domenica 28 aprile 2013

FINALMENTE IL GOVERNO




La lunga maratona per la formazione del nuovo governo è finita. Era iniziata all'indomani del 24 febbraio, un tempo interminabile con il Paese in ginocchio e milioni di disoccupati in attesa di risposte. Ultimo gesto in ordine di tempo: la disperazione di chi spara sui carabinieri. 
Accanto a Letta il volto sereno di Roberto Speranza, giovane segretario del Pd lucano e capogruppo alla Camera: ottima carriera, appena agli inizi, con prevedibili sviluppi positivi per il neo eletto onorevole. Speriamo che almeno una briciola di Basilicata sia nei suoi pensieri e nelle azioni concrete. Ma non per un fatto esclusivamente di campanile, quanto per una esigenza concreta, starei per dire per fare giustizia a questa terra utilizzata e sfruttata. Messa finanche in ginocchio da logiche legate ad un uso distorto  delle risorse che finora hanno creato sconvolgimenti ambientali mettendo in forse il suo futuro. 
La Basilicata ha bisogno di una classe dirigente assolutamente interessata al suo domani, con l'occhio attento alle vicende dell'oggi. Solo così potrà uscire da una crisi, finora senza sbocchi nè alternative. Era questo il pensiero di Nicola Pace, il compianto procuratore della Repubblica, prima di Matera poi di Trieste e di Brescia, che non riusciva a comprendere come mai la sua terra non avesse negli stessi lucani dei difensori convinti e dei guardiani accaniti delle risorse e del suo valore intrinseco. 
Ora il governo c'è. Buono o brutto che sia, lo dimostreranno i fatti, come del resto è accaduto per Monti e per la sua squadra. 
Certo, vinti e vincitori esistono già. L'unico vincitore è indubbiamente Berlusconi  che ha saputo orientare  le stesse scelte di Napolitano, contribuendo a farlo rimanere inchiodato alla sua poltrona. A non spostarsi di un millimetro. Questo sì, è potere. Il resto sono parole al vento. 
In uno scenario del genere a perdere sono in tanti a cominciare da Renzi, fino a Bersani, a Vendola, a D'Alema, ad Amato con in testa il povero Grillo parlante. Questa volta silenzioso, suo magrado. La schiera è lunga, lunghissima. 
Se la Bonino ha conquistato la poltrona degli Esteri non si illuda di potere agire liberamente e nel rispetto pieno dei suoi principi. Il cammino è ad ostacoli, molti e forse finanche insormontabili. La Farnesina doveva andare a chi, con il proprio peso politico e ideale, rappresenta nel Paese un elemento di richiamo e di forza. Doveva andare, per intenderci, a chi non può essere escluso almeno nell'attuale, delicatissimo frangente. 
Ottimo lavoro condotto da Napolitano, che si è avvalso di una équipe di consiglieri dinamici e quanto mai attivi. Anzi iperattivi. Interessati a sbloccare la situazione e a rimettere in moto la macchina per evitare gravi intralci alla circolazione. 
Delusi gli altri? Pazienza. Del resto la luciditá politica dei protagonisti (molti dei quali dietro le quinte) ha portato facilmente a escludere nomi fin troppo abusati, specie in passato. Immaginate il casino che avrebbe creato un D'Alema agli Esteri e un prof. Sottile all'economia, ad esempio? Nè più, nè meno che un fiammifero collocato sotto un latta di benzina. 
Considerazioni a parte, l'unico dato certo rimane il decollo avvenuto. C'è soltanto da augurarsi che in quota non ci siano turbolenze o avverse condizioni meteo per venti di burrasca che costringerebbero il pilota a un atterraggio di fortuna problematico e imprevedibile, almeno per le   conseguenze.

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