venerdì 12 aprile 2013

UN TOSCANACCIO DA NON ROTTAMARE




"...non facciamo i giochini. Gli italiani sono molto più intelligenti di noi!"
Matteo Renzi, il perfetto ciclone, approda a Porta a Porta con un Bruno Vespa disposto a scherzare che finalmente ha smesso i panni solenni del conduttore della più importante e seguita trasmissione della Tv di Stato. E sembra finanche adeguarsi allo spirito renziano, spregiudicato e arguto. Ma anche profondamente realista. 
Non discuto delle proposte e delle scelte politiche di Renzi. Quanto del suo riuscire a stare in prima linea e del suo modo di intendere l'azione di governo, per un governo che non c'è ma che deve esserci a tutti i costi. L'assenza di un esecutivo all'altezza del momento, in un momento terribile di  crisi come questo, crea disastri incalcolabili alle famiglie e alla vita reale del Paese, che non è quella delle prime pagine dei giornali, meno che mai della Tv, dei grandi movimenti di denaro e dei finanziamenti in termini di miliardi destinati a operazioni più o meno clamorose. Ma è piuttosto fatta di emarginazione, di rischi di tracollo, di incapacità di considerare il futuro. Di disperazione e di gente che si suicida. Certo non si suiciderá Marchionne, ma altri piccoli imprenditori si, purtroppo. E la cosa angoscia e fa riflettere come una mina vagante o un trauma collettivo.
Renzi discute di questo e non fa male. Fuori dubbio. In un Partito come il PD le due anime dovrebbero fondersi in una sorta di armonia politica ora totalmente assente. In un dialogo permanente nell'esclusivo interesse del Paese. Pura illusione? Non è improbabile. 
Matteo Renzi è portatore di un'ondata di forte dinamismo. Sembra una enorme ruspa che scava nel terreno per trovare il tesoro. Quel tesoro che forse qualcuno ha provveduto a nascondere, se non a rubare o a portare via per sempre. Ma lui non si tira indietro. Non si rassegna, nonostante sia stato escluso dai grandi elettori del Presidente della Repubblica.  Brutto segno questo! La democrazia protesta. 
Al netto dell'orgoglio di chi vive e governa una realtá di assoluto rilievo culturale e storico, il sindaco di Firenze fa piazza pulita di vecchie incrostazioni e di assurde mentalitá protezionistiche sostenendo il nuovo al quale bisogna fare largo. Inevitabilmente. 
La visita di D'Alema al tradizionale avversario la dice davvero lunga. Scandisce incertezze e inquietudini di una politica  continuamente in fibrillazione perchè incapace di dare risposte alla vita del Paese.  Ed è proprio questo il dramma che il ciclone Renzi fa apparire in tutta evidenza. Ci sará qualcuno pronto a cogliere questo stato di "ebollizione"? Dubito davvero, stando così le cose. 

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