giovedì 9 luglio 2015

PIERO LACORAZZA, SARA' LA STORIA A DARCI RAGIONE

                                                             
Piero Lacorazza (foto R. De Rosa)


Duemila migranti saranno accolti in Basilicata a partire dai prossimi mesi, nell'ottica delle politiche di solidarietà che le regioni del Mezzogiorno stanno attuando in linea con il Governo. 
Un dato di tutto rilievo per una terra che assiste ad un costante spopolamento e ad una progressiva perdita di peso nel contesto nazionale e meridionale.
La regione del petrolio e dell'acqua manifesta la sua piena disponibilità ad attribuire un ruolo ben preciso all'accoglienza che non consiste solo nella disponibilità ad accettare chi scappa dalle guerre e dalla fame, ma rappresenta piuttosto una opportunità: un contributo a settori della vita produttiva nei quali lo spopolamento fa sentire un peso non marginale. Settori destinati al tracollo o, quantomeno, a vivere in gravi difficoltà. 
Di questa opportunità parla Piero Lacorazza, Presidente del Consiglio regionale, con riferimento a veri e propri modelli capaci di orientare il processo di accoglienza. 
Progetti e programmi si vanno intanto affermando. Il convegno di San Fele ha posto le basi per una solidarietà effettiva, capace di corrispondere a un preciso disegno della politica.
“E' la storia del mondo, quella degli esodi, delle migrazioni a prevalere” sostiene Lacorazza. 
“Costruire una Europa politica è l'obiettivo, anzi la sfida. Una Europa che sappia stabilire un rapporto costruttivo con il continente africano. Bisogna accogliere persone che scappano dalle guerre e dalla fame. E ciò accade in un momento in cui la crisi si fa più aspra e dura. Questo elemento non è trascurabile. Anzi rappresenta una vera opportunità, se riflettiamo sugli scenari che si aprono.”



Presidente Lacorazza, si parla di valori da non cancellare. Ma anche di opportunità legate, appunto, a questi flussi migratori. 



“Certo, l'accoglienza è il campo dei valori, ma anche delle opportunità per chi accoglie. I profughi in tanti casi si sono rivelati una risorsa per rivitalizzare settori importanti della nostra economia, ai quali eravamo abituati a pensare quasi con rassegnazione. Invece il contributo della gente che proviene dai vari paesi dell'Africa si è rivelato non di rado essenziale.”
Su questo tema si apre dunque un confronto con il Governo e con il Paese in generale. Un riconoscimento alla Basilicata non potrà non arrivare, soprattutto in termini di qualità dello sviluppo mentre lo scontro sulle trivelle in mare coinvolge anche Puglia e Calabria, nell'ottica della difesa del territorio e delle sue prerogative.
La terra delle grandi risorse mette in risalto la disponibilità del suo popolo a valorizzare il capitolo dell'accoglienza, e merita per questo indubbiamente rispetto. La Basilicata non è una terra qualunque, con un popolo di egoisti o di indifferenti: Tutt'altro. Una terra che non potrà essere ignorata o calpestata. Questo è certo.

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