sabato 28 giugno 2014

TENZING NORGAY, LA SFIDA ALL'EVEREST


                          


Ricorre quest'anno il centenario della nascita di un uomo, sconosciuto ai più, ma che per coraggio, passione per la montagna e capacitá di affrontare il pericolo ha dato lustro all'alpinismo di ieri e di oggi. Si tratta del nepalese Tenzing Norgay, lo sherpa che per primo raggiunse la cima dell'Everest con i suoi 8848 metri di altezza. Lo seguì immediatamente il suo compagno di avventura, il neozelandese Edmund Hillary, quella mattina del lontano 29 maggio 1953 quando all'improvviso il cielo del Tetto del mondo si aprì quasi per consentire ai  due di portare  a compimento il loro disegno.
L'evento ebbe un risalto mondiale e tuttora è largamente celebrato sul web con la pubblicazione di una serie di foto e di commenti che fanno rivivere l'importanza di quella data e il suo valore umano, oltre alla sua proiezione nel tempo. 
Una sfida tra l'uomo e la natura. Un impegno indicibile, più grande senz'altro della stessa dimensione dei due scalatori. Proviamo a immaginare gli sforzi sovrumani, gli enormi sacrifici, le notti insonni nelle tende gelide nei vari campi base. Il rumore del vento. Verrà fuori l'immagine di una montagna irriducibile ma pure quella di una forza d'animo senza pari dei due scalatori.
Ecco perchè questo meraviglioso uomo umile nei suoi atteggiamenti,  ripreso nelle foto con il sorriso sulle labbra di chi dialoga con il rischio, merita di essere  celebrato come una figura davvero straordinaria. 
Parlare di Tenzing significa illustrare le doti umane dello scalatore, anzitutto. Prima ancora delle sue capacitá fisiche. Significa cercar di capire dove approda e da dove viene il senso del confronto con la natura che domina gli uomini.
Personaggio di estrema semplicità, educato al culto delle rocce aspre  Norgay è stato al centro di un interesse, non solo scientifico, per lunghi anni. Lo è ancora, a giudicare appunto dalla letteratura che ha accompagnato la conquista della montagna più alta del mondo anche al compimento dei sessant'anni da quella data storica.
Come è stato possibile attaccare una vetta che già allora aveva sepolto tra i suoi strapiombi centinaia di alpinisti, intenzionati a espugnarla? Probabilmente non ci sono risposte.  Ma forse nessuno è mai riuscito ad appropriarsi del significato intrinseco di quell'avventura. A indagarla fino in fondo per capirla. 
Ricordare Tenzing Norgay e tutti i protagonisti di un evento impossibile equivale a cercar di comprendere un pezzo della coscienza di quegli uomini, della loro sensibilità e del loro essere. Ma non è tutto. In quella sfida ci sono ancora tanti misteri da scoprire.

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