lunedì 13 luglio 2015

UNA NUOVA GOVERNANCE DEI SERVIZI SOCIOSANITARI

   

Nella presentazione delle linee guida  dei servizi sociali e socio sanitari per il triennio 2016 – 2018 il Governatore della Basilicata,  Marcello Pittella, mette in risalto un dato:  il nuovo welfare introduce almeno cinque novità, tali da determinare una  rivoluzione in un settore in cui, in certi casi, si continua a registrare non solo inefficienza, quanto una oggettiva inadeguatezza. Il che finisce per vanificare l'impegno di tanti operatori e di numerose realtà impegnati ad un livello sostanzialmente positivo, avendo cura che si tratta di un servizio a persone non sempre capaci di affrontare la vita e di viverla come ciascuno vorrebbe. Persone spesso prive delle capacità essenziali.
I punti qualificanti del Piano consistono nel metodo, nel ruolo dei soggetti, ma in particolare  nella ridefinizione della governance e dell'articolazione territoriale. Obiettivi ambiziosi, senza dubbio. Collegati tuttavia a una miriade di fattori determinanti, dai quali potrà dipendere l'esito della complessa operazione che certo non si annuncia facile. Tutt'altro. Si tratta anzi di una rivoluzione non da poco e come tutte le rivoluzioni è destinata ad andare incontro a mille incognite.
L'innovazione consiste nel ridefinire prima di tutto gli ambiti, è stato detto nel convegno di Latronico al quale hanno partecipato imprese del settore, operatori, esperti giunti anche da fuori regione, e numerosi professionisti che rappresentano la mente di questa complessa intelaiatura che rappresenta  l'asse portante del welfare lucano.
Il male endemico, in alcuni casi, sta nel fatto che “il piccolo è bello”, come idea maestra,  non è al passo con i tempi e non regge più al confronto con una impostazione di base fondata su criteri di scientificità e di disponibilità di strutture in sintonia con le esigenze del momento. 
E' un aspetto da analizzare e credo che la professoressa Franconi, titolare del Dipartimento Politiche della Persona, converrà su questo, stando alle premesse illustrate nel suo intervento. Intendiamoci: non occorrono mega strutture, né megaimpianti. Ma  occorrono risposte adeguate  a partire dai livelli di specializzazione del personale e dalla qualità stessa dell'offerta. Ci sono in giro psicologi che si fregiano del titolo e non hanno funzioni concrete, pseudo infermieri, pseudo assistenti che trattano le persone ricoverate, a volte con cura, ma assai spesso con profonda inadeguatezza. Non è poco.
I titolari di “Sefora Cardone Onlus”  parlano di una “speculazione del pubblico e del privato sul mondo del volontariato” con il rischio di accorpare il terzo settore (comunque legato all'economia) alle organizzazioni non lucrative di utilità sociale che non fanno profitti.
Gli esempi non mancano, a tutti i livelli. Il caso di Sasso Castalda, ho già detto altre volte, è ampiamente indicativo di una situazione certo non ancora definita nei dettagli e  tale da non fornire al momento garanzie di sorta. Il primo a manifestare incertezza sull'esito del compromesso tra l'imprenditore e  il Comune è proprio il sindaco, Rocco Perrone, il quale si interroga se il protocollo d'intesa, sottoscritto da un mese circa, riuscirà a dare i suoi frutti nei tempi e con le modalità previste. D'altro canto come si può partire definendo già gli organigrammi e le responsabilità di gestione prima ancora di  disporre di un quadro operativo articolato nei minimi dettagli e messo a confronto con la realtà? Interrogativo non da poco che non è difficile estendere anche ad altre strutture della stessa impresa in cui sarebbe il caso di  ripensare il capitolo della governance nell'insieme. 
Spingersi sul terreno minato del reinserimento sociale di pazienti con patologie psichiatriche non è operazione da nulla sulla quale appare non pienamente convinto il dottor Angelo Laieta, lo psicologo che segue il comparto in cui rientra, peraltro, anche la teatroterapia, vale a dire la cura con il teatro di cui gli operatori hanno fornito un saggio con uno spettacolo teatrale messo in scena allo Stabile di Potenza.
Su questi temi sarebbe opportuno che la Franconi riflettesse, valutando una serie di aspetti legati alle nuove linee guida che si riferiscono appunto ai servizi sociali e sociosanitari per la Basilicata dei prossimi anni.  Anche questa una tra le tante sfide che fanno parte del tentativo di mettere la Basilicata al passo con i tempi e con le altre realtà italiane.                

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