sabato 30 agosto 2025

IL SALTO DI STILE DEL SAN CARLO



                               

                          Il San Carlo a Potenza  (da Ansa)


“Mi piace confrontarmi molto con il paziente, ascoltare le sue preoccupazioni e cercare di trasmettere fiducia e serenità.”

Non  capita spesso di ascoltare frasi del genere da ogni medico all’indirizzo dei propri pazienti. Il medico è uomo di scienza e come tale non di rado va avanti per proprio conto. Il giudizio, l’umore dell’assistito, la sua condizione psicologica? Spesso contano poco in tanti momenti difficili della presenza di un ammalato all’interno di una struttura, purtroppo  un copione destinato a ripetersi, almeno finora. Per non dire quando l’ammalato è un numero, una cartella clinica, il risultato di una serie di esami necessari per la cura.

Così non è per Michele Di Marino, direttore dell’UOC di chirurgia del San Carlo che dalle sue precedenti esperienze in diversi ospedali italiani ha ricavato una importantissima lezione, appunto sul comportamento del medico, diventata etica professionale, modo di agire e altro ancora. La sua umanità. L’idea del ruolo del paziente nella professione.

E’ davvero un cambiamento di rotta? Un dato rivoluzionario destinato a far bene all’immagine del nosocomio, in una dimensione non semplicemente localistica, ma di altro respiro.

In una lunga intervista, pubblicata dal portale della Basilicata, Di Marino indica le linee guida del suo progetto, con lo sguardo rivolto ai settori cardine della chirurgia  con “l’obiettivo di offrire la migliore terapia , con il supporto di tutte le figure competenti per singola materia. Ritengo che una chirurgia “forte” sia capace di trainare un intero ospedale ma è sempre - lo ribadisco - fondamentale l’apporto di tutti i reparti e di tutti gli specialisti.” Analisi attenta e accurata dello stato delle cose.

Quali dunque le conclusioni? “Il paziente deve sentirsi subito preso in carico, deve subito comprendere che un gruppo di professionisti è pronto a dare il massimo e in questo devo ringraziare i miei straordinari collaboratori.” 

Preso in carico, non solo curato. Non solo oggetto di teorie scientifiche ma, appunto, preso in carico, il che significa una diretta partecipazione del medico alla vicenda umana dell’assistito, alle sue preoccupazioni, alla sua realtà personale.  

Un monito per i giovani medici, freschi di studi e di Università, pronti ad affrontare la professione nei suoi risvolti concreti, nel giorno per giorno. 

Un segnale importante. Significa un cambiamento di passo, scandito già dai risultati.             

martedì 19 agosto 2025

UNA PIANTA PER LA STORIA




                               


                                    



Esile ma forte, la giovane pianta messa a dimora nel campus universitario di UNIBAS a Potenza è soprattutto un invito a conoscere Hiroshima a 80 anni da quel giorno che devastò l’umanità intera.

Si perché non sono pochi a non saperlo e, di conseguenza, a rischiare di rimanere indifferenti rispetto a quello che fu per il mondo il disastro peggiore, con la sua ondata di odio e di guerre. Quelle di ieri e quelle di oggi, in tutto e per tutto uguali al passato.

La pianta verde è invece un simbolo di amore. Possiede in sé una straordinaria forza, una carica di volontà capace di rappresentare qualcosa di molto diverso, appunto. 

Ha in sè l’esigenza di conoscere e di sapere degli uomini per essere presenti sulle scene della storia. Anzi, per rendere viva e consapevole l’immagine di quel 6 agosto 1945, ancorata a una memoria inevitabile, proiettata in un tempo senza limiti. Un tempo assoluto. Si, in questo caso il tempo non ha limiti e diventa una identità eterna.

Chiunque si avvicini alla giovane pianta usi delicatezza e impegno a tramandare il peso di un evento indescrivibile con parole umane. Questa pianta è più di una testimonianza. Più di una presenza. E’ una pagina dell’umanità che non ammette di essere ignorata, ma pretende a giusta ragione di essere conosciuta. 

Chi si rifiuta di sapere non può dirsi un uomo!

