sabato 21 giugno 2014

VIGGIANO, BEN OLTRE LA BASILICATA




La terra del petrolio e delle grandi risorse naturali è sconosciuta ai più. Nel senso che lo stesso Presidente del Consiglio, Renzi, non ne fa menzione nei suoi molteplici interventi. Tantomeno esiste la possibilitá di una sua visita a questo grande serbatoio che dà alla bolletta energetica nazionale un contributo non certo trascurabile.
Ad agitare le acque, in certo senso, è il dibattito sulla rinegoziazione del rapporto con il Governo giacchè di questo e non di altro si tratta.
In tutta la vicenda, in ogni caso, c'è un dato positivo. Viggiano acquista un ruolo di grande rilievo, largamente sottovalutato dalla pubblica opinione e da buona parte della classe politica. Ne è largamente convinto il neo sindaco Amedeo Cicala, giá immerso nelle sue fatiche quotidiane, ma sicuro che la posta in gioco non è semplicemente nè soltanto lucana, né di respiro meridionale, ma nazionale se non internazionale.     
Viggiano, non solo come capitale del petrolio ma come asse portante dello stesso parco, avvierà una fase di verifica delle sue stesse potenzialità per collocarsi in una dimensione adeguata, in modo da avere un peso e un ruolo  ben più vasti in uno scacchiere in cui contano interessi miliardari e proposte di alto profilo tra personaggi che non prendono minimamente in considerazione i problemi della piccola e "miserabile" Basilicata. E non si lasciano suggestionare dal discorso sull'incremento delle royalties che considerano un voler elemosinare cose impossibili con la mentalità di veri e propri straccioni. 
Lo stesso democratico silenzio della ministra Federica Guidi, in occasione della sua visita a Potenza, fa da battipista alle strategie del governo secondo cui occorre fare presto, anzi prestissimo, per ottenere il massimo del vantaggio perforando in lungo e in largo questa regione per estrarre petrolio a più non posso. Strategie sostenute e avallate da un nome altisonante (si fa per dire!) come quello di Prodi e da tanti burocrati pronti a battersi  per conto delle compagnie petrolifere e dei loro interessi da capogiro. Veri emissari e autentici interpreti di esigenze di mercato davanti alle quali popolazioni e territorio non contano nulla.
Alla luce di quanto sta accadendo mi sembra  risibile, e dannoso, ridurre il tutto a una  vicenda  soltanto lucana. Una sorta di Memorandum con qualche centesimo in più per le famiglie e con tanti, tanti vantaggi per i petrolieri e non solo. Tutto questo dando vita a un braccio di ferro con Roma che fiaccherebbe enormemente la Basilicata mettendola alle corde. Ne è consapevole lo stesso presidente Pittella,  avendo lanciato una sfida con il suo progetto  di attuare una vera rivoluzione dei modi e dei metodi con cui impostare il rapporto con gli ambienti romani e con la politica, prima di tutto.
Viggiano ha dunque carte importanti nelle mani da giocare non certo per ottenere qualche minimo vantaggio, ma per collocarsi alla testa di un orientamento economico e sociale davvero a largo raggio. In grado per di più di fare avvertire il suo peso su vasta scala, soprattutto lá dove si è abituati  a considerare ancora oggi la Basilicata ed i suoi abitanti come la traduzione nei fatti  del Cristo si è fermato a Eboli o dei Contadini del Sud. 

Nessun commento:

Posta un commento