lunedì 4 luglio 2016

SI RITORNA A PARLARE DI MATERA 2019


                                                
                     Matera Palazzo Lanfranchi (foto R. De Rosa)



Matera Basilicata 2019. Non solo un grande progetto, ma una sfida per riempire di contenuti, e non di illusioni, un traguardo forse fino a ieri non previsto.
Intanto tra opposte opinioni, contrasti politici tra i principali attori di questa grande Kermesse, probabile incapacità di ragionare ai livelli più alti su un riconoscimento davvero straordinario e che non riguarda solo Matera, molto terreno si va perdendo. Non basta puntare solo al raggiungimento di determinati obiettivi. Occorre piuttosto una larghissima intesa istituzionale per far valere la posta in gioco ai livelli più importanti, e non solo sul terreno nazionale. Promozione turistica e culturale. Ma soprattutto un vero e diverso protagonismo nel campo della scienza, della innovazione, dei grandi attrattori di cui la città dispone. Forse è il caso di mettere da parte finanche la vecchia definizione di città dei Sassi (un marchio fin troppo abusato) e di sostituirla con città della cultura e della storia per evitare incomprensioni e molto altro ancora.    
In tutto questo scenario la Fondazione ha un compito preciso. Anzitutto quello di far corrispondere le varie assunzioni di impegni ai risultati e al peso internazionale di cui Matera si va appropriando. E non a caso la Fondazione si identifica con l’Università della Basilicata per portata del suo ruolo e peso scientifico. 
Insomma, che fare mentre il 2019 si avvicina? La parola alla professoressa Aurelia Sole, Rettrice dell’Ateneo e Presidente della Fondazione. 

Matera ha costruito la sua storia sul passato. Del presente la cittá ha tanto: scienza, economia, cultura d'impresa. Un bagaglio però poco conosciuto dall'opinione pubblica che rischia di soccombere in assenza di un grande sforzo. 

Il progetto che ha consentito a Matera di diventare Capitale europea della Cultura è tutto racchiuso nel dossier di candidatura. Matera è conosciuta nel mondo per la sua struggente bellezza, per la sua storia antichissima e per la originale conformazione urbana nei Sassi, ma ha vinto questo titolo proprio perché il dossier, pur tenendo in evidenza la storia e le radici del territorio, con i suoi progetti ha guardato proprio a quei settori, alla scienza, alla economia, al mondo delle imprese, alla trasversalità delle arti che non possono più essere confinate in cortili autonomi, ma devono poter dialogare con ogni aspetto della vita quotidiana. Ecco perché il dossier si chiama “Open Future”. E attraverso questo lavoro che ci aspetta vogliamo far conoscere tutto quello che c’è di buono sul territorio, in Basilicata. Ma dobbiamo tener presente che il progetto di capitale europea della cultura non ha finalità esclusive di marketing, ma punta a far crescere le persone in una dimensione, appunto, europea attraverso i diversi approcci alla cultura.

In cosa siete impegnati in questo momento?

