sabato 13 settembre 2025

QUEI NOVE COLPI A DISTANZA RAVVICINATA




                       

                                La scena del delitto  



La scena del delitto, che 15 anni fa segnò la fine di Angelo Vassallo il “sindaco pescatore” di Pollica nel Cilento, si racconta da sola.

L’autovettura di Angelo bloccata sulla sinistra della strada buia quella maledetta sera del 5 settembre 2010, con il corpo riverso sul posto di guida e il piede sinistro ancora sulla frizione, sono elementi inconfutabili nei quali è praticamente scritta la storia del feroce delitto, messo a segno con un accanimento senza limiti, provocato dalla determinazione  del sindaco di sbarrare il passo alla criminalità edilizia e allo spaccio di droga.

Fa inorridire anche semplicemente il sospetto che due servitori dello Stato, due carabinieri,  abbiano potuto imboccare strade diverse, opposte, rispetto alla tutela della legalità e al sacrosanto principio della difesa di certi valori. Purtroppo non sembra trattarsi soltanto di sospetti, il che inquieta e fa male alla dignità della persone oneste. Non è retorica, per carità. E’ una terribile constatazione.

C’è da riflettere, inoltre, sui 9 colpi i cui bossoli trovati sull’asfalto equivarrebbero a quelli rinvenuti sul posto del delitto e sarebbero appartenuti alla pistola, una 6x21di proprietà di una signora. Altro non è il caso di aggiungere.  

9 colpi esplosi da meno di cinquanta centimetri, tutti mirati verso parti vitali, uno dopo l’altro, l’intero caricatore per avere le certezza della fine di Angelo Vassallo. Poi l’inspiegabile silenzio, la lunga attesa prima dell’inizio dei rilievi con i curiosi sul posto, liberi di avvicinarsi all’auto e anche al cadavere. Non un segnale di protezione dell’area del crimine, uno sbarramento. Tutto affidato al via vai dei presenti. Incredibile!

Ma chi erano i presenti, i “curiosi”, quale il loro ruolo per tutta la durata del tempo prima che giungessero gli uomini della scientifica e avviassero i rilievi?

 Un terribile interrogativo al quale in giudizio dovrà essere data una risposta, precisa, esauriente. Non vaga. Lo chiedono con insistenza da 15 anni i familiari ma non solo.

Frattanto Angela, la vedova, si è dimessa ad aprile dal circolo velico, fondato dal marito. Il motivo? Un componente del direttivo risulta indagato dalla DDA di Salerno in ordine all’omicidio del sindaco. Un potenziale nemico tra le “mura” di casa.


Nessun commento:

Posta un commento