Mentre scrivo questa nota continuo a sentire a molta distanza il rumore del lavoro degli operai che hanno tirato su un grande edificio, sorto dal nulla, là dove c’erano solo erbacce e rovi. Un lavoro senza sosta che prosegue ogni giorno fino alle ultime luci del tramonto.
Come si fa a non apprezzarlo? Il lavoro dell’uomo che mette mattone su mattone per costruire qualcosa.
Altro sono gli scenari raccapriccianti. Le cronache ci parlano di sopraffazione, di guerre, di sesso e sessismo, non cosiddetto ma tale in tutto e per tutto, a volerci ricordare che la società cerca strade assurde in nome dei facili arricchimenti fondati sull’uomo pronto a dominare con il denaro e la merce. Il sessismo è la dimensione più diretta di tutto questo.
Si, infatti la logica del predominio incondizionato non ha fine: gli scandali sui quali si indaga sono tanti, troppi mentre Putin si spinge fino alle peggiori atrocità pur di dare forza al suo controllo totale sulla fragile, e ormai inesistente, Ucraina. Lo stesso avviene per Gaza, con il volto disteso del massacratore Netanyahu.
Denaro e potere. Sicchè sessisti non sono solo stupratori e violentatori, ma quanti cercano di calpestare e distruggere altri uomini, altre persone con una corsa senza limiti e senza prospettive.
Il sessismo è una forma esasperata di sopraffazione, di possesso oltre ogni ragionevole misura, per soddisfare desideri e forme inspiegabili di convivenza, che convivenza non è. La convivenza è infatti capacità di interpretare gli altri, i loro bisogni, le loro vite.

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