domenica 26 luglio 2015

AURELIO PACE: "OCCORRE UNA VERA UNITÁ ISTITUZIONALE CONTRO IL DILAGARE DELLE TRIVELLE"


                                 
                               Aurelio Pace    

Nello Jonio settentrionale ci sono 12 biospecie di assoluto interesse naturalistico che non esistono altrove. Il mare di Policoro, di Scanzano, il mare della Magna Grecia ha caratteristiche ineguagliabili che secondo gli esperti rappresenta una risorsa di  grande valore, specie poi se rapportata al Bosco Pantano, ultimo baluardo  di macchia costiera umida, un unicum assoluto che la ricerca petrolifera e l'utilizzo di piattaforme al largo esporrebbero ad un rischio notevole, con ingenti danni per il turismo.  Secondo stime attendibili sarebbe un processo senza ritorno. 
Mentre si prepara un nuovo vertice al Ministero dello Sviluppo economico per mercoledì 29 luglio, in questi giorni diversi comuni della costa jonica , lucani e calabresi, presenteranno nelle rispettive giunte le delibere di opposizione alla richiesta delle compagnie petrolifere di avviare le ricerche in mare di idrocarburi. Un tentativo per difendere il territorio e salvaguardare a denti stretti le peculiarità dell'area. Non  solo. Il primo cittadino di Policoro, Rocco Leone, chiede che l'intera zona del litorale jonico sia ulteriormente salvaguardata con una fascia di protezione delle specie marine da Gallipoli a Capo Spartivento. Come del  resto accade a Genova dove è stata istituita una zona di salvaguardia dei cetacei.     
Intanto non si ferma per un istante la protesta dei centri rivieraschi dell'arco jonico, mentre si valutano le diverse ipotesi di opposizione alle scelte ministeriali. Tra queste c'è la proposta di un referendum che viene tuttavia considerata non praticabile perchè legata a tempi lunghi e di non facile attuazione: il che finirebbe per assecondare le compagnie petrolifere in lotta con il tempo, per battere le oscillazioni di mercato del greggio e garantirsi quote di prodotto significative. 
Si parla dunque di referendum. Ma tutti sanno che l'ipotesi, per quanto affascinante (dare voce alla gente) risulta  impraticabile, appunto. Cinque regioni coinvolte per un referendum su temi locali. Un bel punto interrogativo.
Evitarlo significa dare impulso alla capacità degli enti locali di difendere il territorio. E non è poco sotto il profilo politico, anzitutto.
Intanto su questo tema scende in campo Aurelio Pace Coordinatore nazionale e capogruppo in consiglio regionale dei Popolari per l'Italia.
"Credo nella posizione di chi vuole creare un focus permanente sulla questione petrolio. 
Il referendum così come impostato è uno strumento importante ma non utile per raggiungere il risultato che si vuole, poichè interessando cinque regioni dovrebbe raggiungere un quorum. Ritengo, invece, insostituibile il tavolo della negoziazione con il Governo nazionale, con una grande unitá istituzionale che dobbiamo  alimentare rispetto alle tre regioni rappresentate a Policoro dai sindaci, recuperando la presenza del popolo che è mancata a Policoro. E' senz'altro la via maestra. 
Il referendum è dunque un argomento debole, sicuramente propagandistico e difficilmente applicabile." 

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