 

sabato 16 agosto 2025

NON E' BASTATA UNA VIGOROSA STRETTA DI MANO





Putin vince e rimane sulle sue posizioni, Trump si accontenta di illudersi e di illudere il mondo intero con il gigantismo delle sue enunciazioni: nulla più di tanto, mentre proseguono i bombardamenti dell’Ucraina e si fa presto a capire quali sono gli obiettivi veri. Annettere alla Russia non uno dei territori, ma una larga fetta fino a poter disporre in pratica del paese asservito al volere del Cremlino. 

A chi riteneva che il Trumpismo potesse prevalere, se non altro come enunciazione di un potere economico e universale capace di superare ostacoli di sorta, Putin ha dimostrato che così non è affatto. Anzi, è vero il contrario.

Insomma, una bella sberla per nulla attutita da certo ottimismo di facciata e da quella lettura degli eventi forzatamente positiva, pur nella consapevolezza di scenari per nulla rassicuranti.  

lunedì 11 agosto 2025

BRUCIANO I BOSCHI, UNO SCEMPIO ANNUNCIATO



                       


    

Non ancora la piaga gravissima degli incendi che dilagano ovunque, in questa estate rovente, è riuscita a mobilitare le coscienze dell’opinione pubblica, a far percepire questo evento come una sciagura nazionale destinata a distruggere la casa comune in cui viviamo. Non ci sono ancora segnali concreti in tal senso, mentre dominano molto disinteresse e una disattenzione inspiegabili.

Un dato assai pericoloso, quasi al punto da sottostimare l’entità del disastro fino ad autorizzare quasi, paradossalmente, le mani assassine e le menti distorte a proseguire nell’opera micidiale di una distruzione senza limiti  in qualunque realtà geografica e a qualunque latitudine. 

Non si può parlare peraltro di un fatto imprevedibile, al contrario una tendenza largamente annunciata da decenni addirittura.

Piangono gli abitanti dei centri ai piedi del Vesuvio divorato dal fuoco. Mai uno spettacolo così duro, mai la sensazione della casa in fiamme, ingoiata dal fuoco e non più recuperabile alla vita quotidiana. 

Occorre dunque una mobilitazione di popolo, uno slancio collettivo per arrestare mani disoneste. 

Finalmente un arresto nelle ultime ore, ma non basta, è una goccia nel mare. Una spinta decisiva potrà giungere solo quando il popolo si sarà schierato in massa per smascherare delinquenti dalle sembianze ancora sconosciute. Volti senza fisionomia, nè dignità.

Il Vesuvio è il caso per così dire più rappresentativo, ma tante e tante altre realtà mostrano in tutta evidenza il peso di un dato di fatto che definire fenomeno è sbagliato. C’è poi l’emulazione, l’invito a perpetrare questo disastro tanto non accade nulla. Anche il Parlamento dovrebbe adottare misure urgentissime e non più rinviabili, mentre il danno assume proporzioni gigantesche.

Forse per una svolta c’è da attendere ancora, ma quanto?  

venerdì 8 agosto 2025

10 AGOSTO 1910, SI APRE UN CAPITOLO DELLA STORIA





La cascata di frammenti di stelle che cadono dal cielo, in questo giorno di agosto, viene interpretata come un segno particolare, quasi una magia. Eppure è qualcosa di vero e di molto concreto che la vita sottopone all’osservazione di ciascuno.

Quasi in coincidenza con questo evento, il  10 agosto 1910 si apriva un nuovo capitolo della storia, sorprendente e indescrivibile: è il giorno dell’ordinazione sacerdotale di Fra Pio da Pietrelcina che diventava così Padre Pio, l’umile frate conosciuto in tutti gli angoli della terra giacchè migliaia di fedeli da tutto il mondo hanno constatato la forza della sua presenza, il prodigio della sua fede. Le migliaia e migliaia di lettere ricevute sono una straordinaria testimonianza. E poi il grande evento di Casa Sollievo della Sofferenza, l’ospedale altamente qualificato al servizio dell’umanità e dei più bisognosi. 

Non solo un nosocomio qualunque, quanto un centro di ricerca e di studio altamente qualificato, così come Padre Pio lo aveva pensato prima ancora che diventasse realtà. L’idea è sempre stata nella sua mente pronta a diventare realtà.

