sabato 20 aprile 2013

NAPOLITANO BIS, POLITICA ALLO SFASCIO





"Ci sentiamo tutti persi" diceva una signora iscritta al Pd mentre imperversava la bufera per le ripetute bocciature di Marini prima e di Prodi poi e la gente protestava, forse con molta ingenuitá, immaginando di cambiare il corso degli eventi. La signora aveva le lacrime agli occhi. Il clima era quello di un funerale. 
Tutto questo è accaduto venerdì sera. Ma la signora non sapeva che dietro l'angolo c'era l'ipotesi Napolitano, avanzata non certo ieri, ma tanto tempo fa da chi aveva annusato l'aria e si era convinto che Napolitano era ed è  indispensabile. Più che indispensabile, inevitabile come il sorgere del sole. Perchè? Evidentemente perché era ben noto nelle stanze della politica il marasma che ha portato a una situazione senza uscite provocata esclusivamente da uno scontro di potere che invade le istituzioni e domina la vita del Paese.  Una situazione peraltro senza precedenti nell'Italia repubblicana. Ma non solo. Dopo il 24 febbraio ci si è resi conto che occorre traghettare il Paese verso nuove elezioni e a farlo potrebbe essere proprio Napolitano dopo aver dimostrato la sua proverbiale capacitá di mediazione e il suo solito essere al di sopra delle parti. Cosa che certo serve in qualche misura a "tranquillizzare" gli animi accesi ed esacerbati di chi assiste impotente a una sorta di conflitto nucleare, assurdo ma anche indecifrabile nelle sue reali  motivazioni. 
Giorgio Napolitano diventa a questo punto l'artefice dei destini nazionali con il beneplacito del centrodestra e con Berlusconi interessato a entrare a pieno titolo in qualunque forma di governo, legittimata peraltro dalla crisi in atto e dalla disfatta dell'apparato produttivo. Un governo necessario a tutti i costi, in effetti, di cui la riconferma di Giorgio Napolitano dovrá essere qualcosa di più di una semplice garanzia. Una certezza per accompagnare l'Italia fuori dal tunnel delle quotidiane e insormontabili difficoltà. 
Il problema vero non è solo questo. Dopo le dimissioni di Bersani, ovviamente, si è dimessa l'intera segreteria del PD con una valanga di conseguenze al centro come in periferia, tenuto conto in primo luogo del numero cospicuo dei franchi tiratori che hanno dimostrato di riuscire a orientare negativamente, ed a loro piacimento,  la situazione dei rapporti politici, specie nella maggioranza,  e soprattutto nel Partito Democratico le cui anime si incontrano e si scontrano davvero senza una ratio o una logica politica accettabile. Fuori da qualunque intesa o controllo nè di vertice, nè di base. 
Si andrà ad un congresso. Fin troppo ovvio, a questo punto. Dal quale potrà venir fuori una soluzione idonea e praticabile? Impossibile prevederlo se prima non si comprendono da dove partono e dove arrivano imboscate come quella dei 101, per fare un esempio. Scenario assolutamente inquietante che giustifica tuttavia una domanda: cosa potrá accadere se per caso il grande manovratore (colui che tutto move, di dantesca memoria!) dovesse rimanere insoddisfatto e avesse voglia, anche all'indomani del congresso e delle possibili elezioni, di proseguire nel suo disegno sfascista? Impossibile prevedere qualunque sviluppo se non l'accentuarsi di una crisi, giá abbondantemente dal volto disumano e dall'aspetto impenetrabile. Almeno ai comuni mortali. 
La presidenza  Napolitano due si accinge dunque a salpare: dovrá fare i conti con la forza del mare, soprattutto al largo dove le tempeste sono incontrollabili e il timoniere non sempre dichiara le sue reali volontá. 
   

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