mercoledì 26 agosto 2015

IL POLLINO A MILANO, INTERVISTA AL PRESIDENTE PAPPATERRA

                                                     

                  Parco nazionale del Pollino (foto R.De Rosa)

Il Pollino a Expo di Milano. Non certo una semplice passerella. Non solo un momento di pubblicità, ma una occasione importante destinata ad aprire scenari significativi al più grande parco nazionale, a livello europeo.
In occasione del ferragosto il boom delle presenze dimostra che la realtà del massiccio calabro lucano (ormai emblema del Sud) ha una funzione trainante da valorizzare e assecondare. Del resto le potenzialità esistono e la prospettiva del medio lungo periodo appare senz’altro incoraggiante, come conferma in questa intervista il Presidente del Parco, Domenico Pappaterra.
“Milano è l’occasione per proporre la biodiversità e l’offerta natura, non solo per il Pollino, ma per l’intero sistema dei parchi nazionali. Cosa che sta riscuotendo un enorme successo. Abbiamo presentato la nuova guida di Francesco Bevilacqua, pubblicata da Rubbettino e ci apprestiamo a pubblicare una rassegna degli alberi giganteschi e maestosi che sono patrimonio del massiccio calabro lucano, con la certezza di sottoporre un bene di valore inestimabile all’attenzione di un pubblico qualificato che non si limita certamente a osservare soltanto.
Da giugno fino a ottobre il Ministero dell’Ambiente ci chiede di raccontare il territorio, sicchè stiamo presentando a Milano anche una rassegna dei prodotti tipici e delle nostre tradizioni enogastronomiche, degli aspetti sociali. Del valore di certe nostre peculiarità.”
Milano riesce dunque a evidenziare gli aspetti del cibo e della natura. Ma qual è il futuro del Parco nazionale del Pollino?
“Il futuro consiste, a mio giudizio, nel riuscire a far crescere in primo luogo una consapevolezza della presenza di questa grande realtà nel cuore del Sud. Quando sono arrivato c’erano sì dei segnali positivi, ma c’era anche una forte opposizione che non era poi da trascurare. Oggi le cose stanno cambiando e ho motivo di ritenere che possano cambiare ancora di più in un futuro non lontano: il Pollino è al quinto posto in Italia per quanto riguarda un turismo di qualità, non solo a livello nazionale, dopo l’Abruzzo, lo Stelvio, le Dolomiti. Noto con piacere, ad esempio, che i sindaci in molti casi danno il loro pieno consenso alla presenza del parco. A Papasidero, a Buonvicino ad Aieta maturano opinioni positive pienamente giustificate che esprimono la fiducia della gente nella nostra area protetta. Non cito altre realtà come Civita, Mormanno, ecc. oltre alle aree lucane.
A Bruxelles abbiamo ritirato la carta europea del Turismo sostenibile.
Nella prima settimana di settembre il Pollino a Helsinki presenta la sua candidatura a diventare Geoparco. Vale a dire un’area protetta con una rilevante componente scientifica e geologica.  Una commissione ha visitato il Pollino e non mi sembra che il giudizio sia stato negativo. Tutt’altro.  I Geoparchi stanno diventando, peraltro, una sezione dell’Unesco con tutto ciò che un fatto del genere comporta.”

I problemi da risolvere e gli ostacoli da superare tuttavia non mancano.

“Il Pollino è molto posizionato in una dimensione nazionale e internazionale. Siamo dentro alla nuova programmazione europea 2014 – 2020. Occorre impegnarsi al massimo sul terreno di un’agricoltura di qualità: la recente visita dell’Assessore Braia ci conforta e apre nuovi orizzonti. Dobbiamo lavorare molto con le due regioni per superare una visione localistica e creare le premesse per un salto di stile e di qualità notevole.
C’è un lavoro da fare non piccolo, anche in direzione della ricettività che va rilanciata e qualificata al massimo.
Giorni fa abbiamo inaugurato a Campotenese, crocevia del Parco, un centro per il turismo rurale, affidato a un’azienda del settore. In quella occasione ho lanciato un appello perché si realizzi una straordinaria intesa tra pubblico e privato. E’ davvero uno sbocco importante per il futuro del Pollino. E per il domani della sua economia, non dimentichiamolo.”

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