venerdì 8 novembre 2013

TRA MEMORANDUM, PETROLIO E SVILUPPO LA BASILICATA VISTA DA MARCELLO PITTELLA



Da oggetto di analisi economica tra istituzioni locali, governo e  Regione Basilicata, il Memorandum sul petrolio sta diventando di giorno in giorno sempre di più l'asse portante alla base di un discorso di larga prospettiva: il punto di partenza di quella inversione di rotta per la Basilicata del domani. Se non dell'oggi.
Il tema è al centro del confronto elettorale, alla vigilia del voto del 17 e 18 novembre per il rinnovo del Consiglio regionale e del governo della Basilicata. 
Questo il punto di vista di Marcello Pittella, candidato Presidente del PD. 

Anzitutto, Pittella, qual è la valutazione che Lei dà del Memorandum, prescindendo anche dal clima della campagna elettorale in corso.


"Io penso che il Memorandum rappresenti una occasione irripetibile per la Basilicata, ma che la strada verso un risultato accettabile sia ancora in salita e che  un rapporto stretto e severo con il Governo nazionale deve continuare a svilupparsi intanto perchè il tetto dei 50 milioni di euro sull' Ires per le compagnie petrolifere è ancora basso: dal primo gennaio 2014 si rende dunque indispensabile un aumento. Naturalmente tutto ciò va riferito  anche all'accordo del '96 e del '99, con l'occhio rivolto  a un rapporto con il Governo che deve riconoscere alla Basilicata una posizione di primo piano grazie al suo contributo del 15 per cento al fabbisogno energetico nazionale: cosa che non è evidentemente da tutti. Ciò merita un forte riconoscimento a favore di tutti i settori. Sia ben chiaro."

Si parla di royalties da incrementare e di finanziamenti da erogare a favore di questa terra. Sono obiettivi praticabili?

"Indubbiamente. La Basilicata merita un diverso atteggiamento e una diversa considerazione per quanto riguarda ad esempio servizi essenziali e settori di punta, a cominciare dai trasporti,  dalle scuole: l'idea di accorpare la direzione scolastica regionale lucana a quella pugliese è un dato fortemente negativo. Una regione come la Basilicata che conta appena 540 mila abitanti e non fa valere il suo peso in campo energetico, ma quando, mi chiedo quando deve recuperare la sua centralità in una dimensione non solo locale ma nazionale?"

A questo punto a chi spetta fare osservare certe regole. Chi insomma deve intervenire a favore di questa terra piccola ma tutt'altro che insignificante. 

"Sta non solo alla politica in campo regionale ma alla compattezza di una societá, qual è appunto la nostra, che dovrá avvalersi di una serie di interlocuzioni, (comprendendo e non escludendo i parlamentari), perchè la regione possa svolgere davvero un ruolo di primo piano, con l'occhio rivolto alla  tutela dell'ambiente e alle rinegoziazioni riferite all'energia e al petrolio, in primo luogo."

Una Basilicata così potrá dunque avere un diverso ruolo nazionale? 

"Questo è dunque un auspicio, giacchè l'autorevolezza si dimostra ovviamente sul campo, conquistandola con le azioni concrete. Giorno per giorno. 
Una cosa è certa: non sará Pittella in quanto tale da solo, ma sarà un'intera società a rappresentare le istanze, ma non solo, anche le ansie di una popolazione che ha bisogno di una qualitá dello sviluppo di un certo livello superando gravi cadute occupazionali e con lo sguardo rivolto al livello imprenditoriale che deve inevitabilmente crescere. Il petrolio deve consentirci questo ma il Governo nazionale deve farci da sponda, assolutamente si. Con impegno e convinzione, sapendo bene che non è un regalo fatto ai lucani, ma un loro diritto. Se così non fosse la Basilicata sarebbe abbandonata al proprio destino, con conseguenze gravissime e una vera dissipazione delle potenzialità reali. Cosa del tutto improponibile, evidentemente."   

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