mercoledì 1 novembre 2023

CASO CLPAS, SPUNTANO I NEGAZIONISTI


                               

    
                            Mamma Filomena e Gildo Claps
               

Piombano come uccellacci sulla preda i negazionisti, pronti a fare piazza pulita di una verità incontestabile, quella di Elisa, uccisa da mille sotterfugi e complicità con il mostro che l’ha assassinata.

Finanche Porta a Porta sulla scena del crimine: purtroppo la parola a chi non la merita, un sedicente giornalista che condivide gli errori e certe omissioni della magistratura. Un comportamento inutile e dannoso, una manipolazione della realtà semplicemente inaccettabile.
Intanto la seconda puntata ha fatto giustizia dei vari tentativi di presentare i fatti per quello che non sono, vale a dire il frutto di una cattiva interpretazione, in linea con i troppi depistaggi e le colpevoli omissioni che hanno offuscato la scena per lunghi decenni. 
La disperazione della famiglia in prima linea nella fiction di ieri. Una tensione incessante, che non ha dato pace ai familiari per mesi e mesi ed ha dominato la scena con una splendida interpretazione di quel dolore duro e penetrante.
Eccezionale la figura di Irene, fidanzata di Gildo, la donna sempre presente nei momenti della bufera. Poi la tragedia cede il passo all’amore, una svolta nella vita non solo di Gildo ma di chi crede nella verità e della famiglia Claps anzitutto.
C’è attesa intanto per la puntata conclusiva, quella del sette novembre, con il ritrovamento del corpo della sedicenne, i funerali, e la miriade di commenti sul caso diventato ormai un evento internazionale, grazie a quanti si sono impegnati in prima linea per amore di verità. Anzi con la rabbia in corpo perché questa verità è stata troppe volte negata proprio da chi avrebbe invece dovuto favorirne l'accertamento. Se non volutamente ignorata in modo irresponsabile, a dir poco. 
Al piede di Elisa, dopo 17 anni di permanenza nel sottotetto della Trinità, è stata rinvenuta praticamente integra la scarpa che la ragazza indossava quel giorno. Un macabro ritrovamento che si è presentato agli occhi dei medici legali, guidati dal prof. Introna dell’Università di Bari.


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