giovedì 14 aprile 2016

TUTTO NELLA NORMA, IN DEFINITIVA?


                         

   Montemurro - La sorgente "la Rossa" palesemente inquinata (foto R.De Rosa)

A pochi giorni dal referendum sulle trivelle in mare l'Eni, per bocca di autorevoli esperti, chiarisce che non ci sono dubbi sulla salubrità dell'aria al Centro olio di Viggiano: i dipendenti, in perfetta salute, sono una testimonianza inoppugnabile dell'assenza di patologie gravi a carico dell'apparato respiratorio e per quanto si riferisce  a malattie neoplastiche. Tutto nella norma in definitiva? 
Sorprende intanto che  ci si affretti, da parte di fonti ufficiali, a tranquillizzare l'opinione pubblica sull'assenza di inquinanti nelle falde acquifere. Come si fa a  ignorare, ad esempio, il dato obiettivo della contaminazione della sorgente La Rossa di Montemurro in cui il petrolio affiora a vista d'occhio? Come si fa a non dare una spiegazione scientificamente e ragionevolmente plausibile del tipico odore dovuto alla presenza di idrocarburi in quelle acque? Se un equivoco c'è stato, per ipotesi, e se le nascite di agnelli e capretti del tutto abnormi - come raccontano gli allevatori del luogo - non smettono di allarmare,  bisognerebbe quantomeno giustificare questi fatti in maniera accettabile e soprattutto con argomentazioni convincenti che non siano la classica e abusata "pezza a colori". Nemmeno una sola parola sul Pertusillo, intanto, di cui si è parlato a lungo in questi anni. 
Dove finiscono tonnellate di reflui provenienti dalle estrazioni di greggio? Ecco un altro argomento inquietante.
Ha  ragione il Governatore della Basilicata, Pittella, quando sostiene l'esigenza di far pagare il conto a chi ha sbagliato. Ma chi ha davvero sbagliato? 
La vicenda delle carenze del sistema petrolio non sono questione di oggi. Quando l'Eni ha investito per il primo progetto di sviluppo olio, denominato Val d'Agri,  la modica somma di un miliardo tre milioni e 961 mila euro agli inizi degli anni Novanta (il dato è contenuto nei tabulati interni) perchè nessuno ha badato a fare il "punto zero" sia per l'ambiente che per la salute dei lucani? Il "punto zero" avrebbe consentito di confrontare il dato di ieri con quello di oggi. Ecco dove consistono le responsabilità da mettere a fuoco per dare un senso all'inchiesta. Disattenzioni che si sommano e che finiscono per non avere alcun peso, nonostante il rilievo da attribuire alla mancanza di dati e di notizie, che ha caratterizzato il  petrolio in Basilicata. Soltanto oggi se ne parla dopo anni di silenzio delle istituzioni. 
Tra i due versanti, quello del danno alla salute e all'ambiente e quello dei comportamenti personali, quest'ultimo sembra prevalere. Elementi di grosso calibro e persone di nessun conto dominano la scena che promette di arricchirsi di sviluppi non prevedibili. Nomi si sommano ai nomi. 
Accanto al compagno della ex ministra Guidi spuntano i nomi dei fratelli Fazio, Alfio e Carlo, titolari della Comap, un'azienda che si occupa di costruire e riparare trivelle. Ma anche di tanto altro, fino ai cassoni della Costa Concordia, passando per vari progetti che producono affari su affari.
Intanto per affermare la sua estraneità  ai fatti che gli vengono contestati, almeno a livello di ipotesi, il sottosegretario alla salute, De Filippo, ha raggiunto  Potenza e si è presentato spontaneamente ai magistrati. Sarebbe imminente l'archiviazione della sua posizione, si apprende dall'Ansa.
Ritornando all'ambiente, per quanto si riferisce ai toni rassicuranti di alcuni settori circa le  acque di falda, non ci sono dichiarazioni esplicite ad esempio in ordine al ruolo cardine dell'Arpab, all'Ispra, alle Asl. Il che francamente non serve a tranquillizzare. Tutt'altro.
Comunque vadano le cose, l'opinione pubblica sta apprendendo tanti dettagli e tanti retroscena di cui in passato si mormorava semplicemente e che oggi invece non risultano essere frutto dell'eterno chiacchiericcio. Ma hanno qualche elemento in più di certezza. 
Tuttavia, il rischio che l'inchiesta possa clamorosamente sgonfiarsi non appare del tutto improbabile. Era partita con l'ipotesi terrificante del disastro ambientale e ora su questo versante piovono le smentite. E' il pericolo peggiore.

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