l'inchiesta si estenda anche a un altro argomento di tutto rilievo: l'aumento del numero dei tumori nelle zone di estrazione della Basilicata, in rapporto anche alle anomalie nel funzionamento degli apparati del centro olio di Viggiano dove, a sentire le maestranze, gli allarmi per fuoriuscita di gas e di sostanze nocive non accadono di rado. Tutt'altro.
Era ora che si cominciasse a indagare su questo problema gravissimo, di cui si parla ormai da anni, ma considerato tuttavia di nessun rilievo fino a ieri. Nonostante tumori e leucemie si verifichino con una frequenza preoccupante. E nonostante i medici del registro tumori del Crob di Rionero continuino a dire che la Basilicata si avvicina velocemente, per quanto riguarda la percentuale di malattie neoplastiche, alle zone a maggiore industrializzazione del Paese. Per di più il caso delle campagne di Montemurro dove sono nati agnelli e capretti con evidenti mutilazioni, data la presenza in zona di un pozzo di reiniezione, non merita di essere taciuto.
Intanto il Governatore lucano, Marcello Pittella, auspica maggiori poteri alle regioni per una difesa più adeguata di ambiente e salute intervenendo a Radio anch'io, la trasmissione condotta da Giorgio Zanchini su Radio uno Rai che affronta da diversi giorni i nodi complessi dell'inchiesta della Procura di Potenza sottoponendoli al vaglio dell'opinione pubblica nazionale.
La Basilicata terra di veleni, verrebbe da definirla, se Matera 2019 non inducesse a un diverso realismo e ad un modo di avere necessariamente fiducia nel futuro se si vuole tenere lontana l'ombra di una situazione giá irrimediabilmente compromessa, come si sostiene da più parti.
Dopo le scorie di Scanzano, ora è la volta dei danni provocati dalle estrazioni petrolifere. Un sacrosanto diritto delle imprese quello di estrarre le risorse energetiche dal sottosuolo. Ma che non può annullare l'altrettanto legittimo diritto alla salute e ad un ambiente accettabile , dal punto di vista di certi equilibri.
Oggi, a stento, emergono realtá sommerse. L'Universitá della Basilicata, negli anni scorsi, rintracciò ben 19 idrocarburi nel miele della val d'Agri. Un miele al petrolio! E alcuni giunsero a sostenere che si trattava di idrocarburi presenti in natura. Certo, nella natura alterata della Valle lucana.
Ora la gente, non solo in Basilicata, guarda con un misto di fiducia e di incredulitá alle prospettive dell'inchiesta che si annuncia di una complessitá senza molti precedenti. 
Il contrasto tra i magistrati e le compagnie appare sin da ora durissimo e destinato ad essere sostenuto con forza nelle aule di Tribunale, ma non solo, anche se gli inquirenti dispongono di prove definite oggettivamente inoppugnabili. Le ragioni della politica e quelle dell'economia finiranno per prevalere? Enorme interrogativo al quale, almeno ora, non è possibile dare delle risposte.


1 commento:

  1. Non sono d'accordo su più potere sulle questioni ambientale e sulla salute alle regione.
    Soprattutto su quest'ultima questione: la salute.
    Si è visto come hanno e continuano a gestire la sanità le regioni.
    E poi bisogna finirla con l'autonomia alle regioni.
    Bisogna abolire la modifica dell'art, V introdotto da Prodi.

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