venerdì 1 luglio 2016

MELFI E IL VULTURE, REALTÁ CHE ATTENDONO UNA SVOLTA


                          
                                Il territorio del Vulture (foto R.De Rosa)

Grandi progetti per Melfi, per il Vulture, per Venosa, senza escludere la Via Appia, storica strada che segna addirittura il cammino dell'umanitá da Brindisi a Roma, passando per l'antica Lucania. Appia è il titolo di un libro di Paolo Rumiz , giornalista, che sará presentato a settembre in Basilicata.
Tra l'altro  risale a 2050 anni fa il viaggio di Quinto Orazio Flacco da Roma a Brindisi seguendo appunto questa prestigiosa arteria: la strada della cultura, che portò il grande poeta latino a raggiungere la cittá pugliese dove si trovava il suo amico Mecenate, secondo quanto narrano le cronache dell'epoca.
Oggi gli scenari che si aprono non sono pochi, sostiene Francesco Pietrantuono, presidente della terza commissione del Consiglio regionale della Basilicata e punto di riferimento di un ambizioso progetto che include appunto il Vulture con l'abbazia benedettina e i laghi di Monticchio, a loro volta asse portante del Parco regionale, ormai alle porte, almeno c'è da sperare. Un parco destinato a essere una mano tesa soprattutto nei confronti di altre realtá analoghe, a cominciare dall'Appennino, il Parco sentinella per un territorio in cui il petrolio, ma non solo, ha creato seri elementi di squilibrio con una parentesi giudiziaria ancora ben lontana dal potersi considerare chiusa. 
Francesco Pietrantuono sottolinea che il dinamismo e la storia dell'intera area vanno bene al di lá di piccole faccende locali e hanno invece la portata dei grandi eventi, capaci di cambiare il presente e dare un senso diverso alla lettura del passato. 
C'è  un lavoro a monte per ottenere il riconoscimento di patrimonio dell'Unesco per la zona, con tutto ciò che un fatto del genere significa. Senza escludere la presenza dei Normanni, il ruolo di Federico II, la funzione dei castelli, formidabile attrattore. Addirittura locomotiva per lo sviluppo turistico di una parte importante della Basilicata interna.
Ma si lavora soprattutto sull'ambiente per restituire centralitá ai laghi e a quel territorio vulcanico che produce vini di altissima qualitá, ai quali a Verona continuano a giungere ogni anno riconoscimenti importanti.  
Le cantine sotterranee sono poi una sorta di museo che affonda le radici nel lontano 1600 addirittura. Ho visitato quelle di Gerardo Giuratrabocchetti, a Rionero: sotterranei umidi e scuri che nascondono tesori di una produttività insospettata e radicata nel costume dell'intero popolo dotato di una proverbiale laboriositá. Intere generazioni  hanno dedicato la loro vita a mettere a frutto il territorio vulcanico del Vulture, dove il verde dei pampini delle viti contrasta in primavera con il color marrone scuro del  terreno fertilissimo. Un dono della natura da custodire contro ogni attacco, contro ogni forma di mutamenti irresponsabili o, peggio, superficiali. 

1 commento:

  1. L'istituzione del Parco del Vulture e la protezione del bacino dei due laghi, costituiscono la priorità assoluta per la valorizzazione del nostro territorio. Troppi fino ad oggi i rinvii che stanno provocando una progressiva sterilizzazione economica dell'area del Vulture oltre che una pericolosa deriva di abbandono da un punto di vista naturalistico. Ci auguriamo che la classe politica regionale, provinciale e dei vari comuni interessati, sappia dare quella spinta per costruire, insieme a Matera, un altro punto di eccellenza regionale. Questo per il bene del territorio, ma soprattutto per l'economia di un'area che si va progressivamente, ma inesorabilmente svilendo (basta vedere gli esercizi commerciali che chiudono nei paesi del Vulture e il caos imperante a Monticchio!).

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