lunedì 23 novembre 2015

DA MOLITERNO A DUBAI


                             
       
                         Antonio Lagrutta manager a Dubai                                           


Anzitutto lucano. Anzi orgoglioso di esserlo e di esserlo laggiù dove esiste un altro mondo. Un mondo con gente ricchissima, un mondo in cui lavorare significa vedere davanti agli occhi persone  con abitudini di vita lontane mille miglia da quelle di noi meridionali, di noi italiani.   
Antonio Lagrutta si racconta senza difficoltá, a cominciare dalla sua paura di non farcela, quando quattro anni fa arrivò negli Emirati Arabi proveniente da Londra. Lui, originario di Moliterno, un centro del Parco dell'Appennino in provincia di Potenza con la piena disponibilitá a impegnarsi, a inserirsi in quella realtá. A non darsi per vinto, insomma.
Certo, Dubai non è il mondo delle fate, dove basta la bacchetta magica. Occorrono per affermarsi lavoro, intelligenza, impegno, come in qualunque luogo, ma anche più che altrove. 
Saldare due mondi non è facile, indubbiamente. Ma la volontá di farcela è stata grande ed ora Antonio a Dubai è un manager, conosciuto, rispettato, amato dalla gente che lavora con lui in una catena di ristoranti di classe.
"Ho speso un anno per capire come rapportarmi a questa realtá e come comunicare con loro. Ma poi ci sono riuscito.
Sono stato dodici anni a Londra, ma qui è diverso, per abitudini di vita, per modo di fare, per il modo di intendere la qualitá della vita ed i rapporti."

La tua lucanità è svanita o rimane così come era? 

"Sono orgoglioso di essere italiano e lucano.  Questo mondo, come dicevo, è tutto diverso però dalla nostra Basilicata e   quando esci fuori da Dubai noti le differenze. Vedi che tutto cambia, tutto si trasforma rapidamente. 
Superato il primo ostacolo, ora sono in discesa libera, nel senso che faccio il mio lavoro con tranquillitá, iniziando a lavorare prestissimo. E vedo che i risultati per fortuna non mancano."

A parte la qualitá della vita e il denaro, cosa vedi nella nuova realtá, nella quale ti sei perfettamente integrato?

"Qui ci sono indiani, persone provenienti dall'Asia, persone da tutto il mondo che hanno della vita la vera cognizione della crescita economica, di un domani fondato su premesse ben precise. Ma c'è da parte di tutti l'impegno a sostenere la propria famiglia, a cominciare da quelli che svolgono ruoli e funzioni meno importanti."

Il tuo rapporto con la Basilicata?

"Io mi sento sempre lucano, non vedo perché dovrei rinunciare a esserlo, a considerarmi tale. Amo molto i miei genitori e anzi posso dire di vivere per loro. 
Stiamo cercando di fare qualcosa di bello per Matera 2019. 
Qualcosa per gli italiani che vivono qui, a Dubai. Per i lucani che hanno la fortuna di vivere in  questa città ricca di arte e di storia, di passato e di un presente così importante. Matera capitale della cultura deve avere il suo peso non solo per la Basilicata, non solo per l'Italia e l'Europa. Del resto questa nostra cittá ha tutti i requisiti per essere apprezzata nel mondo. Per essere davvero una cittá del mondo."



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