Antonia, la bracciante che lavora nella forestazione nel Parco nazionale del Pollino non smette di dire che il Parco non ha portato lavoro e non ha dato all’economia locale quella spinta necessaria per un salto di qualità.
Il lavoro dunque in prima linea. Lavoro nel campo delle attività comprese nella sfera della meccanica, dell’elettronica, ma anche a livelli diversi, quelli della moltitudine di giovani diplomati e laureati in attesa da decenni in Basilicata di risposte concrete.
La Regione è l’interfaccia immediata con gli interessati, per questo sono tante le vertenze che impegnano i tecnici del Dipartimento Attività produttive ed il livello politico per trovare risposte alle crisi in atto.
Ma in cosa consiste, assessore Casino, la strategia alla base delle scelte per affrontare i nodi principali della questione lavoro?
“Puntiamo su una formazione che dia nuove ed efficaci risposte a chi è in cerca di occupazione, sia della prima che di altre successive. La formazione, ma non solo se pensiamo ai vari livelli di specializzazione in tanti campi, contribuisce a offrire al mercato figure idonee.
Un finanziamento Cipes di tre milioni di euro ci consente di selezionare e formare professionisti di alto profilo, giovani in grado di dar luogo a delle imprese destinate a rimanere e a operare qui, in Basilicata. Ecco la sfida, una delle tante sfide”
Tante vertenze aperte, da Stellantis in poi. Il lavoro dipende in larga misura anche dalla modernizzazione delle infrastrutture che in questa terra sono tradizionalmente carenti. Non le sembra?
“Certo, è fin troppo evidente la carenza di infrastrutture in Basilicata. Ma occorre spingere lo sguardo oltre un limite del genere e pensare che oggi disponiamo in Italia di infrastrutture immateriali, capaci di aprire nuovi scenari, nuove e interessanti prospettive. Di rivoluzionare addirittura il mondo del lavoro. Cosa possibile anche da noi, ovvio. Le infrastrutture immateriali viaggiano a velocità incredibile e consentono quella modernizzazione tanto auspicata anche e soprattutto in materia di lavoro.
Tra giorni porterò in giunta un bando che a me piace molto.
“Resto in Basilicata”. Prevede una serie di agevolazioni ulteriori, oltre a quelle già previste, per chi decide di fare impresa e di misurarsi con gli scenari attuali dello sviluppo in atto.”
C’è un aspetto poco conosciuto o, meglio, di cui si discute poco, vale a dire il lavoro nei Parchi, nazionali e regionali. Non le pare che sia un momento da non sottovalutare affatto. Anzi di primaria importanza e di largo interesse?
“Indubbiamente. I parchi non sono territori recintati e tali da impedire qualunque attività antropica. Al contrario. Le aree protette lucane, dal punto di vista di un’economia produttiva e capace di dare risultati apprezzabili, hanno potenzialità notevoli. Possono consentire lavori stabili nel campo della manutenzione e in quello prettamente turistico, ricreativo. Ma non solo. Le attività dei centri di ricerca e delle università nei nostri parchi indicano nuovi percorsi, molti dei quali finora inesplorati, in grado di tracciare una nuova mappa di quello sviluppo possibile, in sintonia con l’ambiente e le esigenze di tutela del paesaggio.”
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