Tre sono le azioni in programma nei prossimi mesi. Il primo si chiama “Rimettiamoci in gioco” e prevede un primo ciclo di incontri, da giugno a dicembre 2016) rivolti ad un pubblico ampio su vari temi (es: politiche dell’accesso alla cultura; turismo e contenuti culturali; nell’era digitale quali nuovi mercati). In programma anche 2-3 giornate di laboratori con casi studio specifici. Il programma verrà realizzato su scala regionale nelle sedi Unibas e di Visioni urbane. Il secondo si chiama “Matera links”. A settembre si selezioneranno 20-25 operatori culturali che esploreranno e sperimenteranno nuovi approcci per il coinvolgimento dei pubblici, creando legami tra: Cittadini temporanei e cittadini permanenti (patrimonio non bene di consumo di turisti); Centro e periferie; Nuovi mercati; Le istituzioni culturali ed il mondo di fuori; Circolazione (sud-sud/sud-Europa). Il terzo si chiama “Matera changemakers”.  A dicembre 2016 previsto l’avvio di un programma di seminari, laboratori e mobilità sul management culturale che sarà strettamente connesso anche allo sviluppo progetti del dossier. Siamo la prima capitale europea della cultura che investirà sulle competenze. Inoltre siamo partiti con l’Open Design school. La prima fase vedrà giovani creativi provenienti da tutta Europa che insieme a creativi locali si misureranno per progettare un grande anfiteatro all’aperto nella Cava del Sole proprio attraverso la modalità dell’Open Design.
Al 31 dicembre del 2019 calerà il sipario su Matera capitale della cultura. Cosa fare perché il grande traguardo raggiunto non si traduca in una progressiva perdita di peso.
Innanzitutto il progetto di Matera2019, così come previsto dal dossier, non si fermerà al 2019, ma andrà avanti almeno fino al 2022 perché dopo l’anno da capitale intendiamo esportare in Europa e nel mondo i principali progetti del programma culturale. Come abbiamo più volte ribadito, non puntiamo su un turismo di massa, ma dobbiamo attivare meccanismi per avere a Matera e in Basilicata cittadini temporanei, vale a dire persone che da tutto il mondo arrivano da noi si fermano e oltre a vivere la esperienza di stare sul nostro territorio possano produrre qualcosa, da un libro a un prodotto scientifico fino ad arrivare anche solo a produrre una idea. Vogliamo che Matera e la Basilicata diventino un hub della creatività dove i cittadini possano trovare la dimensione giusta per produrre qualcosa di bello e utile per il territorio e per l’Italia.

Non mancano  le difficoltà, all’interno di un dibattito con molti punti di contrasto, finanche aspri. Non di rado con una matrice politica ben chiara. 

Abbiamo un grande lavoro da fare tutti insieme, mettendo in collegamento i progetti della città con il dossier di candidatura. Si tratta di un lavoro difficile che dovrà vedere tutti impegnati per il raggiungimento di un obiettivo comune.  Il piano marketing, ad esempio, prevede di costruire relazioni per sponsorship per un introito complessivo di circa 5 milioni di euro.  Quattro di questi riguarderanno la sponsorizzazione specifica delle 4 grandi mostre grazie a 4 grandi sponsor di livello nazionale e internazionale . Altri 4 milioni riguarderanno le 45 settimane di attività, con il coinvolgimento 15 partner di dimensione nazionale e regionale. E’ inoltre prevista una serie di sponsorship in kind per abbattere le spese generali del progetto e per aumentare la comunicazione del medesimo tramite partnership tecniche. E’ prevista una prima presentazione ufficiale entro l’estate 2016 per coinvolgere le aziende in un piano di comunicazione triennale 2017- 2019. La quasi totalità delle attività prevede una significativa partecipazione dei cittadini e delle scuole locali regionali e nazionali. Con coproduzioni italiane e straniere  E’ un obiettivo ambizioso ma possibile. 

Qual è, in questa prospettiva, il ruolo dell'università?

L’Università degli studi della Basilicata ha da sempre accompagnato il cammino di Matera2019. La nostra è una Università che costantemente si candida a progetti europei finalizzati a costruire collegamenti con le migliore pratiche per lo sviluppo del territorio e della conoscenza. La istituzione all’Università degli studi della Basilicata della cattedra Unesco "Paesaggi culturali del Mediterraneo e comunità di saperi" presso il Dipartimento delle culture europee del Mediterraneo (Dicem) rappresenta un altro passo in avanti nel fruttuoso campo di collaborazione fra la Fondazione, l’Università e le altre istituzioni presenti sul territorio nell’interesse generale di tutta la comunità”. Così come la convenzione fra la nostra Università e l’istituto superiore di restauro per innalzare il livello della ricerca e consentire agli studenti di acquisire esperienze molto interessanti. Continueremo su questa strada perché L’Università è per sua natura collegata direttamente ai valori della cultura e della conoscenza sviluppati nel dossier di Matera2019, alla cui estensione ha partecipato direttamente. Deve necessariamente crearsi una positiva sintonia fra tutte le istituzioni coinvolte in questo esaltante cammino.

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