L’inchiesta del Corriere della Sera, “Il bello dell’Italia” fa tappa a Matera Capitale della Cultura per il prossimo anno e va ben oltre la diatriba che riguarda semplicemente le infrastrutture da completare e lo sviluppo da realizzare entro il 19 gennaio del 2019. La posta in gioco per la Città e per l’intera Basilicata, infatti, supera la possibilità di misurare soltanto le distanze tra passato e presente e investe il tema più generale dei contenuti, della ricchezza culturale del tessuto di una terra che ha dato al Paese un apporto significativo: la città dei Sassi è importante per l’Italia e non a caso continua a rappresentare un forte elemento di richiamo per grandi registi, da Pasolini a Mel Gibson e non solo, che hanno dato un’anima alle loro opere avvalendosi appunto di questa città “forza motrice” per l’ingegno degli autori del cinema e di grandi registi.
Ciò che conta è il livello internazionale di Matera, chiamata a essere espressione di un Sud attivo e dinamico, capace di competere a qualunque livello.
Ecco il percorso da tracciare con impegno e determinazione sul piano politico e sociale. Sicchè la internazionalizzazione di Matera è non solo un traguardo, quanto la sottolineatura di certi valori di cui essa è portatrice non da oggi.
Bisogna che il Governo sia consapevole, che le vicende di bandiera o di campanile cedano il passo a ben altra volontà di affermare un patrimonio di grande valore, tutto contenuto ad esempio nel bellissimo quadro di Carlo Levi, Lucania 61, custodito a Palazzo Lanfranchi. Un evento di portata storica che racchiude in sé il passato e guarda alla scienza come ad un approdo già esistente. Da far conoscere e valorizzare, in ogni caso.
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