Oggi Casa Sollievo ha conquistato dei primati in diversi campi della scienza. Oltre ai numerosi riconoscimenti in campo scientifico, parlano i fatti. Un esempio per tutti. L’Aortic Team dell’Ospedale ha portato a termine recentemente un delicato intervento sul cuore di una signora pugliese di 59 anni, che ora ha ripreso la sua attività quotidiana. L’intervento è durato otto ore e si è felicemente concluso con il risultato di avere restituito la vita alla paziente che rischiava altrimenti una morte sicura. 

Frattanto l’attività di ricerca sta dando risultati rassicuranti, soprattutto con la prospettiva di tradurre in terapie l’esito degli studi. Un’attesa piena di ansia e di emozione. 


sabato 26 luglio 2025

LA FRANA DI SENISE NON PUO' ESSERE DIMENTICATA



                                







Mille ragioni fanno di questo tragico evento di 39 anni fa il fiore all’occhiello di una stagione che continua tuttora a rappresentare un monito per il Paese. Un forte elemento di richiamo.

Non solo per gli otto morti, un duro bilancio di un evento tra i più pesanti che l’Italia ricordi. Quanto per gli scenari che la frana aprì davanti agli occhi di studiosi, geologi, esperti delle politiche per il territorio.

Il collasso della collina Timpone con le case ridotte in macerie in pochi istanti, in quella livida alba del 26 luglio 1986, è un avvenimento destinato a far riflettere, come sostennero 39 anni fa studiosi di diverse università italiane, di Bari, anzitutto ma anche della Basilicata. 

In quei giorni Senise era al centro di una qualificata attenzione, grazie anche ai media e al lavoro che TG e Giornali radio RAI andarono svolgendo con lo scopo di far risaltare l’entità dell’accaduto e il monito derivante da una disgrazia come quella della frana, frutto di sottovalutazione, di incuria, di scarso rispetto per il territorio. Di tutto questo insieme.

All’epoca Senise apparve una sorta di laboratorio sui temi più scottanti legati alla gestione dell’ambiente, al mantenimento di certi equilibri dell’ecosistema. Quella sciagura poteva essere evitata? Indubbiamente, se soltanto qualcuno avesse attribuito alle politiche per la tutela dell'ambiente il giusto valore.

La vicenda è andata smorzandosi anno dopo anno fino a diventare pura routine, se non insignificante. Conseguenze gravissime di mancanza di attenzione per il suolo e per ciò che esso rappresenta per la comunità civile. Per le istituzioni, anzitutto, sarà utile non dimenticarlo.    


mercoledì 23 luglio 2025

I BAMBINI DI Gaza



                       


           

Sono vittime speciali, non solo di una guerra assurda e ingiusta, ma della fame che uccide ogni giorno nell’indifferenza generale di un mondo interessato ai dazi, alla ricchezza, al predominio.

Giorni, mesi di guerra provocano denutrizione, abbandono, perenne carenza di cibo mentre qualche rara voce fa notare che prima erano cinquecento ogni giorno i camion che entravano dalle frontiere per i rifornimenti mentre ora sono molto meno. 

La morte arriva dopo mesi di stenti, mentre i corpi sono ridotti a delle larve umane senza respiro che evitano qualunque messaggio all’umanità, tanto non servirà a nulla. 

C’è chi accusa le Nazioni Unite di indifferenza o, quantomeno, di scarsa sensibilità e viene subito redarguito come se avesse pronunciato un’eresia perché evidentemente il giudizio negativo suona come una condanna e corrisponde al vero.

Il silenzio totale è una forma di convivenza con il disastro della guerra, un’accettazione di ciò che accade giorno per giorno in un clima rassegnato che promette altre tragedie oggi e domani, senza distinzione alcuna.  

Sono ormai migliaia i bimbi morti sotto le macerie e anche per fame e per sete. I loro corpi sono un grido d’allarme nei confronti del mondo intero che sta a guardare: occorrerebbe invece un movimento d’opinione trasversale per far capire all’umanità quanto grave sia il prodotto della guerra. 

Se un personaggio come Greta Thumberg si mettesse, ad esempio,  alla testa di una iniziativa per scuotere la coscienza collettiva sul tema delle giovanissime vittime, sarebbe certo una grande cosa, una bellissima idea destinata a incrinare il muro del silenzio e della indifferenza. L’attivista è stata  arrestata in Israele mentre partecipava a una spedizione diretta a Gaza. Anche su questo evento è calato il silenzio.