domenica 3 novembre 2013

LACORAZZA: NON PIÙ RINVIABILE UN TAVOLO SU LAVORO E SVILUPPO IN BASILICATA




Il Memorandum: invito al Governo a non dimenticare la Basilicata. Nonostante rappresenti oggi a livello di opinione pubblica un argomento di scarso rilievo o, meglio, poco dibattuto, il Memorandum sul petrolio è da considerarsi una sicura base di partenza per dare risalto al ruolo nazionale che la Basilicata, serbatoio di acqua e di energia, dovrà assumere.
Un tema di assoluto rilievo. Quali le opinioni di alcuni candidati alle prossime regionali?  Piero Lacorazza, Pd, attuale Presidente della Provincia di Potenza e candidato a svolgere il ruolo di capogruppo nell'assemblea 

"Anzitutto l'ambiente. Quanto più si riuscirà a polarizzare su questo tema l'attenzione, tanto più l'attività estrattiva sarà in stretto collegamento con lo sviluppo. Il monitoraggio corrisponde a una verifica puntuale delle condizioni del territorio che ospita una rilevante attività di sfruttamento del sottosuolo."

Si parla di lavoro da offrire a chi magari non sa nemmeno cosa significa avere un'occupazione.

"Certo, il lavoro prima di tutto.  Dobbiamo negoziare il lavoro con lo Stato e con le compagnie petrolifere, tenuto conto peraltro che, a mio giudizio, c'è un interesse nazionale verso la Basilicata, giacchè verso di noi il Paese é in debito. Una opportunità da salvaguardare in ogni caso e rilanciare: non possiamo avere risorse di primo piano e, al tempo stesso, una emigrazione incalzante. Contribuiamo per oltre il dieci ore cento alla bolletta energetica nazionale  e ci troviamo in una situazione estreme ante negativa, per giunta con uno spopolamento incredibile di piccoli e grandi centri.  Cosa davvero spaventosa."

Quale potrebbe essere la risposta dello Stato, ma anche delle compagnie petrolifere a fronte di un problema di questa portata? E soprattutto c'è la volontá politica di discutere?

"Bisogna fare un discorso a tutto campo sulle cose da mettere in cantiere con urgenza: la chimica verde, ma anche la meccanica con le tecnologie e tutto ciò che può essere funzionale all'attivitá estrattiva per la quale occorre essere preparati. Il lavoro lo si costruisce con le fabbriche, con il fare. Con i prodotti da mettere in campo, a disposizione di una  comunità non certamente limitata all'ambito locale."

Quali sono le prossime scadenze, tanto per fare un discorso di estrema concretezza? 

"Sará necessario anzitutto riaprire un tavolo subito dopo le prossime elezioni, considerando che è insufficiente il contributo derivante dall'articolo 16 del Memorandum. Dopo quattordici anni dalla firma dell'intesa del 1999 bisogna fare molto, molto di più, ponendo alla base di qualunque discorso rivendicativo da parte della Basilicata non tanto più royalties, ma più lavoro e una inversione di tendenza nel quadro generale dello sviluppo."



Lei al riguardo è fiducioso sui possibili risultati? Ritiene che una trattativa con i poteri centrali, con alcuni colossi come ENI e Total,  possa dare i suoi frutti?

"C'è una considerazione da fare. Il Paese deve sanare il debito storico con la Basilicata, una terra che ha dato e continua a dare tanto, in termini di cervelli e non solo di materie prime. I cittadini, la gente comune, come si sostiene da più parti, si chiedono come mai,  a fronte di una così rilevante disponibilità di risorse, si registrano livelli di disoccupazione tanto elevati e un peso irrisorio di questa terra nel quadro generale dello sviluppo. Questo è il compito della politica che, in tal modo, potrà acquistare credibilità nei prossimi anni. Ed è questa una esigenza vera e incalzante, in ogni caso. Una esigenza direi ineludibile." 
  

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