venerdì 28 agosto 2015

LE ANTICHE ORIGINI DEL CAPORALATO



Quanti sono oggi i braccianti ed i lavoratori in nero in  Basilicata, soprattutto là dove l'agricoltura intensiva rende inevitabile il ricorso a mano d'opera capace di dare risposte immediate nelle epoche dei raccolti. Il riferimento è ovviamente al Metapontino, anzitutto.  Difficile dare, almeno per ora, risposte precise al riguardo.
Una nota dei carabinieri del Comando Provinciale di Matera pone in risalto l'opera dei militari dell'Arma per scongiurare il  caporalato, dopo le tragiche notizie dei giorni scorsi. Interessanti i risultati finora raggiunti, nell'arco di alcune settimane, anche se il fenomeno ha dimensioni talmente estese, e radicate nel tessuto sociale produttivo, da apparire difficilmente controllabile, almeno in tempi brevi. Direi anzi che il caporalato appare oggi come un dato di fatto assolutamente irreversibile, nelle realtá delle campagne del Sud  e della Basilicata in primo luogo. 
La storia dei caporali risale agli albori della storia del mondo agricolo: gli anni Settanta rappresentarono poi il culmine, anzi il momento in cui il lavoro nero era non solo accettato e condiviso, quanto ritenuto tacitamente insostituibile. Uno dei capisaldi del mondo rurale, senza esagerazione. E ciò nonostante un lavoro di intelligence che il Nucleo informativo (struttura vitale nell'attività dell'Arma) mise in atto per obblighi d'istituto ma anche per esigenze collegate alle dimensioni del grave problema. Una questione realmente da non ignorare, questo il giudizio di alti ufficiali.
Tra la metá e la fine degli anni Settanta non c'era operaio agricolo che non fosse convinto della "esigenza" di questo tipo di attivitá nelle aree a maggiore capacità produttiva. E che, di conseguenza, non avesse una giustificazione da dare al fenomeno, considerato peraltro che erano quelli i tempi in cui le zone a maggiore vocazione agricola del Sud (Puglia, Calabria e Basilicata prima di tutto) cercavano sbocchi sui mercati italiani ed esteri. 
Il caporalato sembrava insomma nato da esigenze ben precise di reclutamento di manodopera. Ma ciò che preoccupa è il "silenzio assenso" all'epoca da parte di numerose organizzazioni del mondo agricolo che non sollevarono, in maniera forte e  determinata, la questione di una bonifica del mercato del lavoro. 
I caporali peraltro erano persone arcinote a quei tempi. Note e rispettate per giunta. Insomma, come accade per i capibastone, conosciuti e trattati con un certo riguardo. Se non addirittura amati come rivelano i recenti funerali di Casamonica che hanno sollevato in Italia e all'estero un polverone infinito.

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